Critica Sociale - Anno V - n. 13 - 1 luglio 1895
CRl'l'ICA SOCIALE 205 J.fani(esto le parti contingenti e caduche; ne l'io– traccia quindi la parte vitale, che sopravvive agli avvenimenti. La. parte vitale, L'essenz~ il carallore proprio di quest'opera s0110interamente nella nuova concezione della storia, che la dirige e che vi si trova in parte sviluppata ed esposta. Grazie a questa. concezione, il comunismo, fino allora nient'altro che una. speranza, un'aspirazione, un ricordo, •trna conghiettura, uno spe– diento, trovava per la prima volta. la sua espressione adeguala nella coscienza della sua stessa necessità, cioè a. dire nella coscienza di esser il termine o la. soluzione delle atluali lotte di classe. Queste lotte, che variano secondo i tempi ed i luoghi, si riducono tutte, ai di nostri, alla sola lotta fra la borghesia capi– talista e gli operai ratalmente proletarizzati. Il .lfani– festo dà. la genesi di questa lotta, ne determina il ritmo di evoluzione e no presagisce l'esito finale. È in questa concezione della storia che risiedo tutta la dottrina del comunismo scienliflco. Da questo mo– mento gli avversa.rii teorici del socialismo non hanno più a. dissertare sulla possibilità. astratta della sociatiz::a– zionc democratica dei mezzi di produtione ('), come se fosso possibile, in tale questiono, appoggiare il proprio giudizio a induzioni basate sulle attitudini generali e correnti della natura umana. Si tratta di riconoscere o di non riconoscere, nel corso delle cose umane, una necessità. che va oltre le nostre simpatie o il nostro assentimento soggettivo. La società, nei paesi più avan– zati in civiltà, è essa organizzata di maniertL da dover passare al comunismo in forza delle leggi immanenti al suo proprio divenire, data la sua struttura. econo– mica attuale e gli attriti ch'essa produce necessaria– mente nel proprio seno e che finiranno per spezznrla e dissolverla.? È questo il soggetto di tutte le discussioni <lacchè questa. teoria apparve. E di qui anche scaturisce la norma. di condotta che si impone all'azione dei partiti socialisti, sia.no essi composti di soli proletarii, o ab– biano nelle loro file uomini uscili da altre classi, che si aggiungono corno volonta.rii all'esercito proletario." • f; anche per ciò che noi accettiamo volontieri l'epi– teto di scientifici, se non si voglia, con esso, confon– derci coi positivisti, ospiti incomodi tah·olla, che si fanno della scienza un monopolio; noi non cerchiamo tli sostenere una tesi astratta come se fossimo degli avvocati; e non ci affatichiamo a dimostrare la razio– nalità. dei nostri scopi. Le intenzioni nostre non sono che l'espressione teorica e l'esplicazione pratica dei dati che ci offre l'interpretazione del processo che si compie fra noi e intorno a noi, e che ò tutto iutiero nei rap– porti oggettivi della vita sociale, di cui noi siamo il soggetto e l'oggetto, In.ca.usa e l'effetto. I nostri scopi sono razionali, non già perchè siano fondati su argo– menti derivati dalla ragione ragionante, ma perchè derivano dalla studio oggettivo delle cose, cioè dalla spiegazione del loro processo, che non è nè può essere ( 1 ) L'espressione e socializzatione democratica dei mezzi di 11rot1m:ioce• val meglio dell'altra e proprietà colletliva •• 1ierchè quest'ultima involge un tal quale err~re teorico, ln quanto, anzi– tutto, sostituisce al fatto reale econo:nico un e1ponente giuridico, e perchè, Inoltre, per molti, 11confonde con l"numento dei mo– nopoli, col sempre maggiore passaggio d11!servizi pubblici allo Stato, e con tulte !'altre fantasmagorie di quel .!octalt.m10 di Stato sempre rinascente, tutto l'etreUo del quale à di