Critica Sociale - Anno V - n. 15 - 1 agosto 1895
23() CRITICA SOCIALE come più tardi l'ebbe la Compagnia delle Indie, e la conuzione appariva come inerente al genere degli affari che il commercio faceva. Come prodotto ed espressione di questa universale putredine, ,val– pole incarnò il momento ed ebbe indiscusso il po– tere per ben vent'anni, sino, cioè, a lord Chatam. In Italia la borghesia, relativamente alle condi– zioni del paese, doveva necessariamente sviluppa1•si al nord. Ma, anche compiuto il grande anare del– l'unità. della patria, era debole e infermiccia. Essa doveva tenere il potere, non già. per assodal'e le sue conquiste e per difenderle contro gli assalti della feudali!.~ (questa era 0nita, per anemia, in Italia, specie al nord, da qualche secolo) e del pro– letariato, ma come mezzo di capitalizzazione. I suoi sforzi dovevano culminare alla creazione di un capitale fittizio; gli economisti insegnano che questo è il credito. Non si tratta cli astrazioni teoriche. Tutta la politica italiana dal 1860 ad oggi è conti– nuamente segnalata da un succedersi di Yicende per• assodare il privilegio bancario della Banca Nazionale, cipè della Liguria, del Piemonte e della Lombardia. E sempUcemente un errore il ritenere che lo sviluppo industriale di queste regioni (e, sia detto in parentesi, lo sviluppo de1la Liguria é pari a quello della Lombardia) et), abbia seguito una via di naturale accrescimento. Lo sviluppo di queste re~ioni segui, con slancio senza pari, solo dopo la umtà della patria, cioè fu parallelo allo sviluppo della Banca Nazionale e di tutti gli altri istituti di credito di quei luoghi, dipendenti e creature di quella. Ma i privilegi della Banca non si sostengono se non con la corruzione, specie quando è incon– fessabile il motivo che spinge a favorirli. Cosi va spiegato tutto il riHorire di scandali settentrionali che va dal 1860 al 1870, epoca in cui, col trasporto della capitale da Firenze a Roma, cominciano a preponderare interessi diversi, di altre regioni. Accadeva per il mezzogiorno quello ch'era acca– duto per altre regioni d'Italia: incominciava a sor– gere l'impuro fermento dell'affarismo con i pr•imi vagiti del capitalismo. La produzione agricola da noi cominciava a perdere il carattere patriarcale che aveva avuto sin allora, e, persino nelle grandi città, la quantità dei lavoratori occupati nelle fab– briche veniva a crescere, cioè incominciava il pro– cesso di proletarizzazione del piccolo produttore indipendente. (2) L'industria domestica cominciava ad assumere carattere capitalistico. (I) Batti\ ,,edere: Annau di 1tatùttca, Liguria (notizie lndo– i;triall), La Liguria è govratutlo commerciale, ma l'industria v'è ampiamente ctitru,a. Difatti la rlccher.za media per abitante è, J)er la Lombardia: !ICO lire; per la Liguria: !747 (PANTALEONI: Giornale degli Hconomutt, gennaio 1891), L'ealenaione della ric– chezza è l'indice dello svlhlJ)JlOIndustriale d'una rrgione. Con rlò non ;i.!fermiamo che le cifre riportate rispondano esattamente alla verità e di questo ci occuperemo in quakhe prossimo articolo Come Inversione del criterio della Crmca, che la borghesia combatta Crlspl, offro Il seguente specchietto, che tolgo dall'Era 1,'ìcoea, t4 luglio: « Depulati liguri tS. votarono col Ministero, per Il passagrlo alla discussione del deeretl-legge, cioè ne appro\'arono tutta la politica, 11. 13 (Bo1eUt, CapOdur-0, Oa,-en.;;t, DaHeo, Pa1ce, .F'lam– &ertt, i\fa;-.:tno, Morln, Pt1a11f, Raggio, Randaccto, So11g11lilettt e Tortarolol, Votal"ouo contro n. I (Berlo). Erano assenti 11. 