Critica Sociale - Anno V - n. 18 - 16 settembre 1895
CRITICA SOCIALE 281 con ugual verità. circa alla morale individuale, cioè a quel complesso di norme che è convenuto chiamare doveri verso sè stessi. Questa pnrte della morale si mani resta più tardi della I prima, e come prodotto d'uno stadio intellettuale più evoluto. Infatti è naturale che nella coscienza si fissino dapprima quelle regole di condotta, ,·iolando le quali si va incontro alla reazione degli offesi, che non quella tendenti allo sviluppo cosciente e superiore del proprio carattere, che sono pt'ive di quella sanzione. Questo ultime non possono sorgere che in un periodo di pill largo e illuminato sviluppo intellettuale. Quella parte della morale che le comprende segna quindi uo·evo– lu2ione ulteriore e più alta. dell'etica umana; e sarà. quindi, eticamente, tanto meno perretto un assetto sociale quanto più incepperà il raggiungimento di questo grado superiore dell'evoluzione morale. Le norme pili elementari di condotta verso gli altri, come il rispetto della ,·ila altrui, sono già organica– mente flssate nella coscienze. normalmente sviluppata, e su es~e quindi, di regola, non può a.,•ere nessuna Influenza. l'ambiente economico i o diciamo di ,·egola, perchè è notorio che la. mìserìa proronda e prolungata può produrre una. reversione noi sentimenti mora.li o risvegliare i più selvaggi istinti criminosi, già. sopiti. Ma.lo norme piò elevate che riguardano la. morale in– dividuale, quelle che mirano a.Ilo scopo interiore della. formazione d'un carattere e nel quale pensieri, senti– menti, azioni sieno sotto l'impero a"bituale d'una. volontà. ben costruita. » (I) sono ancora debolmente impresse o solo fluttuanti nelle coscienze comuni; e non potranno flssnrvisi, in modo da essere stabilmente acquisite alla specie umana, elle so l'ambiente sociale è ravorevole alla lenta, ma incessante e stratificazione » d'impulsi analogamente elevati. E siccome la rormazione di tali caratteri ò la piò alta. finalità. umana, è necessario giu– dicare un ordinamento economico anche alla stregua della maggiore o minore racilitazione che esso offre al raggiungimento di questo scopo supremo. Secondo la genio.le dimostro.ziono del Sergi ('), non si dà. carattere so l'educazione non è riuscila. ad orga• nizzare gli elementi ereditari di esso coi nuo,·i e In modo che non vi sia discontinuità e non apparisca dis– armonia. Ma affinchè l'educazione riesca ad una. tale organizzazione ò necessario che gli insegnamenti della pratica e l'esperienza della vita non creino invece (entrando in conflitto con gli impulsi che l'educazione cominciava a sviluppare) un nuovo elemento di disor– dine e di incoerenza. Ed è ciò appunto che avviene abitualmente nell'odierna società. capitalista. La massima. parte dei piò. elevati sentimenti che gli educatori si sforzano di rar nascere nelle coscienze giovanili - amore incondizionato per gli altri, compassione pro– fonda ed attiva per gli altrui mali, entusiasmo per In giustizia assoluta, delicatezza intransigente di pensiero e d'azione, odio senza. concessioni per ogni cosa vile - In contatto colla realtà delrambiento economico, dopo una. lotta più o meno lunga, vengono sconvolti e so– pra.ratti. Tali sentimenti nella. maggior parte degli uomini maturi non destano più che un sorriso di com– passione, come per una infantile utopia; altri vi pen– sano con un senso di rimpianto come per una bella idealità perduta e irraggiungibile - quelli sono gli uomini e pratici >, questi i poeti. Ma. tutti finiscono {1) JdAl!SDUY, La .