Critica Sociale - Anno V - n. 17 - 1 settembre 1895

CRITICA SOCIALE 269 Pareto, delle società. anonime ed altrellali: con la. sua logica. anche questo sarebbero dtt.ripudiarsi allo stesso titolo del socialismo. È la rappresentanza in sò stessa che non raggiunge lo scopo. O, come dice altrimenti il popolo, un tado vale dieci ma11do. Per quanto in regime socialista l'armonia degli interessi, l'elevamento egu::ilitario della coltura, la costituzione schiettamente democratica, la partecipazione diretta la più estesa. possibile al governo della produzione sociale sostituito o.I governo degli uomini renderanno assai più racile e sincera la rnppresenlnnza, che non sia in questo attuo.le guazzabuglio di incoscienti e di rurbi, d'ingannati e di ingannatori, di corruttori e di corrotti, di soprarralti e di sopraffattori; tuttavia un dissenso, un 'abuso, u11 equivoco anche passeggero fra. mandntarii e mandanti potrò. pur sempre avvenire. Insomma. la ra.dh: e di ogni male giace per costoro - cd è strano per dezli economisti - nel principio fon• damentale <lolla loro disciplina: nella divisione del )&\'Oro. Converrebbe trol'ar modo che ciascuno non facesse che per s~. Ma allora la civiltà - che è inter– dipendenza. crescente fra gli individui, emancipantisi dalle forze avverse della. na1ura - la civiltà. ne an– drebbe distrutta. A questa. non sanno rinunciare. Di qui il loro movimento di pendolo fra rana.rchismo, che non li soddisfa, e il capitalismo, che loro ripugna. La loro utopia. è il Robinson socia.lo - un romanzo f11.tto controsenso. Ebbene, \'ogliamo contentarli. I dissensi e gli abusi, ch'essi temono, potranno a.v,·onire. Noi viviamo nel relativo e nel perfettibile. Il socialismo, questo difetto lo avrà: non sarà l'immobilità, In.tombo, come vogliono i suoi avversa.rii. Sarà. ancora (ahimè! o dottor Scho– penhauer!) la. vita, la trista. vita 1 l'emulazione, il pro– gresso. Voi ammettete che ora. affondiamo nella melmoso. maremma: ne additate tutte le terzane e tutte le biscie. Lassll, col socialismo. il cielo è sereno e il clima sa.– lubre. Ma le correnti d'aria. esistono ancora. Voi vi portate lassl1 colla fantasia e riuscito, suggestionandovi, a. buscarvi un raffreddore di tesla. Poi, per provare contro di noi, ci sternutite sul viso. Che dobbiamo farci, gran dio1 Da. persone ben edu– cate, non possiamo che rispondervi: Salute e felicilU.! F11.1rro TurtATI. GLIANARCHICI ONTEMPORANEI Etié1'1111t, Jean Gravo, Krapotkin <•> Il. :\la, per poter consumare, bisogna produrre. Kra– potkin lo sa cosi bene che ne toglie occasione poi• dare una famosa lezione all' « autoritat·io t Marx. Il male dell'organamento presente non istà. già. noi– l'appropriazione del « plus-valore > da parte dei capi• talisli, corno pretendono Rodbertus e Marx, i quali ristringono in tal modo il concetto socialista e il com• plesso di idee relath·o al dominio del capitale. Il plus– valore non è esso stesso che la conseguenza. di cause pili profonde. Il malo sta. in ciò, che vi è in genera.lo « un plus-valore •• in\'eco di esservi semplicemente un soprappiù non consumato da ogni generazione; poroc– chè, Hnchè vi è un plus-valore, possono gli uomini, lo ( 1 J I.a prlni.t p:1rte nel n H. donne, i fll.nclulli essere astretti colla. fame a vendere la loro forza di lavoro per una parte minima di quello che essa produce e che, sopratutto, potrebbe produrre. (Po-ceroMarx, clte non ebbe tampoco il 1ospello di ve• rità co,i. profonde, 1ebbe11e t1po1te un po' confu1ame11le dal 110111·0 en,dito principe! - G. P.).... Invero, non basta dividere in parti eguali il guadagno prodotto tla. una tlata industria, se in pari tempo si possono sfrut– tore migliaia d'a.Hri operai. Ciò che si devo ottenere ò di pl'odm·,·e cot minor pos,itiife di1pentlio di forza umana la maggiol' possibile 1omma clei prodotti neces• sal'i al tiene di ltllli. ('} Oh! ignoranti ma1•xisti che noi siamo! Noi non nbbiamo mai udito dire che una società socialista presuppone un organamento preordinato del pro– cesso della produzione sociale. Ma poiché è J(ra– potkin che questo ci rivela, così è ben ragionevole che ci indirizziamo a lui per conoscere quale sari\ l'aspetto di un tale organamento. Anche in ciò egli ha cura di narrarci cose molto interessanti: Figuriamoci una società che comprenda parecchi mi– lioni di abitanti, occupati nelragricoltura e in una grande vnrielà. tli industrie; per esempio Parigi col di• partimento di Seine-et-Oise. Supponiamo che, in tale società, tutti i fanciulli imparino a lavorare colle braccia. come col cervello. hnaginiamo pure che tutti gli adulti, eccelto solo le donne occupate nell'allevamento dei bambini, si obblighino a lavorare, dai ,•enti o ventuno fino ai quarantacinque o cinquant'anni, cinque ore al giorno, e si dedichino a piacer loro a qualunque dei rami di lavoro considerati come utili. Una tale società potrebbe garantire in compenso a.i suoi membri una esistenza gradevole, "aie a dire un benessere assai più vero di quello onde gode !"attuale borghesia. - E ogni lavoratore di questa società a\Tebbe inoltro almeno cinque altre ore a sua disposiziùne, per dedicarle a.Ila scienza, all'arte e ad altri bisogni indivi– duali che non ca.dono nella categoria. dei bisogni noces• sari, flnchè, pili tardi, elevatasi la produttività dell'uomo, verrà assegnato a quest'ultima. categoria. tutto ciò che oggi ancora è considerato come cosa. di lusso e come cosa inaccessibile. ( 1 ) Nella società anarchista non vi sa1-à autorità di sol'la, ma un conlndlo (ah! eccovi ancor qui, signor Proudhon; si vede che voi non siele ancora in ri– basso!), in base al quale gli individui infinitamente libet'i si « obbligheranno t a lavorare in questo o in quel « 1ibe1·0 Comune ». Il contratto è la giu– stizia, la lib01•tà, l'eguaglianza, ò Proudhon, Kra– potkin e tutti gli altri santi. Ma al tempo stesso non ci si permetta di pigliare questo contratto a gabbo! - Esso è qualcosa che non è cosi sprov– visto di mezzi di difesa, come ne ha l'aria. Infatti, piace per caso al soscrittore del contratto libera– mente stipulato di non adempiere l'obbligo suo? Allora, eccolo scacciato dal libero Comune e in pe– ricolo di morire di fame, ciò che non è prospettiva eccessi,·amente allegra. Io suppongo un gruppo di un determinato nu– mero di volontari, riuniti per una data impresa, alla cui riescita tutti si adoprano a gara, eccettuato sol uno, il quale manca spesso al suo posto; si scio– glierà. il gruppo per cagion sua, o si nominerà. un presidente pe,· 1·ichiamare al dovere il negligente, oppure si ripartiranno i prodotti col sistema dell!} medaglie di presenza usato nelle Accademie? E (1) li toniTO é di Kra1101kin. (·1 L4 Con,iuite du pah1, pag. 1!8-11'.

RkJQdWJsaXNoZXIy