Critica Sociale - Anno VI - n. 1 - 1 gennaio 1896
10 CRITICA SOOIALK LA QUESTIONE AGRARIA I. Oon questo nome si è ormai convenuto di chia– mnro Il problema davanti nl quale si trovano i so• clalisti nllorchè, nella 101-0 pro1mgnnda, vengono a contatto coi la\'oratori dello campagne che non sono ,•eramonto e completamento prololnri, e cioé con piccoli propl'iet.nri, piccoli flttabili, meu.adri, coloni. Il problema ò pe,• molti lati simile a quello che si p1'CSentanei centri cittadini in cui soprav, 1 ive il mestiere e resiste la piccola industria. inralti, tanto il minuscolo proprietario o il magro cointeressato nella proprietà della terra, quanlo il p1'0prietario della piccohl officina, credono di essere completa– me:nto pad1'0oi del frutto del loro ln,·oro; non hanno la porcozione distinta di una classe contro cui i loro interessi sieno i11 antagonismo; la loro a.spirazione a miglioramenti economici non si lova al disopra delll\ p1·ooccupazione per la loro sorto industriale. A ,llfl'orouza ciel hwol'ato1·0 salariato. ,ml cui spi· l'ito li rapporto economico. di cl'istnllina chia- ~~~1:~. ifi~'o:!toi:1.:.'~11~i 1 ~! 101:°~~:~~:!, si~~ carro. la sua incudine, il suo telaio, mal può, sen1.a uno ~forzo, sposare una dottrina, seoondare un'agitazione. che ha per premessa storica e logica la seJ>arazione del lavoratore dagli stromeoti del la,•oro. Orn; può es.so fare questo sror1.0T e se lo può fare. come de,•e la propaganda soclnlista venirgli in niuto? Ecco Il problema pili ampio, nel quale è inchiusa In cosidetta « questione agr:.\l'ia >. Questa ,·a J>Ol'Ò coutmsscgnafa da una difOcoltà sua particolare. Monti·e nessuno parla, pe1'Chòsn1-ebbo 1111 nonsenso. di socializ1.azioue degli sir'omenU posseduti oggi dall'artigiano, nel mondo agricolo s'affaccia in,•ece la questione, se la terra. cho oggi è in mano del piccolo proprietario colth•atoro, possa o debba, se– condo la dottrina socialista, passare alla gestione soclnle. Dalla risposta a un tal quesito dipende e,·i– dentemento la risposta alle domando precedenti. Per coloro lnratti i quali dicono cho anche la piccola propt·ielà della terra dO\'e sparir-e in regime SO· cinhsta, la risr.osta alla domanda so il piccolo pro– prietario possa e come possa di\'ontaro socialista. ò \Jeu alh•a dalla l'isposta di coloro che alla pro– JWietn coltivatrice p1·omettono, in nome del socia• lismo. il l"ispetto e l'intangibillt:\. Ma noi qui diamo senz'altro por ammesso quel che è la nostra convinzione in argomento: che cioè anche la piccola proprietà iudh•lduale della terra sin Incompatibile col sociali.smo; e lo diamo per ammeuo, <lacchè tutti e due i nostri collaboratori del quali pubblicammo(') e commentiamo gli scritti sulla « questione agraria •• convengono in ciò per– fettamente, pur essendo fra loro agli antipodi in tutto Il 1-esto. Dov'essi si dividono è nella risposta alla domanda: può il lavoratore che ò anche pic– colo proprietario essere conquistato dal mo,•imento socialista f Lucio dice no, Gatti risponde si. Lucfo dice: sopra una popolazione 1•uraledi 18mi– lioni noi abbiamo 4 milioni e mozzo di proprietari. Qui è ovvio osservargli subito che rimane dunque una ml\SM. ben grande di popolazione rurale che non otri-e le caratteristiche resistenze della piccola propl'ietà terriera. Per non parlare dei mezzadri, che cominciano (come Lucio ce ne dà un esempio per la Romagna) ad avere un tipo ben diverso da (') venati l'articolo del doti. oanl nel pncedente fascicolo e quelli di Lucio nel precedente fatclcolo ed ln qunto. quello del mezzadri di cinquant'anni fa, c'è tutta la falange dei coloni o contadini obbligati, che non si può assolutamente, se01.a gra,•o errore, mettere in un fascio solo coi piccoli JH'Oprietari per ciò che rigua1'da la loro accessibilità alla pro1mganda socia– lista. 