Critica Sociale - Anno V - n. 20 - 16 ottobre 1895
CRITICA SOCIALE 315 lrnnin si era rivelato «adulterato» dal marxismo. I moderni anarchici, a cominciare da Krapotkin, lo sono anche più. (') Tutto ciò sarebbe r1dicolo, se non fosse troppo triste, come dice il poeta russo Lermontoff. In realtà, è triste. Ogni qualvolta il proletariato fa uno sforzo pet' mi~liorare in qualche modo le sue condizioni econom1che,ecco sbucare da ogni parte « uomini di cuore •, che pretendono di amarlo tenerissimamente e che, fondandosi sui loro zoppi sillogismi, tentano di sviarlo dal suo movimento e fanno tutto il possibile per persua– derlo che tale movimento è inutile. Lo vedemmo, ad esempio, in occasione delle otto ore, che gli anarchici combatterono, ovunque poterono, con uno zelo degno di miglior sorte. Se il proletariato non se ne cura e tira avanti a inseguire il suo scopo « immediatamente economico » - come ne ha la fe1ice abitudine - gli stessi « uomini di cuore » ricompaiono muniti di bombe e porgono al governo la desiderata e ricercata occasione di piombargli addosso. Lo vedemmo a Parigi il l.' maggio 1890: lo vediamo spesso in occasione di scioperi. Ottima gente, questi « uomini di cuore > ! Un anarchico non vuole partamenta1•isrno perchè questo non fa che «addormentare> il proletariato; non vuole riforme, perchè le riforme significano compromessi colle classi possidenti. Egli vuole la ,~tvoluztone, la sempltce ed intera rivoluzione, immediata e immediatamente economica. Per riescirvi si munisce di un vaso ripieno di sostanze esplosive e lo lancia sul pubblico, in un caffè o in un teatro. Egli pretende che questo è un pezzetto di rivoluzione e noi. ahimè! non sappiamo vedervi che un « immediato ., delirio rurioso. Non occorre dire che i governi borghesi, per quanto reagiscano severamente contro gli autori degli attentati, non possono che compiacersi di una simile tattica. « La società è in pericolo ». « Ca– veant consules ! -, E i consoli poliziotti si mettono all'opera, profittando degli applausi che l'opinione pubblica prodiga a tutti i provvedimenti più rea– zionari escogitati dai ministri pe1• salvare la so- ci~ . I terrm·istici salvatori della società vestiti in uniforme, per conservaro il loro prostigio agli occhi dei buoni borghesi, devono comparire circondati da. una. sacra aureola. di messia dell'ordine, e a cinger loro quest'au– reola contribuiscono gli sbarazzini atlontati dei terro– risti in cenci. Cosl questi buoni diavoli, gonfi delle loro vacue fantastichorie, non sospettano neppure di non essere altro che doi fantocci meccanici, i cui fili sono tirati da ben più abili terroristi nascosti fra. lo quinte dal potoro; non si accorgono cho la. paura o l'orrore ch'essi spargono non servono ad altro che ad offuscare quel po' di senno ai suddetti buoni borghesi, perchè applaudano ai macelli cho spianano la via. alla. rea– zione. (') Già Napoleone Ili usava di tempo in tempo alle– stirsi un attentato per salvare una volta di più la società minacciata dai nemici dell'ordine. Le can- (') L'Ignoranza di Grave, ti• profondo pensatore,, è in generale aual ragguardevole, ma essa supera ogni limite del 1>ossibileIn materia di economia politica: qui es&a.non è uguagliata che da quella del doUo geologo Krapotkln, il quale, tosto clie si aHicina ad una questione economica, dice le cose più mostruose. Ci duole che lo spaiio non ci consenta di diteUare i nostri lettori collo speltacolo dl!lla economia politica anarchlsta. Essi debbono con• tenlaNI di ciò che Krapotkln tneegna loro su Mari: e sul plus– ,•alore. (') vo,•wa,•t.1, t3 gennaio tS9~. dide confessioni del punto candido Andrieux ('), l'ai•rabattarsi degli agenti provocat01·i austriaci e tedeschi, le recenti rivelazioni sull'attentato al Par• lamento di Madrid, ecc., dimostrano a luce meri– diana quale enorme profitto tirino gli attuali go– verni dalla tattica dei « compagni » e come il còmptto det terro,·tstì tn unif01•me sarebbe ben ptù di{fictle se glt ana,•chici non mettessero tanto zelo aà agevolarglielo. Cosi anche la stampa conservatrice e Peazionaria non dissimula una tal quale simpatia per gli anar– chici, e deplora amaramente che i socialisti coscienti non vogliano aver nulla da spartire con essi. « Li hanno cacciati fuori come tanti cani », gemeva il l''iga,·o di Parigi quando il Congresso di Zurigo li mise alla porta. (') L'anarchico è un uomo che - quando è in buona fede - si frova costretto a riescire sempre ad uno scopo opposto a quello a cui mira. « Mandare dei lavoratori in Parlamento - diceva Bordai al rrribunale di Lyon nel 1883 - gli è come se una .madre conducesse sua figlia in un postri– bolo. • E dunque anche in nome della morale che gli anarchici rifiutano l'azione politica. Or bene, a che riescono poi con cotesta loro paura della cor– ruzione parlamentare? All'apologia del furto (« ar– matevi di quattrini », raccomandava Most nella F,•eihelt), alle prodezze dei Duval e dei Ravachol, che in nome della « causa » non rifuggono dai de– litti più comuni e più ripugnanti. Herzen, il noto scrittore russo, racconta, in qualche pagina de' suoi scritti, di una piccola città italiana, nella quale non gli riesci d'imbattersi se non in p1•etie in banditi. ma ciò che più Io sconcertò fu l'impossibilità di distinguere quali fossero i banditi e quali i preti. È questa supergiù la condizione, oggi, degli uomini imparziali di fronte agli anarchici : come indovi– nare dove cessa il « compagno » e comincia il bandito 1 Gli stessi anarchici non sempre vi rie– scono, come lo provano le controversie suscitate nei loro circoli dal caso di Ravachol. I migliori fra essi, quelli la cui rispettabilità è assolutamente fuori discussione, non hanno essi stessi un'opinione ferma e costante intorno alla propaganda del fatto. Eliseo Reclus, ad esempio, scrhreva: Condannare la propnganda del ratto f Ma cho altro è questa propaganda so non la prodicazione del bene o ( 1 ) "I "compagni• cercavano qualcuno che depositasse la ct1.u– zlone, ma l'infame capitale non parea 1mntodisposto a compiacerli. Io presi a parte l'infame capitale e riuscii a 1iersuaderlo ch'era nel suo tnure.s6e favorire la pubblicazione di un giornale nnar• chlco .... Non si creda che lo olTriul con IJrutale schlettena 11gll anarchici la mano soccorrevole della Prefettura di polizia. Inca– ricai un borghese ben vestito di andare ln traccia di uno del pili lntelligentl ed atti\•! di H8I. Egll spiego loro come avesse accumulato col commercio delle droghe un discreto 1iatrlmonlo e come ora desiderasse di consacrare una parte del suo reddito alla propaganda socialista. Questo borghese, che In sostanza chiedeva di essere divorato, non Ispirò al e compagno» la più pic– cola diffldenr.a. rei 1110me:r.zodepositai al demanio la 11ommt1. richiesta per cauzione e cosi il giornale La Reflotuuon aoc/ale annunciò la sua apparizione. Era questo un giornale settimanale; la mia munificenza di droghiere non si spinge\'& sino a far le spese ad un giornale quotidiano.• (Souvenir a•unprlftt aepollce: Ju\cs Routr e c., édlteurs; Parigi, t885; r, pag. 337e seguenti). ( 1 ) Fra parentesi: gli anarchici pretendono l'ACcesso ai Con– gressi sociallall In nome della libertà del popolo. Or ecco qui l'opinione del monitore anarchico (rancese Intorno al Congressi: e Oli anarchici de,·ono esser liell che alcuni di loro J)oterono presenziare Il CongreHo di Troyes, Altreuanto sarebbe stupido e sent:a scopo nè significato un Congreuo auarchista, quanto Invece è logico proftttare dei Congressi socialisti per &\'Olgervlle nostre Idee.• (La Rdt:olte, IHt gennaio t6S9). Non abbiamo dunque noi li diritto - giust'appunto fn nome della ll~td - di pregarli di lasciarci tranquilli I
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