Critica Sociale - Anno V - n. 13 - 1 luglio 1895
CRITICA SOCIALE 201 scopo « la diminuzione delle ore di lavoro e l'au– mento delle mercedi», e~come mezzo « l'assocta– ztone delle masse lavoratt·tci e l'istituzione di casse di resistenza ». Inutile aggiungere che la diminuzione delle ore di lavorodeve ottenersi senza il menomointervento del maledettissimo Stato.(') Bakunin non comprende che la classe lavoratrice, nella sua azione politica, possa separarsi nettamente da tutti i partiti di sfruttatori. Per lui la classe lavoratrice, nel movimento politico, non potrebbe trovare altro terreno che quello della borghesia radica.le . Egli predica la tattica « essenzialmente economica> dei vecchi t,~ades-uniontsti inglesi, e non ha pur il sospettoche fu appunto questa tattica che fini per legare la barca dei lavoratori inglesi dietro la poppa del naviglio dei liberali. Bakunin non vuole che la classe lavoratrice si unisca a quei movimenti che hanno per iscopo la conquista e l'allargamento delle libertà politiche. Condannando egli tali movimenti come movimenti borghesi, egli si imagina di essere chi sa quanto :~i ~iÒiv«o~~!~~~~i;~~~ ;e:~~se~~~to~~e.c~ia;~s~: .. classe operaia seguisse questa sua norma, ben po· trebbero i governi stropicciarsi le mani dalla con• ten tezza. (') I veri rivoluzionari del tempo nostro intendono ben altrimenti la tattica socialista. Essi « favm·t– « scono ogni movimento rivoluzionario contro lo « stato politico ed economico vigente•('), ciò che non impedisce loro - tutt'al contrario! - di orga• nizzare il pr'Oletariato in un partito, distinto da tutti i pai•liti di sfruttatori e nemico di tutta la « 1nassa 1·eazionm·ia ». Proudhon, che, come sappiamo, non aveva dav– vero eccessive simpatie per la «politica>, eccitava tuttavia i lavoratori francesi a votare per quei candidati che promettevano di« costituire il valore». Bakunin non vuol saperne, ad alcun patto, di poli– tica. Il lavoratore non può p1·ofittare della libertà politica; « gli mancano, per questo, due piccole cose: il tempo e i mezzi materiali ». La libel'là politica non é dunque che una menzogna borghese; e coloro, che parlano di candidati degli operai, si burlano del proletariato. I deputati operai, trapiantati in condizioni borghesi di esistenza. e in un'atmosrera. satura di idee politiche borghesi, cessano di essere veri opera.i per diventare uomini politici, si mutano in borghesi e forse dei peg– giori. Perchè non sono gli uomini che creano i rapporti, ma sono i rapporti che fanno gli uomini.(~} Quest'ultimo a1·gomento 0 qua.si tutto ciò che, dei concetti materialisti, il Bakunin seppe appropriarsi. 1', indiscutibile che l'uomo ò il prodotto del proprio ambiente. Ma,per giovarsi opportunamente di questa verità. indiscutibile, conviene prima abbandonare il vecchio concetto metafisico, che considera le cose come isolate e come ciascuna indipendente dalle altre. Ora Bakunin, come il suo maestro Proudhon, malgrado i suoi civettamenti colla filosofia hege– liana, rimase tutta la vita un metafisico. Egli non capisce che l'ambiente, che fa l'uomo, può diven– tare un altro, tostochè esso muti l'uomo, che 0 suo prodotto. · (') Veggasi l'articolo di Bakunin: La polttlqm de l'h1te,.natto• 11al~, nell'.1:''1afltt',agosto 1869(Olnena). (:J Oli lmpropert di Bakunln contro la libertà polllica eserci– tarono per qualche tempo una deplorevolis1lma innuenza 1ul movimento rivoluzionario in Russia, (') Jlfanffr!zto dd com1mtsu; parte 1v. (t) bf}altté, t8 agosto 1869. r1 1 d L'ambiente, ch'egli ha in mente, quando parla dell'azione politica del proletariato, è soltanto l'am– biente parlamentare borghese; e questo deve