Critica Sociale - Anno V - n. 9 - 1 maggio 1895

CRITICA SOCIALE 135 che non fosse proletaria, e il suo anniversario di– ventava la resta del proletariato universale. Dalla annessione dell'Als:azia•Lorena procedeva la folle gara degli armamenti che, rendendo spaventosa agli occhi stessi delle classi dominanti l'eventualità d'una conflagrazione destinata a diventar europea, assicurava a un ulteriore sviluppo industriale la g~ranzia di lunghi anni di pace, mentre, schiac– ciando le classi povere colle imposte, le spingeva sempre più in braccio al socialismo. Ma eccoci arrivati al punto in cui l'Engels toc– cherà la questiono della tecnica rivoluzionaria, dalla quale noi pigliammo le mosse. E qui prefe– riamo cedere tutta a lui la parola e lasciargliela sino a1Ia fine: La. guerra do! 70-71 e la disra.tta della Comune tra– sferirono prov, 1 isoriamente - come Marx aveva pre– detto - dalla Francia alla Germania il centro di gravità. del movimento operaio europeo. tn Francia occorre– vano anni per riaversi del salasso di maggio 1871. In Germania invece, dove, sotto la pioggia dei miliardi francesi, l'industria sviluppossi intensivamente, ancor più r.apida crebbe la democrazia socialista. Grazie al senno con cui gli operai tedeschi seppero giovarsi del suffragio universale introdotto nel 00, il portentoso incremento del partito è scolpito in cifre indiscutibili agli occhi del mondo. Nel 71 - 102.000 voti socialisti; nel 74 - 352.000; nel 77 - 493.000. La legge anti-so– cialista, cresima ufficiale di questo progresso, sbanda momentaneamente il partito, e i voti nell'81 calano a 312.000. i\·lasegue tosto la ripresa, anzi, colle leggi eccezionali sul collo, senza stampa, senza organizza– zione palese, senza diritto di associazione e di riunione, si accelera la corsa; nell'81, voti 550.000; nell'87, voti 763.000;nel 00, un milione e 427.000. Allora il pugno dello Stato è preso da paralisi: la. logge eccezionale scompare e i voti socialisti salgono a 1.787.000, il quarto del totale. Il governo e le classi dirigenti avevano esa.u• riti inutimente tutti i mezzi. Le autorità tutte, dalla guardia notturna al Gran Cancelliore, dovettero subirsi - e da parte di spregiati operai! - la prova palmare della loro impotenza.; una prova che si traduce in cifre dì milioni.... Ma gli operai tedeschi, oltre all'aver reso un primo servizio alla causa pel fatto stesso della loro esistenza, col mostrarsi il partito socialista più forte, più disci– plinato e dall'incremento più rapido; ne rendevano un secondo fornendo ai compagni d'ogni paese un'arma nuova ed efficacissima,insegnando cioè come si adopera il suffragio universale. ·Questo esisteva in Francia da. un pezzo, ma ;l'abuso fattone dal Bona.parte l'aveva screditato. Dopo la Co– mune non v'era. un partito operaio per utilizzarlo. Ancho in lspagna esisteva dal tempo della Repubblica, m& i vi l'astensione fu sempre la regola delle opposi– zioni serie. Anche lo esperienze del suffragio univer– sale in Isvizzera erano poco incoraggianti per un par– tito di lavora.tori. I lavoratori rivoluzionari dei paesi latini si erano avvezzi a vedere nel diritto di voto un tranello del governo. In Germania la cosa era diversa. Già il Jlanifeslo dei Comunisti a.veaproclamato la con• quista. del suffragio universale, cioè della democrazia, uno dei primi e più importanti còmpiti del proleta– riato militante, e Lassa.Ileaveva ribadito il medesimo chiodo. Quando Bismarck si vide costretto a introdur, e questo diritto elettorale, come l'unico mezzo per inte– ressare ai suoi pi~1i lo masse, i nostri lavoratori lo presero subito sul serio e mandarono Augusto Bcbel no B,a cc nel primo Reichstag