Critica Sociale - Anno V - n. 9 - 1 maggio 1895
CRI1'ICA SOCI AL E 131 ch'egli propone - ei dice - < non può parere « accademico in un momento nel quale ta società « stessa, non soltanto l'istituzione rappresentativa, « è combattuta palesemente, e materialmente mi– « nacciata. - Moltissime delle accuse rivolte contro « questa istituzione dai nemtct della soctetà sono « pur troppo vere. Salvando l'una difendiamo • l'alt1'a •· Quest'ultimo corsivo è di proprietà del– l'Autore. . .. È curioso vedere con quali mezzi e con quali criter'ì si appresti a questo triplice salvataggio, del parlamento, della monarchia e della società, questo deputato moderato, il quale rappresenta, lo diciamo volontieri e senza ironia, una delle intel– ligenze pi\l spigliate e relativamente più moderne del suo partito. Egli si dichiara, è ben vero, con un candore degno del premio Montijon, completa• mente « profano alle nuove scienze sociologiche » (pag. 8), confessa di non possederne « le armi• e neppure < il linguaggio », e, per uno che si pro– pone di salvare la società, questa verginità, cosi rngenuamente confessata, parrebbe costitufre una pregiudiziale un po' imbarazzante. Ma il sig. Am– brosoli non si confonde per così poco: egli appar– tiene ad una scuola, meglio, ad un partito, pel quale la conoscenza della sociologia, delle leggi se– condo le quali le società si formano e si trasfor– mano, non solo non pare necessaria alla difesa di queste, ma anzi riescirebbe d'impaccio. Pei mode– rati l'attuale rorma sociale, caratterizzata dal do• minio dell"usura legale 1 è una specie stabile: stt ut est, aut non stt; il dio capitale é it dio termine; e le colonne di questo mirabile tempio, dove l'ostia popolare ò continuamente immolata in ispirito e verità sull'altare del Moloch capitalista, sono le co– lonne d'Ercole - poco importa ch'esse debbano trovare il loro Sansone, che non sarà certo imha– razzato a raccattare, nel campo filisteo, le mascelle d'asino delle quali avesse bisogno.... Infatti l'on. Ambrosoli, rivolgendosi, con into– nazione biblica, « agli uomini di buona volontà », comincia subito col mettersi sotto la protezione del magno filosofo della moderateria lombarda, il se· natore Neg1•i,ilquale, nella Perseve1·anza 12 marzo, sempre a proposito dell'opuscolo Sighele, facendone una critica alquanto severa, concludeva letteral– mente con questo consiglio:« Non far troppe teorie, « divagazioni, elucubrazioni. Non credere che ri• « forme intempestive o radicali possano cambiare • la faccia del mondo. Lasciar tempo al tempo, il « quale, dopo tutto, è il più sapiente degli orga– « nizzatori. Adoper•arsi, ciascuno meglio che puO,a « diminuire gli inconvenienti, a mandare avanti « l'azienda. » Non vi par di sentire uno di quei vecchi medici di campa~na che, dal tempo di Rasori in poi, non hanno piu visto un libro, aperta una rivista, squa– dernato un giornale di medicina e, di fronte ad un malato che si p01•metta di non copiare fedelmente uno dei soliti quadl'i nosologici tradizionali, non riescendo a nulla capire e a nulla prevede!'e, con– sigliano quella che un tempo si chiamava, e forse si chiama ancora, la « medicina aspettante » 1 A dir vero, anche medici giovani e colti adoperano qualche volta lo stesso linguaggio; l'adoperano di– nanzi ai casi disperati, quando l'unica risorsa con– siste nell'illudere il malato e nello accompagnarlo alla tomba con le minori soOèrenze possibili. « Non far troppe teorie >: ossia, guardarsi bene dal for– mulare e ciel precisare una diagnosi che porte– rebbe la disperazione nell'infermo e nella famiglia. « Lasciar tempo al tempo,: ossia tirar le