Critica Sociale - Anno VI - n. 3 - 1 febbraio 1896
CRITICA SOCIALE ghese. L'analisi minuta ed il pronostico infausto non arrivano che a poche intelligenze del campo borghese; Il gran congegno della \'ila economica presente, che trascina uomini e cose, continua inconsape\'ole il suo moto. Nel campo dell'azione si ha parimenti l'impotenza del partito socialista a rallentare od arrreltare la rivolu– ziono economica attuale. Nella vita economica borghese il nocciolo vitale O rappresentato dalla formazione progressiva dollagra11de ùul1t1ti·ia (produttrice più feconda che non sia la pic– cola). La. funzione ,•italo, fisiologica del capitalismo sta nella facilitata produzione per meno della grande in– dustria. Il capitalismo che specula nelle Borse, l'usura che strozza fuori delle Borse o tanti altri fenomeni non sono che escrescenze morbose dell'organismo borghest'. Sono appunto queste escrescenze patologiche che lo Stato socinlista potrà curare radicalmente, pur conti– nuando e perrezionando la parto fisiologica. della vita economica della borghesia, cioè la creazione della grande Industria. Ora, questa formazione della grande Industria (cioè a dire il ciclo capitalista) è voluta da un complesso potente di ratti, basati fondamentalmente sopratutto sulle scoperte scientifiche e sulle loro applicazioni pra• tielle. Uomini e istituzioni, in quanto vogliono prospe– rare, devono adagiarsi in questo congegno borghese, adattarsi ad esso. È così cho nessuna istituzione può sorgere attualmente che non sia borghese, che non su– bisca cioè le fl.lrzeprevalenti che sono in giuoco nella società. attuate. I socialisti stessi devono rinunciare a certi progetti che sembrano attuazioni iniziali del loro programma, perchè l'ambi8nte economico presente li roggierebbe a favore doll"ambiente borghese: cito i mono})Olii. Ora che siano proprio le Ca.<1So rurali e le istituzioni consimili, che abbiano la forza di opporsi alla corrente preponderante della vita economica della borghesia, di porre un argine, sia pur modesto, all'assorbimento della piccola proprieth. agraria, Le Casse rurali dovranno essere borghesi come lo sono JoCooperative di lavoro e consumo del contadini, le quali pur rappresentano in molti posti dei veri ro– colai di socialismo; e come istituzioni borghesi non saranno anch'esse economicamente che piccoli pozzi del grande congegno in balla della. rorza cho sospinge il congegno intero. li semplice ratto che si avvera nelle Casse rurali, della rusione cioò di molli piccoli JJroprietari (rusione, notate, che non ha neppure per iscopo diretto un in– cremento della produzione), con quali rorze potrebbe opporre resistenza alla concorrenza del grandi indu– striali agricoli che ottenessero una produzione a costo minore 1 Le Casse rurali potranno o,·a aiutare i piccoli proprietari e permettere a parecchi di star ritti un po' più. Ma so potranno adempiere a questa loro runzione lo si dovrà. al ratto, che mane& ancora la corrente la quale, rormando la grande industria agricola, travolga la piccola proprietà. Oggidl il capitalismo non è ancora entrato nelle no– slre campagne a dissolvere la. piccola proprietà. col metodo adoperato negli a.Itri c&mpi dell'Industria, in– tensificando la produzione e oltenendola a minor costo di quello che possano rare l'agricoltore piccolo e medio isolati, racendo a questi la concorrenza e assorbendoli. Ho insistito molto su ciò nel mio articolo prece- dente ('), dovo dicevo che oggigiorno la produzione re• lath'amente maggiore la dà. ancora la piccola proprietà. agrarie, ed è ciò che la mantiene ancor vitale ed è perciò che la evoluzione economica nelle campegne è tanto lenta da poterne a. stento avve1•tire la corrente. Il Bissolati, parlando della dissoluzione della piccola. proprietà agrarìn, conviene che e è giusto riconoscere che questo processo prometto o minaccia di percorrere un lungo stadio •· Se poi esiste un movimento net senso della dissoluzione (il Bissolati ne cita appunto le cirre), ciò è dovuto sopratutto a cause estranee ad una ,·era evoluzione economica diretta alla rormazione di una grande industria agricola, e precisamente a. fluttua– zioni del mercato (crisi), al fisco, ad inrorluni agri– coli, ecc. Il capitalismo ha oggidì un·a.;ione indirella in quanto può porgere o meno aiuto di denaro agli isolati colti– vatori piccoli e medi per la colth 1 azione del loro rondi; ma esso si consor\·a ancora estraneo all'agricoltura. Fate che I capitali oggi impiegati in altre inllu1trie ed in imp1·e1e si volgano all'agricoltura e vi creino la grande azienda rav,·h·ata. da tutto quanto la scienza e l'arte agraria possono dare, ravvh·atrice essa. stessa di nuovi porrezionamenti, ed allora nella rivoluziono economica incalzante andranno rapidamente scomparendo i piccoli proprietari agrari o con essi, seguendo, senza sensibile resislenza,le loro sorti, scompariranno le Casse rurali e le altre consimili istituzioni che potessero esistere. Se poi il capitalismo per molto tempo ancora non entrasse nell'ambiente agricolo, si spezzerà ivi il parallelo ac– cennato dnl 13issolati, fra la rivoluziono economica e quello delle coscienze, poichè le altre grandi industrie, che abbiano già compiuto il loro ciclo, prenderanno il sopravvento e si avrà l'attuazione del socialismo senza l'aiuto, anzi malgrado la resistenza. delle campagne, dalle quali appunto la reazione trarrà le sue armi; ed In questa ipotesi le istituzioni che iopropugno, senza esser riuscito dannose dal punto di vista. economico, avranno ravorito un luoro di propaganda che renderà men reazionario l'ambiente campagnolo. . .. La mia. proposta, benchè parli In senso contrario al principio proclamato della dissoluzione della piccola borghesia., non può essere considerata nè come una derezione, nè come un controsenso. lo ho detto: e i p1·incip&1cie111ifìci sono per loro na– tura assai rigidi; la pratica, la. quale si svolge in un campo limitato ed in istretto spazio di tempo (talora nel momento che passa), ha bisogno di maggior duttilità e talvolta non può riruggire neppure dall'empirismo.• Jl Dissolati mi obbietta: e il principio, la teoria è una induzione che si ricava da un certo numero e ordine di ratli~·Ma se praticamente, empiricamente, si trova un fatio che contraddice alla teoria, ciò signiftca sem– plicemente che la teoria è ralsa e che bisogna mu– tarla•· Egli vorrebbe con questo ragionamento mettermi in opposizione diretta ai principi socialisti. Ma evidente– mente egli non può riuscirvi, perchè lo non ho detto per nulla d'aver trovato qualche fatto in contraddizione coi principt del socialismo. lo ho osservato semplice– mente che quanto è stato pronosticato dal socialismo, nell'agricoltura non si è ancora avverato e, si può ( 1) • ~ Caue rurali di prestito e Il parmo 1oclallsta •· Crtttca sociale, n. n, tS,l.
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