Critica Sociale - Anno VI - n. 1 - 1 gennaio 1896

CRITICA SOCIALE o se<lula a titolo p1·ivato:.. Quindi sbagliano coloro, che, fondandosi su tali proposizioni a.stratte e nou veden do il legame che esse hanno col movimento rea.te delle classi e dei parlili in Inghilterra, vo– gliono gabellare l'evoluzionista Spcncer come padre putativo ed «.incosciente» del socialismo. Allo stato attualo del pl'ocesso storico l'Inghil– te1•m sarebbe adunque un paese maturo pel socia– lismo. Essa ha industrializzato tutte le forze pro– duttive dalla città. alla campagna, possiede un esercito sterminato di proletari, e la divisione della socieL'\ in due campi avversi. i 1•icchi da unrt parte o i poveri dall'altra, vi è pili progredita o meglio delineata che altrove. E se il socialismo non \"i ò un fatto compiuto e nemmeno un fatto p1•ossimo, le cause si debbono ricercare nella pressione che gli altri paesi meno progrediti esercitano su di essa. e nei diversivi che raccorta borghesia inglese ha saputo creare al movimento proletario, non ul• timo fra questi la selezione operata colle Trades• Unions nel seno stesso delle classi operaio. n.auniamo le roglie SJ)arte. Se pe· socialisti c'è una questiono agraria, essa si riduce per adesso a desiderare e a rare che il capitalismo sia intro• dotto nelle campagne. Como ho dello, questa tras- ~0::'i:{~.01:a~ t~~:~~P:~!~ : ~~}~~;,~~f! ::\11!; previsioni. Se la propaganda socialista nell'Emilia, nel Mantovano e nel Polesine produce dei frutti (non molti però), ciò è dovuto al sistema prevalente degli aftltti, che ha reso necessa1·ia una classe di contadini braccianti. Se in Sicilia ru possibile un movimento di massa con carattere ancho prole– tario, ad esso contribuirono, ripeto, la esistenza del latifondo e il sistema delle gabelle successive, che mette in maggior luce che altrove la rendita ron– diaria e lo sfruttamento operato dal capitale . .\fa quanto cammino da. fare ancora prima che il ca– pitale riesca a risolvere tutte le formo ag1·a1·iedi produzione nella forma unica dell'industria! li'o1·– tuuatamente la mezzadria tende a sparil•e, nè la medicina borghese ha ricette sufficienti pel' tenerla in vita. La mezzadria. come il piccolo anitto e la piccola coltivazione diretta, non può esistere, se uon a condizione che i prezzi dei prodotti agl'icoli siano abbastanza alti. E invece questi prezzi sco· mano continuamente, e questo ribasso Otal nemico, contro cui a lungo andare non varranno nò dazi protettori, nè credito popolare a buon mercato, nò 050noro delle quote mimmo d"imposta, né imposte progressive. Aggiungi, che in qualche regione d'JL'\lia, come in Romagna, si verifica da qualche anno a questa parte un fatto, che non sarà senza gravi danni per la mezzadria. Il fatto merita per la sua importanza uno studio largo ed accurato: io non posso accen• na1'\'i che sommariamente. Il prop1·ietario del fondo dato a mez1.adria cede a un terzo per una somma determinata i diritti che vanta ve1·so il mozzad1·0. Questo terzo è un capitalista (grande o piccolo non monta), il quale vor1·à cavare dal suo denaro quanto piit frutto gli è 1>ossibile.Quindi egli sar..\ da una parte interessato a migliorare la coltura del fondo, e dall'altra sarà spinto nd aggravare la condizione del mezzadro. Ora immaginate, come del resto è naturale, che questo fatto, nel quale il 1wop1•ietal'io e il suo cessionario debbono trovai-e ciascuno il proprio tornaconto, si estenda; immaginate, cioè, che questi terzi capitalisti crescano di numero e si associno, che essi diventino i cessionari di più pro– prietari verso più mezzadri, che i capitali cosi riu• niti permettano loro di introdurre nell'agricoltura i perfezionamenti della tecnica e della meccanica mode1•11a,che Cl'esca in conseguenza la quota di capitale costante in propo,•ziono noternle, e allora l'agricoltura si trove1-.