4."Nella stessa volazione, che rlguarda1'a gli intereasi di Napoli per la questione del nostro Banco, del is deputati nostri, 4 ,·otarono col Ministero, 4 ,·otarono coulro, 3 si astennero e gli allrl non Inter• Tennero. (') Nel ISiG gli operai occupati ln fabbriche erano a Napoli !1569; nel t89t gli oper.tl occupati nelle stesse industrie salirono a 17.!48, cioè quasi raddoppiarono. Però, calcolando le Industrie che nel lSi6 o non furono osstr1·ate o non esiste,·ano, Il numero degli operal occupati sale a 49-59!. E questo 11011 ostante che i dati olTerll dalla 1iubblicazione che ho davanti (AmtaU di stati– stica. iYott..:te t,1Clu1triali della prortncta di JYapolt, pa,. Il!) siano, come mi consta, imprecisi e monchi. A tutto ciò occorrevano capitali. Il mezzogiorno fece invertire le parti ed imitò l'esempio del set– tentrione. Ma que8to era già passato ad una fase più progredita di sviluppo, onde sentiva impaccio dai movimenti dell'Italia meridionale. [I mezzogiorno aveva bisogno di un uomo che lo rapp1•esenlasse nei nuovissimi metodi da applicare e lo trovò nel 9rispi. A queste ragioni economiche aggiungendosi 11 fatto psicologico dell'avversione al nord, che trovava la sua espressione nella simpatia verso l'uomo pii, antipatico colà, si ebbe il risultato delle votazioni plebiscitar•ie raccolte da quest'ultimo nel nome proprio e su quello dei suoi più rldi sicarii. . .. Ma qui al fenomeno ·1ocale un altro se ne veniva ad allacciare d'indole pii, va.sta e nazionale, ed era nel preponderare di un novello elemento sin qui troppo dimenticato nei uostri calcoli, a base di scacchiera mar•xistica e della peggiore specie (' ), la burocrazia, cioè l'elemento accentratore e conser– vatore, l'elemento passivo e subordinato, che solo nel trionfo di un uomo violento ed autoritario come il Crispi poteva vedere la propria salvezza. L:: i.bu– rocrazia ed il militarismo sono elementi così poco da trascm·are, che fu soltanto per essi e con l'opera del lumpen-proleta,·tat di Parigi, che il colpo di Stato del 2 dicembre poté compiersi. Lo Stato bor– ghese, accentratore e reazionario, è portato ad ac– crescere sempre più l'importan1.a di questi ceti.(!) Questo si riprodusse anche nel nostro paese. I con– tinui servigi da essi resi alla causa del conserva– torismo li portarono a considerare se non potevano da sè stessi sperare di ottenere vantaggi diretti. Mentre gli oppositori di Crispi in mille guise mi– nacciavano la loro esistenza sotto colore di decen– tramenti, di economie e simili, quegli, portato dall'indole del suo carattere, dalla grettezza del suo spirito giacobino, aspirava a rendere più im– portante la burocrazia e ad accrescerne le mansioni e le funzioni. Così una vasta rete d'interessi regionali e politici si strinse intorno al Crispi. Lo hanno accusato di rapp1·eseutare il medio-evo, ed io non lo credo. Non ostante tutto, la feudalità ha ancora troppo di sen– timenti nobili e cavallereschi per stringersi a questo ~anigoldo. L'ironia della storia ha voluto che lui, 11megalomane sragionante e frenetico, lui, il fan– tagticante di impossibili grandezze italiane, fosse l'espressione dei ceti e delle classi pili Yolgarmente piatti e meschini: la burocrazia, il piccolo com– mercio e l'affarismo bancario napoletano, ligure e romano. Walpole potè reggere in piedi perehè aveva contro sè tutta la feudali!,\ a combatterlo ed egli non rappresentava solo questa o quella parte della borghesia. Egli - non ostante la personale corru• zione - aveva delle mire politiche e cercava di ra~giungerle con tutti i mezzi. li Walpole italiano è mvece un vecchio rimbambito, presso alla tomba, tormentato dai rimorsi del sangue siciliano versato da lui, ed ha contro sè la parte più sana del paese. \.Valpole almeno fu la tragedia della corruzione, Crispi non ne ò che la farsa. li primo mostra la testa dura e schernitrice di sopra i flutti di fango che lo circondano, il secondo vi si è seppellito e dissolto dentro. 'l'utti gli elementi ritornano alla loro origine. ARTURO LADRI OLA. ( 1 ) C,h, se i nostri amici si rlcordni;.6ero della magnìllca e&1ires• sioue di Marx: con le fonm,le non ,i fa la 11lorla. (i1fi1ére de la philQ.lophle, t31), (:) Le spese per Il personale burocralico, che nel t8~9, p1·ima dell'unilà Mzionale, per I €ctle Stati d'Italia, erano di J.. nto,.316, ammontarono nel 1691 a L. Hit.589.836, cioè sono più che raddop– piate,
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy