Critica Sociale - Anno V - n. 8 - 16 aprile 1895
CRITICA SOCIALE • 125 tutti i deputati, a tutti i proressori e pensatori, che le loro idee e le loro parole tendono a cagionare una 1·i– voluzione, e applicare loro gli articoli del codice penalo che s'invocano contro i sedicenti rivoluzionm·i. Esaminando i ratti materiali poi quali si imprigionano ancora dei poveri diavoli, si resta veramente stuperatti. L'uno ha eccitato al mutuo odio delle classi sociali, corno dice il codice. Per bacco! davvero che queste classi sociali si amerebbero reciprocamente, se un in– reliee operaio non predicasse loro l'odio! È il colmo dell'ipocrisia, giacchè tutto il mondo sa che l'odio esiste rra le classi sociali, che quest'odio è assolutamente na– turale, e che i discorsi dei socialisti non possono nè aumentarlo, nè diminuirlo. Lo sfruttamento delle classi inreriori del popolo per parte delle classi superiori produce inevitabilmente quest'odio, e le aperte manife– stazioni del popolo sono meno pericolose dell'odio contenuto e silenzioso. Quando si discute, si può intravedere almeno la pos– sibilità di un miglioramento delle condizioni socio.li . Ogni riforma comincia. colla discussione aperta, e quelli che amano questa discussione sono piuttosto dei be– nefattori dell'umanità. Gli attuali processi contro i so• cialisti formano degno risconll'O ai p,•ocessi che un tempo s'intentavano alle streghe. Un secolo futuro non mancherà. di metterli alla stessa stregua di civiltà. e di buon senso. Si chiude in carcere chi critica le istituzioni dello Sia.lo moderno; lo si rimprovera dì eccitare all'avver– sione contro lo Stato, di rendere lo Stato disprezzabile. Ebbene! Forse che lo Stato, come era costituito prima del 1789,non era disprezzabile1 La condizione dei con– tadini, lo tortur,1, le lettres de cachet, i privilegi della nobiltà. e del clero, tutti gl'innumerevoli abusi dell'an– tica monarchia non rendevano lo Stato disprezzabile od csoso1 Che cosa ci prova. che lo Stato attuale sia migliore dal punto di vista dell'assoluto? Siamo noi veramente giunli alla cim1 della perfezione? Non pos– siamo più fare dei progressi? È un'[l.l\ucinazione per– niciosa. che si de\·e combattere con ogni mezzo, quella che lo Stato moderno non debba. più perrezionarsi. Ai critici del XX secolo esso parrà altrettanto disprezza– bile quanto a noi l'antico regime. Chiunque si sfoT'za di abolire lo Stato attuale per fa.r posto a uno Stato migliore è un benefattore dell'umanilà. I poveri diavoli che si condannano dai tribunali per quest'accusa, non fanno che aumentare la lunga lista dei martiri dell'umanità, fra i quali si trovano uomini come Socrate e Gesù di Na.zal'eth. Nè ci si dica che non sono sempre dei filosofi quelli che assalgono lo Stato moderno, ma per lo più operai che non lavorano, studenti di venti anni e cacciatori del mandato legislativo. La persona che parla è asso– lutamente indifferente; non si tratta. che di ciò ch'essa. dice. Dal punto di vista della sociologia l'individuo è senza importanza i è la sua epoca, il suo ambiente so– ciale che parla per la sua bocca.. Ciòche egli dice non è suo, le sue idee non sono proprietà sua. La. socio– logia non riconosce diritti d'autore sotto questo ri– spetto; l'individuo che parla nelle pubbliche assemblee è un essere rappresenta.ti vo che esprime le idee del suo tempo e del suo mondo. Sotto l'aspetto giuridico non gli si può dunque imputare un rlolus, un cattivo disegno punibile. È innegabile che, da per tutto ed in tutte le classi della società, gli uomini di buona volontà. sono mal– contenti del presente organamento sociale. Come de- tern Gino B1arr,c vono manifestare il loro stato c1·animo 1 Se tutti par– lassero pubblicamente, tutte le carceri del mondo non basterebbero per alloggiarli. Un giorno giungeranno a riconoscere che rindividuo non ò che l'espressione dei fatti sociali che si formano fuori della sua persona., che egli non è che il focolare in cui si concentrano i raggi della vita sociale. Qua.ndo vogliamo impossessarci di questo focolare, i raggi continuano a brillare e non ci res.ta nulla. fra le mani. I raggi si concentrano in un nuovo focolare e i tentativi per imprigionare il focolare devono ricominciare ... Non ci culliamo punto nella fiducia che queste od altre simili parole - per quanto autorevole ne sia 1a fonte - smuoveranno di una linea i Garofali ed i Fioretti di questo nostro « giardino d'Europa~ dalla generosa campagna intrapre:::ll contro la ci\•ile libertà della propaganda socialista, o insuffleranno un po' di dignità ai magistrati servili e un po' di moderazione agli zotici gendarmi che si camuffano in ItaUa da uomini di Stato. Come in Germania sarà vana l'opposizione che da tutte le Università, dai più alti strati della intellettualità, viene fatta a quei nuovi disegni di leggi eccezionali che ten– tano sopprimervi la discussione di dio, de1la fa– miglia, dello Stato borghese, e perfino dei vari culti riconosciuti. Ma è pur sempre confortante constatare come questa lotta dello Stato borghese contro il socia– lismo diventa ogni giorno più la lotta dei pregiu– dizii del passato contro la intelli$'enza in generale - e come il divorzio fra Jo spirito scientifico e la po1itica delle classi dominanti si vada facendo ogni giorno più evidente e più irreparabile. Questa è opera delle cose, non è opera nostra. Noi non avremo che da lasciare i morti seppellire i loro morti. .. I PRINCIPII DELL'89 lii. Intermezzo democratico e ripresa borghese. All'Assemblea Costituente succede, nell'ottobre 1791, la Legislativa, che dà. tosto (1792)luogo alla Conven– zione. li moto rivoluziona.rio straripa. ruor dei confini del puro interesse borghese, sospinto dai fiotti della marea. proletaria. La filosofia.di questo periodo storico è, in gran parte, condensata nelle parole dette all'As– semblea da Danton: e La rivoluzione non può proce– dere innanzi, non può essere consolidata. se non col popoloi il popolo n'è lo strumento i sta a voi di ser– virvene.» La Convenzione piantò il 18 marzo 1793 le col<mne d'Ercole alle velleità proletarie, decretando e la pena di morte contro chìunq ue proporrà una legge ag1•a1·ia, o qualsiasi altra. sovversiva delle proprietà. territoriali, commerciali e industriali.:. La 1-0gica egualitaria., pas– sando dal campo politico all'economico, aveva suscitato il desiderio della spartizione dei beni per instaurare la eguaglianza delle rortnne, la quale, scriveva R.abaut nella CJwonique de Pm'is (1793, n. XIX), .: non si può ottenere colla forza», ma « bisogna. studiarsi di otte– nerla. dalle leggi >. La Convenzione stabiliva il principio fondamentale contrario con la legge del 18marzo. Nella seduta stessa. però l'Assemblea. decretava alla. unanimità il principio
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