Critica Sociale - Anno V - n. 17 - 1 settembre 1895
202 CRITICA SOCIALE Sinistra. Ora vediamo se un t:,le criterio può dirsi ve1'0 anche per l'Italia. . .. Il Mezzogiorno d'llalia ed il Settentrione si distin– guono nottamenle fra di loro, dal punto di vi ta industriale, per lo sviluppo cho nel secondo trova il sistema di p1'0duzione capitalistico nelle suo fo,-me più prog1-edite, e pe,• la forma di p,'Oduziono patriarcale che domina nel primo. Di ciò è indice appu~to lo_svil_UPl'O dello forze p•'Od~ttiye. l,a forza motrice d1 cm dispongono le provmc1e dell'Italia settentrionale è senza conrronti superiore a quella di cui dispongono le provincie meridionali. Cosi la P.roletarizzazione dei lavoratori indipendenti, cioò 11l01'0 passaggio dall'ofllcina di 101'0p1'0prietà alla fabbl'ica propriamente detto, si compie su di un piede di maggiore ampiezza nelle p1-ovincie setten• trlonali che non nelle meridionali. L'istesso deve dirsi del movimento bancario e di risparmio, come in generale di tutte le altre manifestazioni della vita economica e civile. Sebbene il Settentrione d'ItaJia non possa dirsi una regione tnàush·tale, secondo Il senso storico di quesfa parola, appunto perché al Settentrione come al Mezzogiorno man– cano i due diamanti neri della vita economica, il carbone ed il ferro; esso deve dirsi, relativamente n!l'Ilalia, l_a~.ione in cui _l'industria regna sul piede cap1ta1ishco; mentre 11 Mezzogiorno, nella sua generalità, è afflitto ancora dall'esistenza del– l'industria patriarcale.(') Nel Mezzo(!'iorno d'Italia la produzione segue allo scopo, o dell utile diretto, come per lo più avviene nelle campagne, o del piccolo consumo locale, come nelle città. Il produttore indipendente fabbrica personalmente le merci o con l'aiuto di qualche oanone, e le spaccia personalmente. Il centro dei suoi all'ari non è la fabbrica, ma la bottega. sotto questo aspetto egli rip1'0duce tutte le circostanze del medio evo. Egli non sente, nè può sentire la sua connessione con il rimanente del mondo indu– striale. Il produttore indipendente dei giorni nosfri si accorge della sociotll solo per mezzo dell'agente delle imposto. Por il resto egli e un individuo essenzialmente anal'chico. li produttore del mestiel'O medioevale, appartenendo ad una corporazione e !egat~ a questa ~~ vincoli incoercibili, era un uomo rnfimtamente prn sociale del P,iccolo produttore odierno. Per il bottegaio sono più che mai vere le ossc1•,,azioni da noi riportate di Marx: esso non sente di formare, nò forma una classe. La sua atti1•it/, politica ò nulla, ma desso e l'elemento principale della vita politica di un paese come il nostro, perchè costituisce la maggioranza degli elettori iscritti. Noi Mezzogiorno contineoL,le il bottegaio è lutto. Esso incatena al suo magazzino l'operaio a cui ra dei piccoli prestiti in generi o in denaro, poich0 (•) S•lluppo della fora.a mo\rlce: l'ROVUfClli MIiano •• , 0enova Napoli 1rrn-.wxJ1t.o DliOLI Ol'Jt!CII . ..., 3.8H ! 704 ·-· Catllli !,!IO Sll.8!0 640 ! S.tm 308 8 .7113 luen Caulli U8S Xl.GOO J.100 30.m 579 J.489 Ve.di: Atrnall dt 1tatl1Uca. - /r,'oti,le sulle condt.tont ,nau• Urlali d~/la P,-OtfllCla di Afilano, P38",03, Roma 1893. Con lo •viluppo della Jlopolazlone quul Identico, la pro,•incla. di Na1>0IIC1Ccupa,ne.Ile fabbriche, &UiH operai (Notfrte lklfapro• rincia dl NaPol-1, P•i• tl:t) e quella di MIiano Ut 354 (Pro'Clntia dt MU1rno. 1>ag.43J). La popolulone della provincia di Milano t l.ltUSI t quelln. de.Ila provincia di Napoli t.(19'.:tn. pe1• lo più esso cumula In doppia funzione d'eser– cente e di usuraio. A Napoli, o,Te questi rapporti soc~nli.