11101'0 tipo si accosta i11Rnitamente più a quello dei braccianti che a quello del piccolo \wopl'ietario o doll'afllttuale. Ma Lucto li motto tut i quanti in ~:gn 1 ~n: 1 ~~fo~~ii~! 1 ~J;::~i21~~t~\,:nst:ai~~~il~~f~~~ ò che i socialisti debbono, pe1· ora, astenersi dal tentare la conquista dello campagne. limitandosi ad affrettare la trasformazione industriale dell'agt'i– ooltura. 01-a, noi consentiamo con Lucfo io qua.si tutti i consigli che egli dà, in Rne del su o scri tto. per l'azione indh•iduale e occasionalo dei socialisti, ma ci separiamo tolalmcnto da lui affermando che il partito deve proseguire la iniziata conquista delle masse rurali; dove. cioè. continuare nella sua pro– pago.uda fra esse, non mnschomnclosi, non adope• 1·anclomozzi come quelli consigliati dal Oatli, ma mostrandosi pe1· quel che è, tutt'into1-o, o facendo =~~~g~~i1~gi~~ precisamente sulla g1·a11de ,•erità dei l,o de,•e perché lo può. O come lo può - replica t,1u;to - se le forme della piccola propl"ielà, della me1.uvlrin, dell'affitto. del colonato sono ancora forme medieVllli di JH'OduzioneT E non è ri§..'tputo e con– ~~fu~~pff!~i!~~ialismo non fiorisce che sulla pianta Ve1·issimo, ca1'0 Lucio. Se la fo1·m11 capitalistica di p1'00u1.lononon rosse, neppur noi saremmo so. cinlisti. E noi che scri,,iamo - badato - non siamo dei p1'0lolal"i. Ma se non siamo p1•olota1•l, sentiamo 1>e1'Ò nelln nostra vita matol'ialo e mol'nle la riper– cussione di quel capitalismo, che ha croato e va :\Umeutando di giorno in giorno In massn del pro– letariato. Cosl il piccolo proprietario. il mel1.l\dro, il piccolo Rttabile e il colono, pur non essendo nncora prote– tarizz.aU,sentono l'influenza indh-ettn.del capitalismo nei loro rap1>0l'tieconomici e la possono perciò sen– tire anche nella loro vita intellettiva. Lo formo este• l'iori di produzione, nelle quali quo3Ulgente si mo,·e o vive, 110110 ancora medievali; ma dentro a esse già è penetrato il tarlo che le dissolve. Ln. formazione d01 g1•andi Stati borghesi e la conco1·1'811za inter– nazionale si fanno sentire, e come! anche nell'eco– nomia del piccolo propl'ietario lavoratore. La rapina Rsealo, la ra1>ina usuraia o anche solo bancaria (an– che la b..,ncnria: nel Congreuo economico di Milano del 1891 si 1wopose poi mutuo agrario l'interesse del 3/}0 •1 •• menlre oggi l'agricoltura non dà un pt'ORlto maggiore del 2 1 /, • .) o. ph'.1di tutto, la oscillazione febbrile e la discesa precipitosa dei pt-ezzi di quasi tutti i prodotti agricoli. ranno tra– ballare la terra sotto i piedi della popolazione agri• cola e la rorzano ad aprir gli occhi, a t'Ompere il suo vecchio guscio morale, cosi come ormai ha co– minciato n rompersi il suo guscio economico. La propaganda socialista può dunque i>enetrare anche fra i ceti che parevano ad essa I più 1'8- frattari. Una perforatrice automatica ha lavorato e lavora per noi i ed è la influenza indiretta del capitalismo anche sui rapJ>(?rti antiquati di pro• duzione agraria. Ai socialisti non resta che se– condare e perfezionare l'azione della perforatrice economica, rh-olgendola alla coscienza di questa gunto, che oggi ba la corteccia piccolo-proprietaria, ma presenta già, sotto, le linee caratteristiche del proletario. La propaganda socialista non ha che da denudar-e la menzogna di queste forme a base di piccola rl'Oprietà, facendo constatare agli interessati che ess non sono ormai più alh'O che padroni no•
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