Critica Sociale - Anno V - n. 19 - 1 ottobre 1895

CRITICA SOCIALE contanti e produca una rarefazione di numerario sul mercato (restringendo il credito) perchè i possessori di titoli sieno costretti a rarsi riportare, cioè a pegnorare in orrctto i loro titoli, nella speran1.a di riscattarli pili tardi. Ora l'alta Banca basta che elevi al disopra della medio. il tasso di riporto, perchò non sia più. di conve– nienza degli interessati di rar t·1j>0rlare i loro titoli o sia più utile per essi di procedere a vendile, affrettate tanto piò in quanto il salire del riporto sui titoli è un indizio della. loro poco solidità o li deprezza.. A questo punto interviene a grado a grado il sindacato ed as– sorbo lentamente - al minimo prezzo - a.Icosto dello lagrimo di tanti - le azioni agognato. Ma questo ò ancor nulla di fronte all"operazione, ora• mai unh•orsa1monto usata o riconosciuta. da. pseudo– sa.pionti come il ca.pola.vorodoll'n.bilitù. finanziaria.,nella. omissione dello nzioni dolio società anonime, cioò l'incetta dello a1.ioni fra gli azionisti o lo continue do– mo.udo di esse sul mercato a scopo di farle salire di prezzo. Cosl si costituirono in Italia le strombazzale solidit..\ finanziarie della Banca Nazionale, cosi quelle della Ban••aTiberina, del Credito Mobiliare e di tanto o tnnlc altre Banche fallito od In ,•ia di fallimento. Alla rapida. fortuna dei primi giorni tien dietro il rapido declinare degli ultimi tempi. E quando, dal gioco natu• raie del fatti, la necessità si impone che i tit01i cadano di prezzo, che essi raggiungano il loro naturale livello od equilibrio, e la realti.\ pon capo al fallimento, ad una voce gridano i Cacascnno della stampa. borghese: qui vi ha la mano « della banda nera •; o si vocia contro i e demolitori del credilo nazionale •· Ma non era e d&– moliziono del credilo nazionale • derubare i capitali gonzi, attratti dalla vertigine dell"aumento provocato coQiarliftcialmenle1 ( 1 ) . .. Intanto ò fol'se possibilo pensare la Borsa senza. con trntli a termino, senza.operazioni di t•il)Orlo e di depo,·to, sonzn.siodacati o senza medlalo1H In un periodo di sviluppo industrinlc, in cui l'industria. ed il capitalo hanno perduta ogni impronta porsono.loper trasformarsi in sogni rapp1•oscntativi di disponibilit.à. di una certa somma di valore sociale, lo scambio diretto è addirittura Impossibile come lo ò l'impiego dei capitali disponibili. Personalmente al capitalista. non importa niente affatto se il suo capitalo a lui rrulti un profttlo od un interesse; se impiegato nella produzione o meno. li suo capitalo ò come un titolo di società per azioni: esso gli dà. di– ritto ad un& pa.rto fissa di utili, senza preoccupazioni personali. È nel caratl-Oro ,ociald del capitale, cioè di non essere più il prodotto dell'attività di un indivi– duo il percepire, indipendentemente da. questa. attività., un inl<!rosso.Il collettivismo capitalistico è qui perfet– tamente realizzato; qui dovo ò sparita. ogni ombra del• l'attività dell'individuo, dove ìl capitalista. è semplice– mente un taglia.toro di cuponi. Con la scissione del profitto in guadagno dell'impren– ditore., come corrispettivo della sua. personale attività, ed in interesse del capita.lista, come espressione del monopolio sociale che osso esercita sui mezzi di pro– duzione, la produzione capitalistica è separala da ogni rapporto di relaziono con la circolazione dei segni rap• ar(:ln~l~;~fe~te 1 ~o::' 0 ~1t!nf~~la:1~~1 8 1n 8 :a11.~:1~1~1~trt 1 !ro ~ ~1~~ menti, ecele.slaetlcl ed lnduatrlaU e peraone d! classe anche lnfe– rloN ranno della undlla dell• ulonl non ancora emeue una cottantt occu1)&r.lone, e queall commerci formano li meizo pre– cipuo onde I pretlltl fraudolenll e le .aclett apeculatricl aono r•I poe1lblll. • Sn.uc~: DI• Bilr1e,ulfe'll,te, Leipz1g, t881, pag. 73. presentativi del capitale, cioè dei titoli di esso. D'altro lato, l'enorme crescere della ricchezza sociale non con– sente al capitalista di trasformare in capitalo produt– tivo tutta la massa prodotta. del profitto, onde la ne– cessità di darlo impiego in titoli pubblici. li carattere ,ociale della circolazione o della produzione capitalistica o quello perumale del modo di appropriazione domi– nante sono continuamente in conflitto. li primo, a mi– sura. che acquista nuovi territori da sfruttare, demo– lisco a volta a volta il vecchio modo di produzione e circolaiione della ricchezza, il secondo ne sfrutta i ri– sultali nell'interesse di alcuni. Ma l'elasticità del sistema economico capitalistico non può esser messa in opera so non appunto in ragiono dirotta della facilità che il sistema. istesso può possedere di spogliarsi del suo ca– rattere personale cd individualistico. Nella facilità che la Borsa offro di trasfornHu'o I simboli della produzione in oggetti produttivi; nella celeriti\dol modo di rarcir– colaro il capitale prodotto o noi trasmettere la dispo– nibilità di tutti gli oggetti prodotti, si colpisce la ca– ratterisca ,ociale del capitalo nel modo pili evidente. Qui dav\'ero la ricchezza. 1>rod0Uaacquista una.potenza ed una forza sino allora sconosciuta. Qui la febbre del guadagno par quasi di"enti una benefica. energia so– ciale, perchè ò per il suo tramite che si opera l"enorme ricambio materiale della società. Ed è un tal suo ca– rattere benefico che fa restare intontiti i primi apolo-, gisti dol credito, o dà. ad ossi quell'aria che sta fra. l'imbroglione ed il prorota. Ma, d'altro lato, l'appropriazione personale di queste cncrgio sociali crea la miseria. là dove appunto solo do,,-ebbo risplendere la ricchezza e fa usciro il dolore da.Ila gioia. Il carattere sociale del capitale, del credito. perciò, sta nel poter disporre dei risparmi degli altri, nell'utilizzare tutte le fonti della ricchezza pubblica. L'appropriazione personale porla a trasformare in utilità di pochi la ricchozia. di tutti. La Borsa è l'esca atfa.scinnnlo o sirenica 1>cr il cui mozzo, per il mezzo dolio Banche, I piccoli rlspal'mi suda.ti dai poveri, lon– tani conladini finiscono in bocca ai lupi dell'alta Banca. Essa ò il mezzo più coloi.sale di appropriazione della ricchezza dogli altri cho sino adesso si conosca. Maessa ò lo strumento pil\ efficace che nello mani del capitale serva a ridurre il numero dei suoi signori. La Borsa, in ultimo, è un duello fra capitalisti: duello a morte, che termina con lo sparire di uno dei contendenti. In essa la. rovina o la desolazione, l'intrigo e l'inganno saltano fuori dallo stesso fonti che producono il com- 1>l~so dei rapporti sociali odierni. È precisamente per questo cho, so la stampa borghese si balocca con la e banda nera. •• i e nemici del credito ►, ecc. ecc., essa si gual'da bono dal dire che la causa dei mali denun– ziati è la Borsa is tessa. E torso essa pensa che tutto ciò ò tanto ovvio, qua.si da non meritare la pena che venga rilevato. In fondo questa è pure l'opinione di tutte le persone di buon senso. D'altronde carezzare l'utopia dell'abolizione della.Borsa, come predicano gli antisemiti tedeschi, sfolgorare sol– tanto il capitale finanziario e levar inni al capitale in– dustrialo cd al possesso fondiario, significa confessare la propria. impotenza a conoscere i ratti della società. in cui viviamo. Questa sottintendo pur sempre produ• ziono o circolazione sociale - od appropriazione indi– vidualo. Poi' la prima caratteristica, la Borsa, e tutti gli altri strumenti del credilo, sono indispensabili; per la. secondo., il loro abuso ed i loro danni appaiono come inevitabile discendenza. ARTURO LABRIOLA.,

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