Critica Sociale - Anno VI - n. 1 - 1 gennaio 1896

14 CRITICA SOCIALE portamento teulonlcnmente rigido e ritmico. Era professore aupple11le a q11esta Accadomlt, d0\'8 11piegavn Il Faust e lu storia del romanticismo ted&tleO,Ma ora pagato nll'it..'lliana, oaaia spilordamente, e, perch6 1u11plente, di seconda mano: ti rlfaun un po' con lezioni printe. Co:ne saline quella cat• teira 6 curiot0 da rammentare. Era •~elO In Italia da 11atur11li1ta; avua studiato a Co– macchio le anguille, questi grnHI deputati del Centro della fauna palustre, Imprendibili alle pinzo della classlflcazione 1eientifica. Non 1appi11mo come di Il, dopo unP.punla in Ame– rica, venine poi a Milano. Ollre che naturnli11a, poeta e filo• aolo, era anche pautOoato 1eacchi~ta. Piombò dunque, come di ragione, al con1'egno di tutll gli aeaccblstl, al Catre del Leone. Quivi, n da sò, 11'imbntté In altro acacchl,ta formida– bile, il prof, lnuna, che ero, o fo poi, preside alla nostra Acca– demia, f'ra un ~alto di cavallo e un matto al re, l'Juama capi con che rana di te11lae di tempra ·a,·eva da fare. Vacava all'Accademia la letteratura todesea. Cosi f11che, utcendo dal Catrtl del I.eone, il Jacoby inftlau.e Il portone di ,•ia Borgo– nuovo. Povero e buon Leopoldo Jacoby I Dopo quella prima volta, non corse qmu!I domenica che non salisse da noi, col 1110pa– strano adruacilo e verdognolo, col 1110aorrieo da !anclullo, col 1110enorme r1u1clodi giornali tedeschi aotto Il braceio. Si fer– mava poehl minuti. Era di quel veri galantuomini, che aentooo vivo il rl1JH1IIO del tempo proprio ed altrui: quul presenti1se di averne poco davanti. Poi aveva la lotta per 111vita che lo 10apingev11. E com'era felice quando gli aneniva di portarci un arti– colo suo che wti pareva importante, una poesia ch'era stata lodai.a dll Llebkneeht I Si, era felice, e non lo di11imulava. Nessuna delle convenzionalità, delle Ipocrisie letterarie e letle-– raleache. Sa11l+'ntecome un veeehio gavio e candido come un primitivo, cheech6 penS3.aseo sontisao d'altri o di sè gli 1JI le11gevaa tra verao. Fu in q11"sti anni che prep11ròle Qrnzon; t«la«M d<rll'Jtalia, nelle quali, torto per la primll volta, la nota 1oeia.liata squilla pur nei versi d'amore. Un giorno, nel Ol, uu amico che lillisarà fedele oltre il rogo, Nicola Jlfilu, ,·enne apaventato a chiamarci. Al Jacob)·, mentrr lii rec11.vaalla lezione, era venuto una specie di• colpo•· Non era 80ltanto • una specie•· l.'nve\'A.1101)0rlllto di fretta ai Fa• ltknt(t"flltlli. Accorremmo. Nou dunenticheremo mai l'obliqu:a amorfta dell'eml11legia in quel ,•i.o ancor ro.~ di giovine; il farfugliamento di quella bocca che ave,·a canllto l'elogio dt:lla parola; la barbogia parali11i che tremava In quel braccio di poela nato l'llle hallaglie. Lo nnlcurammo, con calore, citan– dogli esempi, im·entandoli, che 11I1arebbe ripreao: a queU'etit (fra i 4.0 o 1 50), con quel cervello, i,e11za il l)lù piccolo \'izio, ma non era neppure il cuo di dubitarne! Si rinfrancò un po.."O. Ma noi non crede,•amo alle no11re parole. Come poté, lasciò Milano per la rtalubre Zurigo. Si lusingò di guarire. l\lpreae la penna. Non 6 molto, scriveva alla 111A uinica e biografa Minna Ueilh In Germania:• l'aquila aolitaria, cui fu sça\•eznta l'ala, &ente altlne rifluirai la vita e l'ilenla nell'etra I voli liberi e fieri. ... • lllusionel Zimbello I li 2"2di– cembre all'ospedale, si, all'o,pedale di Neumfinater, l'ultimo Insulto lo ftnl. E sulla tomba Immatura di questo eroe della mlaeria e del– l'ideale, di quuto primiti\•o che pensò e vilN nell'av,•eoire, e che parve unn pagina staccata da un libro più che un uomo della vitn reale, anche quelli, che della sua semplicità di fan. eiullo forse hanno 10rria-0, commQllaia'inehinano. (. I. STEPNIAK. Fu l'estate del 7J che lo ,•idi la prima volla. GiungAn n noi cinto, vorrei dir preooduto, da un'aureola di leggenda. Le brillanti 1palllne di ufficiale d'ullglleria but1,1tevia per infilare il l-oteit1teo (cappotto) contadloeeco e, in truccatura di apacca– legne, portare la nuova rtllgione nelle capanne; tulto un •governo• percor60, palmo a p11lmo,insieme con RogatchclT (ora ai lavori forzali), predicando e distribuendo opulCOlij un arresto improvvlao in un villaggio, e una fuga ohe 1apea di miracolo; poi la nomea dei 1uol acritti geniali e ri.nlastici, la aua Storia. di u;w Kopeka. dilT1m1. a migliaia di esemplari.. tutto ciò, sulla noslrn im11ginazlone di neofiti dell'apldemia rivoluzionaria di qnl'IH anni, coloriva la