-e,poniabUltd "tll• ttttllattlt mentali. Tradu• t:lone Tamaula, palf, Ut. (') Ssao1, hlcologla per le •cuote. - Duroolard, pag. !05. per piegare la coscienza al modo consuelo di pensare e di agire. E se pure in alcuni individui superiori quei più elevati sentimenti resistono, il permanere di essi nella loro coscienza produce raramente un modo d'o– perare netto e deciso; più spesso non ra. che perpe– tuare la lotta trà. quegli stessi sentimenti e la maniera abituale d'operare, rafforzata dalla tradizione, dall'uni– versale consenso, dai sofismi ripetuti o mascherati di logica. Appunto per ciò Schopenhauer scrive che e à un brutto sintomo, cosl dal lato morale come dall'in– tellettuale, per un giovane il raccapezzarsi racilmente in mezzo alla conrusione delle vicende umane, il tro– varvisi bene, e il mettervisi dentro quasi vi rosse stato preparalo anticipatamente; ciò indica volgarità. Invece un atteggiamento conruso, esitante, imbarazzato e a. controsenso ò in tale circostanza indizio di nobile specie » ( 1 ). Jnro.tti solo negli spiriti superiori, in cui quei sentimenti più alti lottano ancora por esercitare la loro influenu contro i sentimenti più volgari o co– muni, la limpida percezione dei motivi che de,·ono muovere razione resta in molti casi dubbia e offuscata, come anche rimane velato ed incerto il concetto del dovere. È appunto ciò che succedo in ogni epoca di disintegrazione. L'organizzazione del carattere richiede anzitutto che Il primo impulso educativo, che additi la mèta nobile e alta cui è. d'uopo raggiungere e infiammi l'animo a tentarne la conquista, sia l"opera. esterna - opera assidua e paziente - del maestro e del libro. E su– perfluo avvertire elle l'immensa. maggioranza degli in– dividui è priva. n~l'odierna società di questo primo impulso esterno i e rimane cosl in uno stato di inin– terrotta cecità morale, senza che neppure baleni mai alla sua mente l'idea di una maggiore elevazione e della grandezza veramente umana che v'è nell"opera raticos& spesa per il perrezionamenlo di sè stessi. Ma la rormazione completa del carattere richiede ancora il lavorio interiore, lungo, continuo, accora.lo della riflessione meditativa. Uno dei più geniali psico· logi moderni, il Payot, ha scritto di recente un volume per dimostrare come la riflessione meditativa sia ne– cessaria per questo 1elf-developm.c1ll che riuscirà. alla rormazione d'un'umanità superiore come ultimo termine di quella lunga evoluzione che, durando da tante mi– gliaia d'anni, ha prodotto degli esseri pensanti e do. questi degli esseri morali; giacchè, com'egli scrive, e la riflessione meditativa produce nell'animo slanci elTettivi preziosi quando si sa utilizzarli; essa è inoltre la. grande liberatrice, poichè essa ci permette di resi– stere al tumulto dei sentimenti, delle passioni, delle idee che si precipitano senza ordine verso la luce della coscienza > ( 1 ). Lo stesso concetto del resto svolse con grande chio.rezza il Gabelli nel capo lll di quel suo splendido scritto: L'uomo e le scienze morati, dove scrive ria.ssumendo: e poicbè la libertà (l'A. parla qui di libertà morale) non nasce so non dalla riflessione, e la capacità. di riflettere non si sviluppa da un punto all'altro, ma rormasi e cresce a poco a poco coll"aiuto delle altre racoltà. e coll'esercizio, cosi avviene neces– sariamente anche della libertà. » (Op. cit. pag. i3). Ora è troppo evidente che nell'odierna società. capi– talista non v'ò che una piccolo. minoranza. che abbia agio di tempo e di tranquillità. per imprendere effica- (1) SCUOPIISHAUIR, A/orf.lmt •Wla 8QgflUZ4 d~lla ~ila. Tradu• r;lone Cbilesoul, - Dumolard, pag. tC.0. (IJ P.1.\"oT, L'tduoationdtla-colontd.-Paris 1Alcao 1895. J.hre 111, 9 VI, P•K· (0:S- e fd, I IX, pag. m1.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy