Critica Sociale - Anno V - n. 19 - 1 ottobre 1895

CRITICA SOCIALE 293 fenomenoprodotto evidentemente dall'importazione di metodi di lotta. propri a partiti socialisti di paesi in– dustrialmente progrediti - avrebbe potuto ostacolare seria.monte il movimento ascensionale del partito. Resta solo un còmpito: integra.re quella tattica pon– derata ed accorta, ra.cenJo sl che essa immetta. le sue radici nel paese e lanci le sue diramazioni là. dove la gran tenzone delle classi sociali ha il suo sfogo su– premo: nei pubblici poteri. Tanto nel paese che nei pubblici poteri converrà. che il nostro partito. pur organizzandosi, lotte.odoed affer– mandosi come partito distinto, si unisca, quale elemento stimolatore, al partito radicale ogni qualvolta esso accenni a volersi impegna.re seriamente in una lotla vigorosa a pro delle pubbliche libertà. e dell'avvento d'una fase superiore di evoluzione sociale. Non trovo perciò logica e conseguente l'avversione di alcuni compagni verso l'azione del nostro partito nel seno della Lega per la libertà, mentre non si disapprova, anzi si trova nat.urale l'azione combinata - per gli identici ftni - dei nostri deputati e di quelli di parte radicale nell'àmbito parlamentare. E non trovo del pari logica e conseguente l'asten– sione dei nostri deputati - per non citare che un solo esempio, vale\'ole per tutti, di azione parla.menta.re - nella votazione del provvedimento ftnanziario avvenuto nel giugno 1894, con cui si propose l'aumento della ritenuta sulla ricchezza mobile; non la trovo logica per la ragione che qualsiasi nuovo aggravio a.I capita.le mobile produttivo interessa non poco - sebbene in modo indiretto - la classe lavoratrice per gli effetti gravosi che nnno a ricadere su di essa, tanto per lo. ripercussione dell'imposta, quanto, e più, pel diminuire della richiesta di lavoro, che è conseguenza del ritrarsi del capitale produttivo. E non fu per un criterio diverso che la frazione so– cialista del Reichttag, nel novembre del 1893, combattè eloquentemente e respinse l'imposta sulle Borse esco– gitata dal ministro Miquel. ... Dal fin qui detto chiaro dovrebbe apparire ai com– pagni contraddittori che nella questione di tattica da noi sollevata la transigmta e l'affinismo hanno a che rare proprio come i cavoli a merenda. Per noi tutto si riduce a que:;;to: concorrere a che il sistema di pro– duzione capitalistica si sviluppi e si espanda il piil. rapidamente possibile, perchè sappiamo che ciò è la condizione indispensabile al .rapido sviluppo di quelle conseguem:e, che condannano l'ordine sociale borghese a spezzarsi contro una rivoluzione. Nel 1848 il Marx, pur riconoscendo che la questione del protezionismo e del libero scambio, agitandosi in– teramente nell'orbita. dell'economia capitalistica, non interessa direttamente il partito socia.lista, tuttavia si pronunciò a favore del libero scambio per la ragione che tale sistema agisce come forza distruttiva ed affretta la t·ivoluzione sociale. Non dovrebbe tale fatto essere una prova indiscuti– bile che il grande socialista era. alieno tanto do.quella tattica semplicista che è propugnata dai nostri contrad• dittori quanto dal ritenere che lo s,·Huppodella grande industria debba essere opera della sola evoluzione eco– nomica 1 Ad ogni modo, ben venga, o amico Turati, anche la vostra inchiesta statistica o morale sui partiti borghesi. Il ribadire tale proposta è dovere se si tien conto che essa sola, effettuata, potrà dare un fonda.mento solido e scientifico alla nostra tattica di partito, la quale - il sottacerlo è inutile - si può ben dire che costituisce una questione che si mantiene sempre viva e che s'im– pone viepiù seriamente ogni giorno. Una cordiale stretta di mano dal vostro GIUSEPPf: D' ANGEr.O. (P@scara). BORSE E BORSAIUOLI A propositodel fallimentoIU11ge_11 1 4el prooeaso Fraacara,eco. Lo stomaco di struzzo dell'opinione pubblica italiana non è ancora riuscito a. digerire il crack Bingen, ed i cosidotti portavoce del sentimento popolare si estasiano con fantasia inquisitoriale sui mezzi più opportuni per farla ftnita e con il brigantaggio legale annidato nelle Oorse >. Sono precisa.mento i giornali borghesi più au• lorizzati cl1esi con gittati cavallerescamente in questa lotta in difesa del e credito italiano>, e ad appoggiarli c'è tutta l'aud.teia della fertile schiera delle forti teste della finanza.pubblica italiana. Fenomeno questo non nuovo, cho già.si ebbe a nota.re in Germania in occa– sione di quella. serie di disastri di Borsa che reclama– rono la ben nota. inchiesta, finita notoriamente in nulla, e che anche recentemente accese tutta. la Francia. Ora di fronte al ratto consaputo del generale verificarsi di queste circostanze in paesi diversissimi per lo sviluppo delle industrie e per l'organizzazione del credito - della truffa. di Borsa, cioè, e della inanità. degli sforzi a porvi rimedio - non è mai balenato alla mente patriottica. o venerabile degli uomini politici borghesi che le causo di quei fatti si protraessero più in là. di quello che ge– neralmente si creda - più in là. del gioco della mal– vagità. personale di alcuni uomini e dei loro privati interessi. Appena. qualche anno addietro, il Gifl'en,capo dell'Uf· ficio di statistica. della. Gran Bretagna, scriveva: e La Borsa. di Londra è l'intermedia.ria, l'autrice principale dei piil. vituperevoli inganni. Ogni sorta di mezzi, corno contratti fittizi di Borsa, relazioni menzognere sul valore dei titoli, articoli ingannatori di giornali paga.tia questo di proposito, viene adoperato perraggiungereloscopo.>(1) Le istesso coso ripetono per il proprio paese gli scrit– tori finanzieri di Francia l'indomani del crack del Com– plofr d'Esco,npte, o le ridicono, quasi con l'intenzione di rivelare cosa nuova, i pubblicisti italiani colpiti noi tradizionali Joro sentimenti di oneslà, innanzi alla ro– vina dei Bingen e dei loro soc.ii sceleris. Qualche voce timida acconn~ in mezzo all'universale appellarsi a ri– rorme degli organismi del credito, ad un più radicale rimedio: aboliamo le Borse; ma.qui presto l'ironia.contro l'utopista si accoppia alla rabbia malcelata cl1esi stia per colpire nel segno, nella ricerca dello.cause. Il male, si esclam~ non ò già. nell'organismo della Borsa, nel modo delle contrattazioni, nei congegni predisposti a.I raggiungimento della circolazione del credito: esso sta nell'abuso. Il male non è la Borsa: è l'aggiotaggio. Ma qui si nasconde la finissima ipocrisia di questa gente. L'aggiotaggio ò la mammella inesausta a cui attingono la vita tutti i parassiti della. società. attuale. Vivere a spese del capitali gonzi, questa ò la segreta aspirazione d'ogni trarfica.nte di Borsa.. Con il suo con– sueto frasario paradossale e gonfio lo diceva però bene Proudhon: e Al banchetto dell'aggiotaggio, gesuiti, as- ( 1 ) Eco11om11t, I) febbraio 1889,

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