aumentare, In m :i.no alla classe degli oppressori, I mezzi economici di op1ires– sione. un risultato del nostro volere; che trìonra., anzi, della nostra volontà. e la. soggioga. Veruna delle opere anteriori o posteriori .degli i.lessi autori del Manifesto, pur a.vendo una portata scienti– fica assai più rilevante, può sostituire il Manifesto o ne possiede l'efficacia specifica. Nella sua. semplicità. clas– sica, esso ci dà l'espressione reale di questa situazione: il proletariato moderno è, si pone, cresce e si sviluppa, nella storia contemporanea, come il soggetto concreto, come la rorza positiva, e il comunismo dovrà essere di necessità il risultato della sua. a.ziono,~nocessa.riamente ri\'oluzionaria. Ed è perciò che quest'opera, dando alla sua predizione una base Gtorica. od esprimendola. in rormule brevi, rapide e concise, forma una. raccolta, più ancora, una miniera inesauribile di embrioni di pensieri che il lettore può fecondare o moltiplicare al• l'infinito; essa Mnserva tutta la rorza originale e ori-– ginaria. della. cosa pur mo' nata. e non ancora. divelta dal terreno che l'ha prodotta .... Il 1':lanìfcslo (qui riassumiamo) non è l'espres– sione d'una « opinione personale » dei due suoi autori; essi nou vi portano nè le imprecazioni o i rancori, soliti a trovarsi sulla bocca di tutti i ri– fugiati politici, nè l'esposizione particolare delle dolorose condizioni della patria da essi abbandonata. Ciò che vi portano è bensì il pensiero filosonco, che solo aveva posto e mantenuto la loro patria al livello della storia contemporanea, e che - preci– samente con essi - subiva quell'importante trasfol'– maziono che permetteva al mate1•ialismo 1 già 1•i11- novato da Feuerbach, combinandosi colla dialettica hegeliana, di abbracciare e comprendere il moto della stol'ia nelle sue cause più profonde, inesplo– rate, latenti. Ma il Jfan.ì(esto, programma ed emanazione della Lega dei Com1<nisti siedente a Londra, era gia la dottrina d'un partito, di cui lo spirito, lo scopo, l'attività già formavano in germe l'Internazionale dei lavoratori. Quello strumento d'orientazione, che fu il Mani– festo dei Com1<nisti, era al tempo stesso un'al'me di combattimento rivoluzionario. E come i super– stiti di coloro che, nel dicembre 1847, discussero e accettat>ono la nuova dottrina, riapparver•o sulla scena pubblica nella grande Internazionale, e più tardi ancora, nella nuova Internazionale che vive oggi in altri modi, più adatti all'attuale situazione politica e rinforzata da più matura esperienza; così, anche il Manifesto, dopo il sonno a cui gli avve– nimenti lo costrinsero, riapparve a poco a poco e fece il giro del mondo in tutti gli idiomi dei paesi civili, com'ei s'era promesso, ma non gli era riu– scito di fare, quando primamente uscì in luce. Fu questo - proseguo il Labriola - il nostro vero punto di partenza.; questi furono i nosll'i veri precur– sol'i. Essi camminarono avanti a tutti gli altri,di buon'ora, con passo a.lTrettato ma sicuro, su quella via che noi ·dobbiamo precisamente percorrere e che realmente percorriamo. Oisconviene chiamare precursori nostri coloro che batterono sentieri dovuti poi abbandonare, o che - per uscir di mota.fora - rormularono dottrine, iniziarono movimenti, spiegabili senza. dubbio coi tempi e coll8 circostanze in cui nacquero, ma che furono su– perati di poi dalla dottrina. del comunismo critico, ch'è la teoria. della rivoluzione proletaria ... li momento in cui queste dottrine entra.no nel pas– salo, quello cioè in cui esse sono intrinsecamente ol– trepassate, è precisamente quello in cui esce in luce il Manifesto....
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