Critica Sociale - Anno V - n. 19 - 1 ottobre 1895
292 CRITICA SOCIALE I socialisti, è ovvio il crederlo, non possono certa– mente vedere con piacere la rovina della picco!& bor– ghesia; ma essi, consci del fatale andare dell'evoluzione sociale, hanno tulto l'interesse di non negare il loro cosciente concorso - se è vero che la legge m'Lrxisla della lotta di cla11t corrisponde alla legge darwiniana della lcJlla pc1· la vita - a che sia favorito ed tt.ffrettalo quel processo di selezione sociale per cui i ruderi del sistema economico-feudale, rappresentando uno stadio arretrato ed inadatto di evoluzione economica, siano sopraffatti da. una. forma nuova e superiore. Seguendo una tattica diversa, il nostro partilo, mentre da un lato non rarebbe che opporsi - indarno e a ,uo danno - al naturale processo di selezione sociale, dall'altra. non rarebbe che prorogare alquanto - o ciò non dev'essere ignoto ai piccoli borghesi che rormano l'elemento intellettuale del partito - quei dolori che si vorrebbero mitigare. Ancora. Nel nostro paese il proletariato, la. borghesia. magra. e quella Industrialo non solo sono schiacciati dalla grave mole dell'istituzione politica; ma devono subire tutte le conseguenze della.depressione che pro– duce nella nostra vita sociale la produttività incompa– rabilmente più ricca, che negli altri paesi è il portato della grande Industria.. È da ritenersi perciò che il nostro piccolo•borghese, che possiede, ma è asservito e ridotto al lumicino, e il nostro artiere, che ha. la sua bottega. ma soffre la povertà, non debbono meno del nostro proletario, disoccupato per buona.parte dell'anno, sentire la loro ioreriorità, dal lato del benessere eco– nomico, a fronte delle rormidabili organizzazioni del lavoro dei paesi industriali, lo quali, alle solide orga– nizzazioni del capitale, possono opporre - con mirabile unità di azione - le armi della. resistenza, dello scio– pero e del voto, per assicurare ed accrescere il più che sia possibile il loro diritto di compartecipazione alla ricchezza. sociale. So dunque - come bene osserva il Marx - il 1·apido aumento del capitale è la condi~ione più favol'aoole pel lavoro salarialo, io non saprei come lodare un partito socialista, che, lottando in un paese semi-reudalo come il nostro, non sapesse o non volesse decidersi ad un intervento razionale nell'antagonismo immanente rra la rorma. economico-sociale che si estingue - la feudale - e quella che diventa - la capitalistica. - per dare il suo valido colpo di spalla. a pro dello svi– luppo di quest'ultima, la quale, presentando una pro– dutth·ità. di gran lunga superiore, riesce di notevole vantaggio - sebbene in una misura. di gran lunga inreriore a quell& dei capitalisti - alle condizioni materiali della classe lavoratrice. Qui mi accorgo che forse non c'intendiamo bene. Ed b naturale se, mentre voi considerate la tattica del nostro partito dnl solo lato della lotta elettorale, io al contrario la cons.idero nell'insieme della vita sociale. Veniamo, perciò, al sodo. . .. li determinante fondamentale del dramma sociale contemporaneo b il conflitto d'interessi rra le due classi tipiche: bo1•ghesia o p1·oleta1·iato. E sta bene. Ma abbracciando con uno sguardo sintetico il gran– dioso duel10 1 non dobbiamo esimerei dal tenere nel debito conto le altre due lotte accessorie: l'una soste– nuta. dalle borghesie delle singole nazioni per conten– dersi il mercato mondiale; l'altra. combattuta dalla borghesia stessa. nell'àmbito di eiA.scunpaese per fiac– care e sopprimere i resti della signoria. reudale. Queste lotte, che !:licombattono nel campo delle classi dominanti 1 sono anzi correlative: quella nazione indu– striale, nella quale il feudalismo superstite sia abbio– sciato o spento, è in grado di potersi slanciare con più vigore nell'arena. della libera concorrenza interna– zionale. Altro punto. Ogni gruppo sociale ò indotto a roggiarsi istituzioni, leggi, costumi e eredenzo che direttamente lo interessano. Conseguenza: sono le diversità. economiche che de– terminano le diversità. delle manirestazioni morali, giuridiche e politiche nelle società umane. La lotta rra le duo rrazioni della. classe dominanté, e rra questa. e la classe proletaria, viene a.dunque ad impegnarsi con la. medesima energia dalla base al ver– tice della vita sociale. Qui si presentano inesorabili le corna del dilemma.:o il partito socialista dovrà considerare le varie (razioni della borghesia come una. massa ugualmente conser– vatrice, ed allora dovrò. negare del tutto e in qualsia.si caso la sua. inrrammettenza nella loro lotta intestina; o, al contrario, dovrò. tenere nel debito conto la lotta medesima, come quella che determina, con la soppres– sione della rra~ione più inada.tta 1 lo ascendere di una (orma nuova e superiore di evoluzione sociale, od allora non potrà nò dovrò. mai ed in quaùia,i caso - rerme sempre le distinzioni di cara.ttere e di programma - negare il suo appoggio a quello dei duo partiti borghesi, che, lottando per la civiltà e pel progresso, è destinato al trionro. Quale delle due vie deve prendere il partito nostro? La risposta non può essere dubbia. Se il movimento storico contemporaneo è contrasse– gnato da tre rasi successive ( 1 ): agita:ione alla ba.sedella vila sociale, lolla elettorale e agita~io11eparla1ne11la1•e; la tattica del nostro partito a rronto ciel movimento della borghesia radicale deve quindi esplicarsi in tre rasi successive: nell'agitazione alla base delta uita so– ciale, nella lotta elettorale e nell'azio,ie pal'lame11lare. Debbo io svolgere ed approrondire questo complesso postulato tattico l Niuno può dubitare che lavoro sitratto non può essere suscettivo di una. trattazione astratta. Esso non può certamente eff'ettu&rsiche sulla base di un ricco corredo di studi obiettivi e di dati IJOSitivie concreti non solo sulle differenze economiche, etnografiche e sociologiche <'he,nelle varie plaghe, dànno la ragione di essere alla fisiologia dei partiti, ma altrosì sul cumulo delle ma– nirestazioni morali, giuridiche e politiche che, nell'à.m– bito dei pubblici poteri, è la risultante dell'altitudine dei partiti medesimi. Comunque, ò bene che il concetto informatore di questa. tattica sia almeno adombrato. Chiunque, spoglia. la mente d'ogni disposizione dog– matica, si rarà a giudicare con ponderazione il trinomio tattico propugnato dai socialisti milanesi, dovrà. con– vincersi che esso è in diretta rispondenza. con le con– dizioni speciali in cui si muove il partito in Italia. Quanto a. me, confesso franca.mento che quel delibe– rato venne proprio in tempo a rafforzarmi il convin– cimento - generato di certo da.Ilostudio dell'ambiente in cui vivo - che quel tale formalismo fossile a. cui erano attaccati la più parte dei socialisti italiani - ( 1 ) E perchè non anche &incroneJ (NOta(klla CRITJC.A,).
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