\trasformata in una vo,·a in– dustria. i mezzadri scenderanno a poco a poco alla condizione di salariati e una parte di essi si tro\•er[\ addirittura semm ta,•01'0. Se questo processo non ò stro1.1,atoda cil•coslanze estranee o dal Osco, nemico in Italia di ogni ini– ziativa, il capitalismo aV!'à trovato un altt'O mezzo per conquistare più rapidamente la campagna, la• sciando quasi invariato lo stato attuale della pro– prietà. P1·opl'iotari grandi e piccoli potrebbero continuare a ,•ivere l'uno accanto all'altro. Essi formerebbe1·0 come una specie di società non con– trattuale, in cui ciascuno contribuirebbe colla sua quota di tel'l'a, che potrebbe essere piccola, grande o $•-andissima, non altrimenti che succedo nelle socrntà industriali. .. Ma aspettando che questo av,•enga, c'è un·aura via che i socialisti possono e debbono battere 1 o debbono rimanere collo braccia incrociate ed a pie' fermi in attesa. del nume t Sicm'O che c'è la via. ma i socialisti percorrendola non debbono pt'Oporsi che due scopi ben determinati: cercare che la forma industriale enti-i quanto più presto è possibile nella produzione agraria; difendere i contadini nelle per– sone o nella salute ed istruirli. 1-: poiché è bene uscire dalle generalità, dirò più speciflcatnmente, che i socialisti debbono, quanto al primo scopo, ri– rnlgere la loro azione politica e sociale ai seguenti obbiettivi: 1.• fayorire l'emigrazione, anzichè consideral'la come un fatto noci\'o; 2.• ottenere l'abolizione del dazio sui ce1'eali: :J.• liberare da ogni tassa i conh'atti agi-ari e i trasrerimenti per atti tra vivi della proprietà rondiaria; 4. 0 promuovere la costruzione di canali di ir• rigazione e di serbatoi d'acqua nei luoghi che ne difettano; ~. 0 favodl'e lo sviluppo dei consorzi agrari e h\ ~:t~::o<J1; ~~~~1~fc!1\~o 1~,?!l'~~i~:1~~1~!· ri- chiedono: I.' la proibizione assoluta del h·u1, syslem,: 2. 0 una polizia sanitaria. più rigorosa special– mente nelltl introduzione delle derrate alimental'i; 3. 0 la boniflcazione dei terreni malsani; 4.• raboliziono del dazio consumo ne· Comuni rurali, almeno sui generi di prima neces.sità: 5. 0 la guerra all'analfabetismo col rendere or– ficaco la legge sull'istru1.ione primaria che ora è soltanto una canzonatum. Questo proposto io faccio a. mo· di esempio e soltanto per illustrare meglio il mio pensiero. Esse non sono nè una ricetta per l'avvenire, nè un p1'0• g1·amma per il presente. Il programma nostro è uno solo: quello di organizzare il proletariato, di educarlo, istruirlo o porlo in grado di conquistare al momento opportuno il pote1·0 e di toner·lo fe1·– mamente e con onore. Ma. poichè a tanti socialisti ò spuntata improv,·isamento in cuore cosi grande tenerezza por le classi rurali, e non ò improbabile che siano rinnovato e ripetute in Oer1nania ed al– tro,•o le tesi di Breslavia, io ho Yoluto dire come l'azione politica del partito si potrebbe concreta– mente svolgere presso di noi in questa che si \'uol chiamare pe1· rorza questiono agraria. Ed ho pre• cisati alcuui punti che non escono dal campo della società attuale e sui quali i socialisti, volendo, pos– sono dar batt.'\glia e fare la le1.ionealla borghesia. Ma lasciamo in pace i domani e le ipoteche. Meno male se si fosse invocato un nuovo Solone che le abolisse un'alh'a volta. Lumo.

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