Critica Sociale - Anno V - n. 9 - 1 maggio 1895
CRITICA SOCIAI:;E 133 e bo~hese • che gli dia consigli ed incoraggia– menti, tal e quale come nell'antica India era pu– nito il bramino o lo sciatria che consigliasse o so\'venisse il pa1•ia od il pulia. li paes~ ver~iflca preli e sbirri come il go1-gonzolaV"ecch10 prohrera bachi. Si esumò il crimine di pensiero, sepolto dal medio,ovo, o si tolsero a p1-estito, all'uopo, dalla Russia le suo « case dei morti > e un pizzico di Siberia per contentino. La societ.\ borghese si di– fende da ogni spru1.zodi id_oalitàcollo ~tesso !_errore rabido, con cm una colo01a d1 bacter11 s1 d1fenJe· robbo, se sapesse, da una irrigazione ~i sublimato ... R con tanto elaterio datoalla« sovranità.popolare :», si vnn frugando le 1'3(5iOni della decadenza parla– mentare nel calondar10 delle sessioni e nella no– mina regia dei sindaci, o si propugna un « can– giamento di regimo > (png. 55), che si risolve nel « cambiare dalle fondamenta ... » qualche paragrafo de\ regolamento interno della Came,•a! (pag. 38). E una miopia che conClnacolla cecità, che non si salva dall'apparire g1'0tlesca se non coll'essere pili ancora compassionevole. Non si pensa, si Hnge d'ignorare, cho, perchò un parlamento. sia un. pa1·• lamento e non una bisca, è neces~ar10 anzitutto che il cittadino sia, o almeno possa diventare un cittadino e non eternamente un bruto o uno schiavo; cho tale 1 la mad1•e tate il Clglio,e che, se la sifilide è nel sangue, non se1•vonole ~iaculatorie a farnela uscire. Non si pensa. che un sistema parlamentare senza libertà o senza veri elettori è un controsenso, è un'ignominiosn ironia. I problemi ~nzia~i. si mettono fuori dell'uscio, sotto pretesto di pralt~1til e di positivismo, o s! ri~an~ano come rntem_p~t1v1, quasichè a checchessia s1ar1•1vassesenza comrnciare. Sbagliamo: in due punti l'Ambrosoli parla della libertà: per domanda1'0 che sia ridotla quella delle interpellanze, e che il potere esecuti,•o abbia ogm libito di ammanettare i deputati. E parla anche del suffragio universale, ma lo conClna nel secolo prossimo e, so pare propenso ad accettal'lo, ne sa– pete il perclièl Perchè spera che con esso (pag. 7~) « si aumente1·ebbo rinffuenza della campagna al pal'agone della città », ossia si aumenterebbe l'in– lluenza di quell'elem~nto, nel quale mat;j!iore. è l'analfabetismo o la d1penden1.a reudale, piu facile nutimidazione e la corru1.ione, pHl sicura la pre– \'alenza reazionaria! E tutto ciò ct·o~de muove? Qual _è il segre,to che spiega come uom101,cm pur non difetta nè l mtel– hgenzn nè una certa quale coltul'a, sentano il bisogu~ di sdegnare le rice1~he s~iologiche, di. adeguarsi volontariamente al ll\ elio rntellettuale dt un eme– rito protocollista o emarginatore di pratichet - Uno solo è il segreto, uno il movente - consaputo o no - ed ò la paura. J.,a livida, la verde, la bal– bettante paura giace al fond~, co_me il se!·~ nel– l'erba, di questo nuovo dottrmar1smo pohllco, che si gabella por positivo, pe1•chè è senz'occhi, senza nervi, senz'ali. L'on. Ambrosoli ha degli accessi di sincerità che lo spogliano nudo. Guardiamoci - dice - dalle « irrequietudini di spirito insite nella libertà ~• V6t'liamodi non costituire dei « JJ't'CCedenli peri– colosi ,. Si cnpisce, si travede, si sente che l'edi– ficio, già marcio, toccnto, crolle_rebhe; cl ~e.un _fil~ d'aria e di luce introdotto ne~h ambienti rnfer 1or1 lo sg,·otolerebbe tutto; si com1~c~ rebbe.a sp azzar~ la fogna pa1•lamentare,, il latrocuu? ufllc1a.le ,ma po~ !li salirebbe n vedere clonde cola 11marcium e, e ~1 flnit•obbeper voni1·n~:'Ila radice, ai g1•and~serbatoi, dove il pruno parass1hsmo accumula le prime. us~r– pazioni, d'onda tutte !o ~llre ra~pollano .. E s1_dice: silenzio! non incommcrnmo! pmttosto mfrac1d1sca la casa, ma piano piano e senz~ rum_ore. . Sulla copertina degli opuscoh, sugh affissi delle vetrine, si stampa in carattere elefa~te: salvta~io Il Pa,·tamento! Ma chi legga dentro mtende subito che ciò che si vuol dire e far comprendere è rn· voce: salviamo il ma1·s1111io! - Politica da mar– supiali! FILIPPO TURATI, L'EVOLUZIONE DELLA RIVOLUZIONE Qualche gio,·nalo socialista ripl'oclussc dei bra~I - togliendoli alla Neue Zeli che ne ebbe la [ll't– mizie - della lnh'oduziono promessa da Eogels alla riedizione da lui fatta in questi giorni, col titolo: Le lotte di classe in /?rancia dal 1848 al 18JO, degli articoli coi quali M a1•x 1 fi n dal 1850, nella Nuova Gazzetta Uenana, da.va la interpretazione economica degli avvenimen ti po litici di quel for– tunoso pel'iodo della storia e~ropea ('). . . . La trascelta cli cotesti brant fu fatta, dai g101·nah cui accenniamo, n scopo polemico. L'gn~ols dimost1·a magistralmente come, non solo l'ambiento storico e morale, ma la stessa tecuica della rivoluzione sia profondamente mulala dal 1818 ad oggi; e ciò ser• viva mirabilmente ai nostri amici per rispondere all'accusa mossa da dive1•se parli al nostro partito (anche da conservatori, pe1• beffarci o per provo– carci) di chiudersi in un assoluto !egalitarismo. di contai-e esclusivamente sui « battaglioni elettorali »; i quali poi - osservano i repubÒlicani - o non esistono, o, quando esistano e diventino d,.wrero minacciosi, \'Cngono ridotti, decimati, disper5i dal• !"arbitrio della classe dominante. Le quali osservazioni rimangono assolutamente vere anche dopo i brani citati dell'Engels, e sem– brerebbe1·0 dar torto all'Engels .... se il suo pensiero fos~o appunto contenuto tu_ttoin. quei bt·a~i.. E opportuno che il pensiero di Engels sia r1pro– dotlo nel suo complesso. Ciò servirà meno agli scopi immediati e transitori della polemica, ma servir.\ meglio alla verità. L'g1111e1s, infatti, dove parla di batfaf{lioni elettorali e d1 uno sviluppo delle forze socialiste ch o si av-ver a colla calma ineluttabile di un processo natura.le, allude specificamente ed espressament e alla Ge rmania; la quale, non bi– sogna dimenticarlo, ha il suffragio universale e, quol che pii1 conta, una popolazione che ha impa• rato a valo1'8enoo che non se lo lascerebbe facil– mente ritogliere. Ma rEngels ha lo sguardo largo quanto lungo; sa benissimo - anzi lo accenna - che la Germania non O tutto il mondo; anche per la. Ooi·mania pre,•edo il ca.so di una insurrezione dello classi dominanti c ontro l a legge. di una na– zionale « rottura di contratto >, che avrebbe per effetto di sposlare il conflitto sociale da quel binario sul quale ora procede sen1.a troppi sussulti. ·rutto ciò non scema p1-egio alla pa1•te in cui l'Eogels dimostra la mutata teenica rivoluzionaria e come i partiti socialisti non abbiano oggi in ge– nerale alcun interesse a lasciarsi trascinare sul terreno extralegale che con,·errebbe agli avv:ersari. Sono cose ve1·ìssimee non mai abbastanza ripetute. Ma non debbono fal' dimenticare l'altro lato della quostione. Noi ricordiamo di ass~t'Cstati_t1•attat_i ~ mono che da anarchici quando, 111 occasione de1mob o delle repressioni siciliano, ripetemmo ciò che cl'al• tronde era già stato milio volte affermato da sto– rici, da fllosoCl,persino da ministri di Stato, perchè ò cosa che appartiene al senso comune, intorno all'inevitabilità, al significato, ed anche all'impor• (') Dli Kta111111ta111pf1 In Frattltrelch, 1848 bis 1860, von K,u.i. Mu.x, nilt Elnlellun" •on l'RIIDIUCR ESOEL!l, - Berlln, 1895, verla& der E:r.ped1tlon dtl Yonc(lrt• fPrel1 I Mark).
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