cose per le lunghe 1 evitare sopratutto le cure radicali, le quali C Ba accopperebbero il malato molto più presto. • Ado· pararsi a diminuire gli inconvenienti »: qualche iniezione di morfina, qualche empiastro caldo sulla parte, quando son più vivi i dolori, colla profonda convinzione che tutto ciò non serve assolutamente a nu11a, ma intanto « l'azienda , - ossia l'amma– lato - è « mandato avanti » un altro po'. E poi 1 dio vede e p1•ovvedee convien pure che il becchino si guadagni Ja sua giornata. Convien soggiunge1·e che a questa parte di « padre confortatore » il signor Ambrosoli si ras– segna con un coraggio e un'abnegazione di cui gli si deve tener conto. Sopratutto l'astensione da qualunque analisi profonda (l'analisi che, squar– ciando il velo di Maya, denuda le aspre verità ha qualcosa di diabolico), da qualunque proposito di « riforma radicale>, é da lui osservata con uno scru– polo che somiglia ad una religione: state contente, umane gentt, at quia, non tentate l'onnipotente, il quale tempera il rovaio all'agnellino tosato e non vorrà certo lasciare che i lupi - animali tanto più altolocati nella gerarchia della creazione - si buschino delle irfreddature. Questi razionalisti moderati hanno tutto un deposito di feccia cattolica in fondo alla tinozza della loro dottrina. Il libro dell'Ambrosoli trasuda da tutti i pori l'odio delle riforme - di qualsiasi riforma degna del nome. Salviamo pure il parlamento, la mona1•chia1 la società, ma guardiamoci bene dal toccarle. Costoro imiterebbero il leggendario tiranno che dannava a morte il suddito tracotante, il quale, per salvarlo dall'affogare, aveva osato afferrarlo un po' brusca– mente pei capelli. Il deputato Ambrosoli, con quel candore' che ebbimo già opportunità di apprezzare, non si dissi– mula questo difetto e non lo dissimula agli altri: ma gli pare, evidentemente, un bel difetto, del quale si può farsi un'aureola, e ne parla col tono delle donne galanti, che si accusano di età matura per senti1'Si obiettare dai vaghejgini, che sono sempre giovani e belle. « l rimedi che son venuto « accennando parranno inadeguati ai mali. '!'aie, .e non mi faccio illusioni, è la sorte riservata a « quest'opuscolo. Nè chiedo 1 d'altronde, sorte di– « versa ... Ad altri lascio libero il campo della mo– « sofia, della psicologia » - e della sociologia, come abbiamo veduto. For-se questa vuol essere la tattica di Alfieri giovinetto, che lanciava in aria egli stesso allegramente il suo parrucchino perché altri non gli sche1•nisse la precoce calvizie. La disinvoltura, per quanto geniale, non faceva c,·escere un pelo sovra la tesla del futuro tragédo - non crediamo cho il metodo sia pit1 fecondo di risultati dentro la testa del deputato comasco. . Or dunque le riforme, che all'Ambrosoli sembrano pratiche, concrete e veramente efficaci, è tempo ormai di sciorinare quali sono. Lo diremo colle parole con le quali l'autore riassume sè medesimo (pag. 70-71): I.' Anticipare il principio dell'anno parta- 1nentare; 2. 0 Jt 1·itonio al sistema dei btlanci solat•i. Siamo, come si vede, alle rifol'me d'ordine astro– nomico - non vogliamo dire astrologico. Chi non intuisse a prima vista tutta l'impo1'tanza che uno spostamento del calendal'iO parlamentare può ave1--e; per far sì che il Parlamento 1·appresenti davvero la nazione e ne procuri il vantaggio, compri il lib1'Q e lo legga: quello è « il vero pianeta >. Noi l'ab– biamo letto, e ne siamo stati come esterrefatti. Ma continuiamo: 3.' La verifica dei poteri tolta alla Camera. Data in mano questa vet·ifica all'autorità giudi-
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