figura tipica del nostro eroe. Il auo vero nome? Mistero. E neuuno •nellbe outo domudargli il nnme e la aloria, ché troppo bene 11 nOAtro allora maeatro in cospirazione e attuale direttore del Pre, Ruuio, F'ollce Wolkowaby, cl aven educati a guardarci da curio1ità lndiiM:retecol !uJtglaachi, coi dl1ertorl per la causa. Nel noatro orlid, in un aobbo1go di Odeua, dove ai viveva e 11 luorava da openl, Sergio Mlcbailowicb eompane. Ve– alito da contadino, larcbialo, giganteac:., teala ltonina, riccio– luta, xigoml ealmucebi, occhi piccoli, e r08eO come un fanciullo. Tale al fisico, lale al m~rale. Forza da Ercole, coraggio da leone e mobilità cnprlccioaa da fanciullo. Mezz'ora dopo s'era amici (erano quelli gli anni della facile espansiono entu1iasla) ed egli ci raeeontava le aue avventure, le rughe, I lranflti– mentl, le aatulie, gli scampati pericoli, balzandoci dall'attooi– taggine mnt• alla risala rumorou e lndoinabllo, coo quella ricchosza milionaria di episodi, di trovate estemporanee, di lmnginl, onde rlbooeavauo le aue novelle popolari per la pro– p3ganda: le novelle do,·e entravano i eulelli incantnti, l'impe– ratore atregato, le bu.one e le cattive fate, i t1tu,gia:lli trasfor– mali In cos.icehl combattenti per la terra e per la hbertt ..... e via via, mille dioolerle, che Nducenno I popolani, IOflpende. nno il respiro aulle labbra alle a:lovlnelte e lm11rlmenoo nei loro euori le fattezze irradiate del narratore. Lo rividi a Pietrobul'g:o quell'inverno stesso. Ma.... lraaflgura– zione completai S'era dato a propagandare la • buona aoelelà • e vi raccoglieva deuaro a saecoeeimte per • la causa•· Appresi allora che il suo nome era Ser11io Krawcinsky. Fu quello l'inverno terribile. Gli arresti lloecavano. I pià di noi 11.I sal– vavano nello provincie, dove la polisia era meno oculata. PerJeUi Sergio di •i1tn, e non rlaeppl di lui cho nal 78, quando I giornali d'Euro1m foron pieni do! eaao del genonle Mesenzew, Il capo della polilla russa, steilO morto, di pieno giorno, nella pinza più frequentata JI Pietroburgo, la piazza di Kazan, da un audace IICOnoseiuto,salvatoti In una carrozzella. lo Rusaia, allora, neppure l circoli ri•ol111ionarl seppero il nome del mi– steri080 uce!J&Ore: solo all'estero, ae lo 1uaurrarono I auoi pià l11timl amici: ora Sergio Krawcin1ky. l\iparò all'e11tero. $'indugiò n Oinevra, dove strinse amicizia con un altro emigrato, Dragomanow, professore ed ukranloOlo, morto poco fa in Bulgaria. Si deve probabilmente a queata amicizia l'equl•oeo pttao in questi giorni dal 11iorn1II italiani ehe, annunciando la morte di Stepnillk, lo confondono con Draigomanow, lo dicono nato dell'Ukrania (mentre em della Runla centralo), gli danno per11ino, J)OveroSergio! del prorea• aore e lo fanno dlrellore della Gromtl(la, lui che non Intende,·• una parola del piccolo ruMOI Emigrato, 111H!lunse la miiflione di far coooacere al pubblico oeeldeotale quelli che puaavano ,otto il nome di • 11ikili11i•; Il primo suo luoro: La Ruuia ,ottu-ranti0, fu at.ampato in appondioo al Pungolo di Milano. Il veterano soelaliata Pietro LnvrolT ai augura, nella prerazlone n questo libro, che l'alletto apa.rao dall'autore a piene mani ,u t1tnti 111oiamlel ed amiche eonJannali, deportati, impiccati, di cui uarra dal vero I pati– menti e le geaia, valgano alla Hu11&iatribolala e ribelle la simpatia e l'aiuto dell'Eu ropa eMle. - Anche In Italia (dove, nel 76, implicato con Ca.fl.er.io Malatesta nei moti di Benevento, avev11.già flOITertonove me.i di carcert), Stepniak non potò a lungo 80&lare: hl poli1ia a'in101pettl del mlsterl090 forestiero, ed egli, senza attendere lo afratto, riparti per la Svizzeri. In Inghilterra, dove lo precedette la traduzione della Ruula. «>1ttrra11to, pouedendo a meraTl(l:lia l'ingleae, Il tedeaco, il francese e l'italiano, tro•ò aubito lu·oro; giornali e riviate 11e ne di1putarono gli scritti. La pubblicazione della Sibtria d.i Kennan acerebbe l'Interesse del pubblico inglese po1· le vllllme dello Ciarismo. Oli emigrati ru11I a [,ondra disegnavano una aoeiet:i, fra per.io11alit.àspiccate d'Inghilterra, per la difesa de.Ila libtrtà nell'Impero m08CQvlt.a. r.on Wolkowsky, fuggito di Siberia e ripunto a J.ondra, Iniziò la ao.:ielà el Il aiornale Frtt Rt1,aia. Scrluo intanto /.o Cffrritro d'un 11ikili•ta. (ri • prodotta in a1111tndi~ e J.dl' ltaUa dd Popolo), il gro110 volume l" /lu,aie 80118 ltil '/'zar,, 0 un aubls!IOdi opu11colldi propa•

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