costituente. E da quo! giorno uti· lizzarono il diritto elettorale in un modo immensa– mente proficuo o che servì di modello agli operai di tutti i paesi. Essi trasformarono il diritto di voto - por dirlo col programma marxista francese - da stru– mento d'inganno, qual e1·astMo fino allo1·a.. in istt·u– mento d'emancipazione. E se il suffragio universale non ci avesse dato altro vantaggio che di poterci con– tare ogni tre anni, accrescendo, col rapido aumento dei voti, la certezza di vittoria negli operai e lo sgomento negli avversal'i, e diventando cosl il nostro migliore mezzo di propaganda; di istruirci esattamente sullo forze nostre e di tutti i partiti avversari, fornendoci il miglior regolatore della nostra azione e sa.Ivandoci tanto da pusillanimità quanto da temerità. intempestive, il vantaggio sarebbe già grande. Maesso fece assai più. Coll'agitazione elettorale ci fornì il migliore dei mezzi per metterci dovunque a contatto con le masse, per chiamare tutti gli altri partiti alla sbarra popolare, e aprì inoltre ai nostri deputati una tribuna dalla quale poterono parlare e ai loro avversarì in .Parlamento e alle masse di fuori, con ben altra autorità e libertà. che non godessero prima nella stampa e nelle riunioni. Che giovava al governo e alla borghesia la legge eccezio– nale, se l'agitazione elettorale e i discorsi dei socialisti nel Reichslag la frustra.vano continuamento1 Ma., insieme a tutto ciò, si aprl al proletario un nuovo metodo di lotta, che prese il maggioro sviluppo; si trovò cioè che le istituzioni, nelle quali si organizza il potere borghese, danno altre armi alla classe operaia per combatterlo; si partecipò alle elezioni ùei LancUag, dei Consigli comunali, dei tribunali industriali, si con– trastò alla borghesia. ogni posto alla cni conquista po– tesse concorrere un sufficiente numero di proletari. E così avvenne che borghesia e governo finirono per temere assai più l'azione legale che non quella illegale ùol partito operaio; i successi elettorali che non le ribellioni. Perocchè anche qui le condizioni della lotta si era.no essenzialmente mutate. La ribellione vecchio stile, la battaglia. delle barricate, che fino al 48 decideva. delle vittorie, era molto invecchiata. Non illudiamoci: nella battaglia della strada una vit– toria della insurrezione, quale può a.versi fra due eser– citi, è rarissima. Gli inso!'ti stessi ben di rado vi con– tavano. Essi tendevano piuttosto a far piegare le truppe con quelle influenze morali, che sarebbero nulle o quasi in una guerra internazionale. Se la cosa riesce, la truppa rifiuta di obbedire o i comandanti perdono la. testa, e allora l'insurrezione può vincere. Se no, la superioritù. di armi, di direzione, di disciplina dell'eser– cito regolare prende il disopra. Dal punto di vista tattico, il massimo srorzo dell'insurrezione consiste nel disporre e di(endere bene una barricata, ma l'azione coordinata, l'impiego delle riserve, insomma. la coope– razione e la coesione indispensabili alla vittoria in tutto un quartiere, molto più in tutta una grande città, sono pressochè impossibili; non parliamo poi della concentrazione delle forze in un punto decisivo. Qua.si tutto si riduce alla ùifesa passiva, a mala pena si potrà tentare qualche attacco, e l'occupazione de\·e limitarsi a qualche posto abbandonato dalle truppe. Aggiungete che mancano quasi sempre agli insorti le armi perfe– zionate e l'esercizio continuo dell'artiglieria e del genio. Nessuna meraviglia quindi, che la lotta delle barricate, anche le più eroiche - Parigi, giugno 1848; Vienna, ottobre 1848; Dresda, maggio 1849- terminassero con

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