ne– cessariamente corrompere i deputati operai. ~la e l'arnblente eletto,·ale, l'ambiente del partito dei lavoratori, ben organizzato e cosciente del proprio scopo, non avrà. dunque alcuna influenza sugli eletti del proletariato! No. Economicamente soggetta, la classe Ia,,oratrice vivrà eternamente schiava sul terreno politico, essa vi sarà. eternamente la più debole. Per emanciparla, biso~na cominciare colla rivoluzione economica. Bakunrn non avverte che, con tale modo di argomentare, si arriva inevitabil– mente alla conclusione, che la vittoria del proleta– riato è assolutamente impossibile, finché i detentori dei mezzi di produzione non si risolvano a rinun– ciare s-J)ontaneamente al loro possesso. E invero, la soggezione dei lavoratori al capitale non è soltanto la fonte della servitù economica, ma eziandio della ser•vitù morale. Ora, come pretendere che i lavoratori, asserviti moralmente, si levino contro la borghesia 1 Per rendere possibile il mo• vimento operaio bisogna prima fare la rivoluzione economica. Ma la rivoluzione economica non può 03sere che l'opera dei lav01·atort medesi1ni. Ec– coci dunque in un circolo vizioso, dal quale ben si libera facilmente il socialismo moderno, ma nel quale Bakunin e i bakunisti si aggirarono e si ag– gicano, senza altra possibilità di uscita fuorché con un salto 1no,•tale della logica. L'influenza corruttrice dell'ambiente pat•lamen– tare sui deputati ope,·ai è, finora, il prediletto argo– mento degh anarchici nella loro critica della atti– vità politica dei socialisti. Vedemmo quanto valga dal punto di vista teorico. Basta una superflciale nozione della storia del partito socialista tedesco, pe1•misurarne il valore di fronte alla vita p1·atica. Rifiutando ogni politica, Bakunin si vide costretto ad accettare la tattica dei vecchi trades~unionisti inglesi Ma ben sentiva egli stesso come questa tattica fosse ben poco rivoluzionaria. Cercò allora di uscire dall'imbarazzo colla sua Alltance, una specie di Internazionale segreta, fondata sul più grossolano e fantastico centralismo. Sottomessi allo spadone dlltato,•to del supremo gran sacerdote del• l'Anarchia, i fratelli « nazionali ~ ed « internazio– nali , dovevano agevolare e guidare quel movi– mento rivoluzionario« essenzialmente economico». Al tempo stesso predicava la « scaramuccia », le sollevazioni locali degli operai e dei contadini, le quali, benchè inevitabilmente schiacciate, avreb– bero avuto. egli pretendeva, una buona influenza sullo sviluppo dello spirito rivoluzionario fra gli oppressi. - S'intende da s0, che, con un simile programma, egli potè recare non poco danno al mo– vimento operaio, ma che non gli riesci di fa:•e il minimo passo verso la « immediata » rivoluzione economica, di cui sognava ( 1 ). Vedremo poi dove doveva condurre la teoria bakuniana della «: scaramuccia ». Per ora riassu– miamo quanto dicemmo di Bakunin. Ci aiuta egli stesso: Sulla bandiera pangermanica (intende sulla bandiera del partilo socialista tedesco,e 7Juindi dei pa,·titi socia– listi di tutlo il mondo civile; O. P.) sta scritto: «man• tenimento erinfo1·zo dello Statoad O{Jnicosto». Sulla ban– diera. socia.listà rivoluziona.ria. (leggi: balmnista; G. P.) (') Veggansl, sull'adone di eakunln nell'lolernazionale, le due pubblicazioni del Consiglio generale: t. 0 I,u vrdtenaue1 .tctulon.r rtan, l'Internat'onale, e!.• L'.Alllance de la dbnocratle aoclall.tte. Vegga&ipure la memoria di Éngel, J Bakunl.rtt al latJoro, ristam• pata nella recente raccolta: J,iter11at1onales au.t aem Votka.ttaat (t87J-1875);Berlino, Libreria del Vor1ot1r1.t, 189i,
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