~ol_piscono.con e~idenza _meridiana, gh elet• tori p1u rnftuenti, quelh che dispongono di intere sezioni, sono i bottegai. La cronaca narra che la ,,ittorin del ~lagliani, contro il milionario e crispino D'El'rico, al1a sezione Vicaria, ru dovuto al fatto che all'ultima ora quest'ultimo non mantenne i patti stabiliti con un ben noto bettoliere della se– zione. Ora i bottegai, i piccoli produttori non hanno interessi di classe perchò non forman'o una classe, non hanno, nò pos~no avere idealità poli– tiche,. e sono rorniti per di più dell'anima servile propria del loro mestiere: tante condizioni per essere la materia prima della reazione. Una città ove la feccia manipola le urne, non può avere ~ sua espressione politica che la reccia, cioè tutti i Casale, tutti i Billi e lutti i Crispi di questo mondo. 'l'utto ciò risponde esaltamento alle condizioni eco· nemiche del luogo. La moralità locale è assolula– mente ruori contestazione. La grande astensione dalle urne che !i verifica nell'Italia meridionale lungi dall'essere indice di deficiente senso politico: ò la protesta dei morali conh'O l'immoralitll orga– ni1.zata, o perciò trionfante, delle urne. E solo quando la protesta è possibile, questa maggioranza tenta qualche cosa. Per esempio, non è senza im– portanza che nelle elezioni amministrative di Na– poli i du_e soci. di Crispi, Billi e Casale - sin qui monopohzzator1 del corpo elettorale - siano restati ignominiosamente a terra. E se dalla citt..\ si passa alla campagna, allora più evidente ancora risalta l'osser,•azione stabilita da )larx. Ed ora, ponendo a flanco di queste circostanze l'altra, che Napoli e la Campania, per lavori edilizi intrapresi in queste regioni, de,·ouo tutto aspettarsi dal go,•crno, e che con questi lavori si è aperto l'a~ilo alla speculazione locale, noi possiamo bene sp1egarc1 lo strano successo dei ministeriali in quoste regioni. I piccoli centri della Campania Capua, Caserta, Gaeta, non vh•ono che del favoré del ministro della guerra, come sodi di rorti distnc– can:enti mili~ri o como luoghi fortificati. L'ex 1•ad1caleVerz1llo, deputato por Capua, fu, per es., costretto a cambiar r.ello in ministeriale e crispino se vo11o.c~!1servaro il m0clag1i110con gli annessi o connessi. h solo 111 qualche centro ovo domina la granrle proprietà, come noi circondario di Aver.i;a c!10 ò possi~il~ l'a~ticrispismo. AHl'ove poi l'affa: r1smo ammrn1strahvo pone alla completa discre• :done del prefetto le maggioranze locali, che po– trebbero _pas!!are_d'nn trailo dallo sedi municipali alle Corh d1 assise, sol cho un uomo di onesti sentimen ti volesse appena sfogliare un bilancio co· muna.lo di quei luoghi. Al N ord b_eno alh'imenti si dispongono le cose, perc!t~ ben cl1ver.:;amon~osi ntteg({iano i fatti oco– nom1c1. r.~ nn_turale d1vordità d1 questi crea la natural~ d1vers1t..\della rappresentan1.a politica delle due regioni. Il Nord combatto in Crispi l'accentra• mento e l'autoritarismo, cioè le due circostanze che nel Mezzogiorno sono le più apprezzate nella persona di quelJ'uomo. L"aooentramento l'accre– scersi. della ma:cch~na burocratica, l'iperh!ofia degli 01·ga01 centrali d1 una nazione, sono considerati come I.a morte di una hol'~hesia industriale, anche se rud11nont..'lle,mentre essi sono la salute per una classe sociale che aspetta, come dice Marx, dall'alto « il bol tempo e la pioggia •· Ma una borghesia i~tcll!gente ed illuminata non commette l'errore, cli cui ò colpevole la borghesia italiana, di gettarsi n~lle br3:ccia ~·un _uomo come il Crispi per paura d1 una ipotetica rnsurrezione delle masse. 01·a il Noi~ ò in armi contro Crispi, ma esso lo ba 1•eso onn1potente ed ha ingenerato negli animi degli
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