Critica Sociale - Anno V - n. 13 - 1 luglio 1895

200 CRITICA SOCIALE i più ricchi eserciteranno, per la forza stessa delle cose, un'influenza preponderante. La ricchezza cesserà. di es– sere una potenza, tostochè sia sguarnita di sanzione giuridica .... I più scaltri e i più forti saranno resi innocui dalla forza collettiva della. massa dei piccoli e dei piccolis– simi contadini i lo stesso si dica.del prolelariato agrario, og~i passivo.mente in preda alle peggiori sofferenze, ma cho il movimento rivoluzionario chiamerà irresi– stibilmente a nuova. vita. lo non sostengo - si noti bene - che le campagne, così riorga:,izzato dal sotto in su, presenteranno in un colpo l'organamento ideate da noi sognato. Di questo però sono convinto: che quel qualunque organamento sarà. cosa viva, e perciò mille volte prereribile all'a.lluale. Del resto, cotesto nuovo orga– namento1 sempre esposto alla. propaganda. delle cillà, e non più fissato e 1 a così dire, pietrificato da sanzione giuridica, continuerà. a svolgersi e a migliorarsi in modo che non si può determinare, ma sempre libero o vivo, non già. per forza di decreti e di leggi, flno a rag– giungere quell'assetto ragionevole che in oggi possiamo solo sperare. L' « idealista t Proudhon era convinto cho la costituzione politica era stata. « inventata » per supplire al1a mancanza dell'intimo organamento so– ciale dell'umanità.. Egli si prese la briga di scoprire quest'ultimo e, scopertolo, ecco venir meno per lui au:1~!1~~aff~!ti~~~~~:i~e!~nc~~~~~~~o:1~Jili~i~ gana.mento sociale ». « La scienza anche la più profonda e la più razionale - egli dice - non saprebbe indovinare le forme defla vita sociale ·rutm·a ». ( 1 ) Essa deve contentarsi di distinguere le forme sociali «, 1 ive ), da quelle dovute alla « pie– trificatrice » azione dello Stato, e queste condan– nare. 01' non è questa, in altra forma, la stessa vecchia antitesi di Proudhon fra l'organamento so– ciale intimo dell'umanità. e la costituzione politica, inventata a tutela dell'ordine? Qual differenza fra i due concetti 1 senonché questa, che il « materia– lista » trasforma l'utopia dell' « idealista » in una utopia ancor pill nebulosa ed assurda 1 Credere che l'universo deve il suo meraviglioso ordine al puro caso, sarebbe come imaginarsi che col rovesciare da un sacco una sufficiente quantità di vocali e di consonanti potremmo vederne uscire l'Iliade - cosi i deisti del xv111 secolo obietta– vano agli atei. Questi rimbeccavano che, nel dato esempio, non sarebbe che questione di tempo; ro– vesciando innumerevoli volte il mucchio di lettore, si sarebbe riesciti senza fallo, una volta o l'altra, ad ottenere la disposizione di lettere ricercata. 'l'ali discussioni rispondevano al gusto del secolo e si avrebbe torto oggi di sorriderne troppo. Sembra in– vero che Bakunin prendesse sul serio l'argomen– tare degli atei del buon tempo antico, tanto che se ne servi per cavarne il suo programma. Distrug– gete ciò che esiste: a {twia dt {a,· questo, vt rte– scir•à, una volta o l'altra, di tmbr·occare quel– l'oroanamento sociale che rispecchierà. a un di– presso quello da voi < sognato >. Tutto andrà per lo megli_o, se avremo la rivoluzione in perma– nenza. E ciò «: materialista » abbastanza 1 - Se voi non lo pensate, voi siete un metafisico che • sogna • l'impossibile. (') Stato ea Anarchia. Appendice A 1 pag. t. -- La scienza di Bakunin seppe anche intuire le future forme di vita sociale della Russia; eese saranno le comunttd che sorgeranno d.1un ulteriore ,.,lluppo delle comu1tltà agrkole attuali, - Furono 11.peclo.lmente I bakunlstì che ditruseru in RussiA. li pregludh:io delle mera.Yi– glioae proprietà della comunitA A.grlcola ruesa. li contrasto proudhoniano, fra l'organamenlo SO· ciale e la costituzione politica, rivive intero in tutto ciò che Bakunin non rifinisce di ripetere circa la « rivoluzione sochle > e la « rivoluzione politica). Secondo Proudhon, l'organamento sociale, pur troppo, non è mai esistito sinora 1 e perciò do– vette l'umanità pensare a crearsi una costituzione politica. Secondo Bakunin, la rivoluzione sociale non venne mai fatta finora, perchè l'umanità, per difetto di un buon pro~ramma « sociale», era co– stretta a contentarsi dt rivoluzioni politiche. Ora che questo programma è scoperto, non abbiamo più da impacciarci di « politica», la rivoluzione e sociale » ci darà abbastanza da faro. Se ò vero cho ogni lotta di classe è necessaria– mente una lotta politica, è anche chiaro che ogni rivoluzione «politica», degna di questo nome 1 sarà al tempo stesso una rivoluziono sociale; e che pe1' ciò il proletariato deve buttarsi sul terreno politico, come fece sempre ogni classe che aspirò ad eman– ciparsi. Bakunin rigetta solennemente ogni azione poltttca del proleta,·iato; egli predica esclusiva– mente la lotta «sociale•· Che cosa è questa lotta sbciale? Qui il nostro proudhoniano si rivela un'altra volta come inquinato di marxismo. Egli si basa, il più che gli è possibile,•~gli statutt dell' Inte,•na;io– nate. Ne, considerandi di questi statuti è detto, che la soggezione dei lavoratori al capitale è la cagione di O$ni schiavitù politica, morale e materiale 1 e che r.erc1ò la emancipazione economica dei lavoratori è ti grande scopo, al quale ogni movimento politico deve servire da mezzo. Bakunin ne tira questa conclusione: Ogni movimento pplitico, che non abbia per oggetto la immediata e diretta, la definitiva e completa eman– cipazione economica. dei lavoratori, e che non abbia inscritto sulla propria bandiera., nel modo più distinto e assoluto, il principio della. uguaglianza economica, quanto dire della completa 1•ive11dica:io1ie del capitale da parte del lav01·0, o, in altri termini, la liquidazione sociale; non sarà che un movimento b01·ghese e, come tale, non può interessare gl'lnternazionalisti. Senonché lo stesso Bakunin ha già udito dire che il movimento storico dell'umanità è un processo regolato da leggi, e cJ1e una ri\"Oluzione non s'im– provvisa ad arbitrio. E perciò costi>etto a chiedersi: qual è la politica che dov1'àl'Internazionale seguire, « nel periodo, pili o meno lungo 1 che ci separa dal giorno di quella terribile rivoluzione sociale che ciascuno già. presagisce1 » E risponde, con profonda convinzione, sempre citando gli statuti dell'Inter– nazionale: Senza pietà. deve ripudiarsi la politica. della demo– crazia e del socialismo borghese, i quali, dìchia.rando che la libertà politica è la condizione necessaria della emancipazione economica, non intendono altro 1 se non che le rirorme politiche o la rivoluzione politica devono precedere le riforme o la rivoluzione economica, e che perciò gli operai debbono unirsi coi borghesi più o meno radica.lì per conquistare insieme ad essi le prime, liberi poi d'attuare contro di essi le seconde. Noi pro– testiamo altamente confro questa sciagurata teoria, la qua.lo pei lavoratori non significa altro, se non ch'essi debbono un'altra volta servire da strumento contro sè stessi, e prestarsi di nuovo allo sfruttamento borghese. L'Internazionale «comanda» di far astrazione da « qualunque politica locale o nazionale»; essa deve dare all'agitazione dei lavoratori di ogni paese un carattere essenzialmente economico, ponendo come

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