Critica Sociale - Anno V - n. 8 - 16 aprile 1895
116 CRITICA SOCIALE 6. Revisione della legge sui probiviri o sua esten– sione a tutti i contratti di larnri industriali ed agricoli. 1. Rifonna h·ibutai·ia, cioè: tassa unica progressiva, sui redditi e sulle successioni; - redditi minimi esenti da ogni imposta; - abolizione del dazio consumo e di qualunque altra imposta indiretta. 8. Riduzione degli interessi del debito pubblico. 9. Abolizione delle spese dei culti. IO. Fondazione, per cura dello Stato, di una Cassa pensione pei vecchi, invalidi, inabili al lavoro, ammini– strata da lavoratori. I J. Giornata normale di lavoro non superiore alle otto ore; minimum di salario e riposo settimanale di almeno 36 ore consecuti\'8. 12. Limilazione del lavoro delle donne e dei fan– ciulli, in riguardo anche all'età, alle condizioni fisiolo– giche, ecc. 13. Proibizione del lavoro notturno, salvo pei casi di pubblica. utilità.. 14. Ispettori per l'igiene e per la polizia. delle fab– briche, scelti dalla classe lavoratrice. 15. Istruzione laica obbligatoria finoalla quinta classe i - insegnamento professionale; - miglioramento delle condizioni dei maestri. PROGRAMMA AMMINISTRATIVO. l. Passaggio al Comune dei servizii pubblici (gm~, acqua pota.bile, tramvie, luce elettrica, ecc.). 2. Riforma delle imposte che in ispecia.lmodo pesano sulla classe lavoratrice e abolizione del dazio consumo, nei Comuni chiusi od aperti, sui generi alimentari di prima necessità. 3. Applicazione, in materia d'imposta comunali, del criterio della progressività, coll'esenzione dei redditi minimi. 4. Abolizion~ di tutto le spese di lusso. 5. Aggiudicazione dei lavori pubblici alle cooperati\'e di lavoro; - istituzione di Camere di lavoro agricole e industriali; - sussidii efllcaci alle stesse. 6. Giornata normale di lavoro limitata. ad otto ore pei lavoratori dipendenti dal Comune; minimum, di sa– lario; - riposo settimanale di almeno 36 ore conse– cutive. 7. Partecipazione efficace della. classe lavoratrice al– l'amministrazione delle Opere pie. 8. Trasformazione della pubblica beneficenza, renden– dola più rispondente alla solidarietà. e dignità. umana. 9. fondazione di Società.professionali maschili o fem– minili a carico del Comune. IO. Obbligo al Comune di provvedere di vestimonta e di cibi i bambini più poveri che frequentano le scuole elementari. 1 l. Facilitazione di proseguire gli studi agli scolari poveri che ne siano giudicati meritevoli. Si deve - come notammo - ad una delle tante deliberazioni affrettate del Congresso di Parma, se l'elaborazione di tmo strumento cosi delicato e complesso qual é il programma minimo venne af• fidata al Consiglio nazionale, anziché essere, come dovrebbe, l'emanazione diretta del partito ne' suoi Congressi plenarii. Così ci troviamo a questo cu– rioso stravolgimento di giurisdizioni: competente, nel tema capitale dello istituire pro~rammi. invol– genti questioni profonde di princip1i, quella rap– presentanza medesima che si ritiene destituita di ogni competenza nella materia, tanto 'più varia e variabile e contingente, dei metodi tattici. Bih 1ot c:1 C, no B1arco Questo assurdo fa sì che noi, pur pubblicando questi programmi come documento, non possiamo considerarli in sostanza se non come schemi da discutersi e da riformarsi nei Congressi futuri. Oggi una discussione di dettaglio sarebbe intem– pestiva. La compilazione di un programma minimo non è cosa di cui il partito socialista italiano possa sentire in questo momento l'urgenza. Dato l'am– biente di reazione in cui navighiamo, non saprebbe neppure a chi p1•esentarlo, a chi domandarne l'at– tuazione. Oggi il solo programma~ minimo del partito so– cia1ista italiano è la riconquista delle libertà. ele– mentari. A solo titolo di riserva accenniamo che molti ~:~tR!ra!t~.~v1~~~~~~otiù v! 0 P:.è c;o::em:1 1 :U~~o s~ all'infuori di quelli meramente negativi, come il secondo delle «: riforme politiche» - che non me• riti una approfondita discussione e che al tempo stesso non la esiga. Lo stesso « suffragio univer– sale » è formula troppo vaga ove non si aggiunga che esso vuol essere semplice (escluso cioè il voto plurale), esteso ad ambo i sessi, coincidente colla maggiore età di ogni cittadino, ecc. ecc. Le que– stioni del metodo di suffragio, della rappresentanza proporzionale nelle varie forme proposte, delle condizioni di residenza ed altrettali, sono tutte es– senziali pei socialisti. E il referendum. f Il pro e e il contro che vi fu scritto intorno, dal punto di veduta del socialismo scienti0co, fa si che non sia lecito decretarne la propaganda come si trattasse già di cosa giudicata. E taciamo a disegno delle riforme minori. Ma, lo ripetiamo, oggi non si tratta tanto del suffragio universale e del referendum, mentre il regime che teniamo sul collo falcidia del 50, del 70, del 90 per cento quel qualsiasi suffragio limitato che pure avevamo e che non sappiamo difendere; mentre l'espressione, anzi la sola presunzione di un pensiero politico, il partecipare a una proces– sione patriotica con nastrino bianco all'occhiello, basta a procurarci chiamate in Questura, minaccie di processi, magari domicilio coatto. Occuparci delle minuzie dei programmi minimi, in queste contingenze, ci farebbe simili a un popolo semibarbaro, che non avesse ancora saputo adottare le meridiane e volesse incaricarsi di regolare cro– nometri. Ogni cosa ha il suo tempo; il nostro ci impone di fare ogni sforzo per ridiventare un tan– tino più cittadini, per essere un po' meno servi tatllabtes et co,·véabtes à merci dalla polizia. Senza ciò i programmi minimi sono balocchi, perditempi, scacciapensieri. NOI. LALOTTA PER L'ESISTENZA NEL CO~SORZIO U!UNO Il. I rlsultatl dellalotta sociale confermanola teoria darwiniana. Dunque sono le società.umane, non i loro componenti che lottano per l'esistenza; non lo dimentichiamo, per– ché appunto per averlo dimenticato (non dico non sa– puto - è lui che ce lo insegna) il Loria atrerma che la lotta per l'esistenza tra gli uomini è sempre e: ele– mento di regresso e di degenerazione»; mentre poi non può non riconoscere che la funzione della.lotta per l'esi– stenza. è « funzione selettiva e miglioratrice•: poiché queste due proposizioni sono contraddittorie, poiché la seconda. è vera, la prima deve essere non vera.. Questa. mia ultima. affermazione parrà strana. a chi abbia letto
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