Critica Sociale - Anno V - n. 9 - 1 maggio 1895
CRITICA SOCIALE 148 nauti di pensatore e ornato di una dottrina este– sissima nella storia dei fatti e delle teorie econo– miche>, rilevando che il suo sistema « costituisce una dottrina organica, di cui le varie parti inti– mamente si collegano, e riflettono l'intera struttura economica», tanto che, sotto questo rispetto, « nes– sun'altra analisi socialista può ad essa paragonarsi, e quella tutte le vince• (dedichiamo questo giu– dizio al neo economista Raffaele Garofalo !), il Graziani viene a manifestare il suo pensiero in– torno all'effetto benefico recato dalle dottrine socia– liste sui progressi della scienza economica. Sorvolando su molti quesiti che si riscontrano oggidì nel capitolo della « distribuzione delle ric– chezze», e che il socialismo, con la sua critica poderosa e le sue acute investigazioni, ha chiarito meravigliosamente, fermiamoci su un punto capitale, quello della proprietà. E cediamo senz'altro, e vo– lontierissimamente, la parola al giovane professore dell'Università senese: La proprietà individuale era stata. studiata da molti pensatori e particolarmente dai filosofi del diritto, ma gli economisti non s'erano occupati di chiarirne le basi ed il contenuto. Il primo degli scrittori classici che diffusamente tratti della. proprietà. è Giovanni Stuart Mill, il quale ne parla a principio del libro dedicato alla. ripartizione delle ricchezze ed allorchè esamina le dottrine socialiste, cosi che, se pure non si conosces– sero i rapporti che egli ebbe coi socialisti e l'influenza che le loro idee esercitarono sul suo pensiero, appa– rirebbe evidente doude egli trasse l'impulso ad indagare la natura della proprietà. E fu gran bene che la scienza economica, potentemente aiutata dal fecondo movimento storico e filologico, che è proprio dell'età. nostra, sot– traesse alle troppo ideologiche indagini dei filosofi l'analisi della proprietà, che non si può scrutare senza collegada all'organismo della produzione e della distri– buzione delle ricchezze. Le ricerche economiche sgo– minarono la teorica dell'occupazione, la quale può tutt'al più dar ragione di un possesso temporaneo, di– mostrarono che l'altra teorica del IM·oro non spiega che una parto minima della forma odierna della. pro– prietà., e che quella che s'appoggia sulla autorità della leggo è ad ogni modo superficiale, non chiarendo le ragioni recondite della legge stessa. La proprietà. non può giustificarsi, ma solo spiegarsi con motivi di ne– cessità economica.i i bisogni derivanti dall'attuale stato demologico non potrebbero soddisfarsi senza un sistema produttivo che consentisse una accumulazione indefinita e questa in alto grado e spronata dalla forma. attualo di proprietà. Questo concetto è suffragato dalle inve– stigazioni storiche relative alla proprietà, le quali hanno provato cho la. proprietà individuale è un isti– tuto relativamente recente e che dovunque, non solo come dapprima si credeva in Germania ed in Russia ma presso tutti i popoli, fu preceduta dalla propriet.\ collettiva, e si sviluppò soltanto sotto l'innusso della cultura intensiva. Questi principi e questo basi storiche dimostr~no che la proprietà non ha un carattere asso– luto, che la sua forma attualo rappresenta una fase transitoria, destinata a molteplici mutazioni evolutive ma. però indispensabile, flnchè permane la necessità. dell'odierno sistema. di produzione e distribuzione della ricchezza. Tutto questo svolgimento teorico, che cor– resse tanto dottrine erronee relativamente alla proprietà, ha per sua origine la critica socialista, per sua base le investigazioni storiche, che dalla stessa critica ri– cevettero maggior impulso. :i B1ar o A che commentare queste parole, cosi lucide nella loro espressione e suffragate di cosi sana erudizione? Soltanto, noi non comprendiamo come il Graziani persista ancora a sostenere, come fa poco dopo simili dichiarazioni, che le teoriche so• cialiste sono fallaci e ch'egli dissente profonda– mente da esse. Ma dissente da che 1 non dalla base granitica sulla quale si erige il maestoso edificio del socialismo, perché il Graziani nega ogni giustificazione storica, giuridica, economica alla proprietà privata; non dalle linee generali della ricostruzione socialista, perchè queste sono un riflesso rigoroso di quella critica, alla quale il nostro collega ha fatto così entusiastico omaggio. Dunque? Il Graziani, evidentemente, non crede che il collettivismo sia il rimedio efficace e più sicuro ai presenti mali eia cui e afflitta la società, e il suo dissenso ~i risolve in quest'ultimo concetto. Noi ci guarderemo bene dall'esigere eia lui più di quello che le sue radicate convinzioni gli per– mettono di accordarci, e nemmeno analizzeremo le leggende mitiche del socialismo antico che egli, su le traccie del Coguetti de J\Iartiis, ci rammenta, ma vogliamo avvertire ancora una volta che il collet– tivismo non sarebbe un ritorno all'antico, perché, secondo la magnifica immagine goethiana, l'umanità non si ripete, ma una creazione economica del tutto nuova, basata sull'armonica partecipazione di tutti al Javoro e quindi ai godimenti ,!ella ,•ita, ma illuminata dalla sapiente distribuzione delle oc• cupazioni secondo le attitudini fisiche e intellet– tuali. Non gi.\ una copia dell'epoca satm·niana, in cui gli uomini si cibano dei frutti che la terra offre in gran copia, ma il regno fecondo del lavoro, in cui l'uomo stesso cosfringe gli elementi tutti della natura a cedergli ciò ch'egli desidera. {Unfre,-sità di Siena). Fll~IPPO VJRGILII CONTRO GLI "ESTETI,, Oh! quanto han fatto ridere quegli spiritosissimi di– lettanti d'anarchismo esteta-decadente sul conto del e cittadino elettore»! Cho brillanti cariche a fondo contro il parlamentarismo e contro ogni fol'ma di rap– presentanza politica. L'uomo che, una volta. all'anno, con la coscienza nitida della runzione che compio o dei diritti che va a difendere, porta la sua scheda all'urna. non è (oh dio I) sufficientemente estetico! Le geste n'est pas beaul Il gesto solo veramente bello è quello che fa sa.Ilare in aria la gente; è tollerato, in grazia della tradizione, l'amplesso alla carabina! Indarno dimostrato a questi bietoloni la sterilità delle loro vaniloquonti ammirazioni! Che importa l'utilità se il solo utile è il bello interpretato dai loro cervelli di degenerali1 Che importa.no « le vaghe umanità» se l'individuo si afferma nella venustà. dell'atto 1 Fortunatamente por noi, cotali disquisizioni diposeu1'S, alienati che simulano l"alienazione, non arrivano alla coscienza del proletariato - troppo sano, troppo rozzo, troppo giovano per capire queste aristocratiche follie di degenerati. Pure i nostri scrittori e propagandisti faranno bene a non trascurarli del tutto. A quando a. quando, bucare alcune di queste brillanti bolle di sa– pone sarà. opera fruttifera, percbè queste più o ma.neo nuovissimo dottrine esercitano sui giovani un fascino grande e pericoloso - perché appunto si atteggiano ad una ramnatezza. superiore e sembrano il non plus ultra doli'... antiborghesismo! lo ho conosciuto parecchi di questi giovani, buoni ed intelligenti, tempre ramnale (sul serio) cli artisti e di sognatori - un po' malate, se vuolsi - ma col cuore prettamente socialista, i qua.li, avanti di arrendersi a questa tattica nostra della.conquista dei pubblici poteri
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