Critica Sociale - Anno V - n. 7 - 1 aprile 1895
CRITICA SOCIALE 105 dh•entato una pallida e superficiale critica delle condizioni attuali della vita pa1·lamentare. Di sorta che, portata la ricerca su questo terreno, allorché il Sighele conclude: < immoralità di per– sona - immoralità di partito - immoralità d1 go– verno - tutto questo è la conseguenza necessaria e fatale di un sistema, che pare creato apposta per peggiorare gli uomini anziché per migliorarli,.('); è proprio il caso di rispondergli: si, di un sistema, ma ben altro da quello su cui voi appuntate il vo– stro miope S$:uardo. Dove voi vedete il vizio del meccanismo, 11 vizio invece è nell'organismo che lo move. Mentre vorreste trovare le ragioni della corruttela politica nel parlamentarismo, siete co– stretto voi pure, pel' quanto indirettamente, a rico– noscere che le fonti di tal cor1·uttela sono nel si• sterna sociale, per cui i deputati sono i rappresen– tanti dei 'l'izio o dei Cajo. ossia dei potenti che, al predominio esercitato in paese, vogliono porre il suggello del loro predomrnio politico. La immo– ralità di persona, la immoralità di partito, la im• moralità. di governo è la ;conseguenza necessaria dell'essere oggi il parlamentarismo lo strumento degli interessi di una classe che vl\•e della immo· ralità e che della immoralità si è roggiata un'arma a tutela dei propri barcollanti privilegi. Vedete in– fatti. I Tizio e Cajo che, mercè la corruzione e la pressione, mandano al Parlamento i loro deputati, son gente che vive tuttodì di scrocco a spalle della classe lavoratrice. Per tenere il loro comodo posto di parassiti, essi hanno bisogno della difesa politica. A ciò 1 ma11dano in Parlamento - , 1 alendosi della propria immorale infiuen,.a - i loro avvocati e procuratori; i quali perciò hanno il mandato di tutelare a ogni costo il parassitismo dei loro man– danti. A questo criterio supremo vien quindi sub– ordinata tutta l'azione del deputato: e si ha lo spettacolo di partiti che sostengono qualunque im– moralità, purchè sia giovevole alla causa della classe che i partiti rappresentano: si ha lo spettacolo di ~overni che si impersonano negli uomini più 1mmorali 1 ma che sono sostenuti da strapotenti maggioranze/ perchò conducono con vigore la guel'ra co~trs~rPa1l,;n~~:s~vci~l!~~'t~~!oi~e:it~,j~ruac~gi~r~l~(ò che il Sighele, assai poco 01·igiualmente, vien ripe• tendo intorno alla menzogna delle lotte parlamen– tari, alle abitudini di favoritismo, alla corruttela personale dei deputati. Forsechè, infatti, soli~ le apparenze della più fiera opposizione, non si cela l'alleanza profonda degli interessi 1 Proprio mentre io scrivo, il Rudinì. capo dell'opposizione, nel suo discorso di Palermo, si rivolge ingenuamente al Crispi dicendogli: O perchò ci avete mandati a casa? Non fu questa Camera sempre in pieno accordo con voi per quel che riguardava la clifesa delle classi dominanti 1 Non vi abbiamo noi approvato gli stati d'assedio e le leggi eccezionali! Nè meno è chiaro che il favoritismo e campani– lismo parlamentare sono l'espressione del fatto che la borghesia, la quale forma uu tutto omogeneo e solidale contro le altre classi, è però agitata e tra– volta internamente dal démone di una implacabile lotta intestina, per cui le forw dei singoli sono in concorrenza perpetua fra loro per ottenere la mag· giore parte possibile del grande bottino. E la corruttela personale dei deputati borghesi non viene appunto da ciò ch'ei sono strumento di queste torve solidarietà e di questa torbida concorPenza f Purché sie110ben serviti, poco importa a codesti biechi interessi se coloro che li servono, cerchino modo anch'essi di pagarsi abbondantemente sul sacco. Crispi informi per tutti. li parlamental'ismo non ò dunque affatto la causa dei mali onde la vita pubblica nosfra è ammorbata. E non ò vero che, por se stesso, il parlamentarismo sia in « decadenza » o si mostri insurficiente agli uffici assegnatigli dalla sua rormazione storica. Anzi, quello stesso putridume cho, mercé il parlamenta– rismo, viene a galla, dà. ragiono di concludere che questo meccanismo della rappresentanza politica adempie esattamente ed egregiamente le sue fun– zioni. :\fa è appunto per questo che nel momento attuale la classe dominante tende a metterlo prov– visol'iamente in disparte. La dittatura può servirle assai meglio in questi frangenti. Colla dittatura le rivaliU\ interne della classe son ridotte al silenzio: è toIL, l'occasione di certi scandali che la compro– mettono di froute alle classi soggette. La dittatura, d'altro11de, è una forma che si conviene al com– battimento: ed è un vero combattimento quel che oggi il capitalismo ha impegnato contro il movi– mento proletario. Guerra dunque al parlamenta– rismo ne' suoi culmini e nelle sue basi, ossia guerra alle « unioni » politiche e guerra al diritto eletto– rale; ecco la tattica del partito conservatore nel– l'ora presente. Tattica che s'impone tanto più, quanto più il proletariato, sotto !"impulso della pro– paganda socialista, accenna a preparare l'assalto al sistema parlamentare per impadronirsene e rivol– gerlo, arma decisiva, contro i suoi dominatori. Di questa manovra, parte cosciente e parte istin– tiva, del conservato·rismo, sono stromento volonta1•io od inconscio i filosofi che, uso Sighelo, pl'onunziano la requisitoria contro i Pa1'1amenti in nomo di dot– tl'i11e, la cui consistenza scientifica abbiamo ora mi:iurato. . . . Per avere dimostrato di do,·e move e quale va– lore ha questo attacco al _parlamentarismo. non è da intendere che i socialtsli credano che la sua forma attuale sia per essere immutabile ed eterna. Il parlamentarismo è, come tutte le altre, una forma storica. Esso risponde allo necessità di uno Stato largo e accentrato, no} quale si movono classi con inte1·essi antagonistici. E il meccanismo per cui si esplica la volontà. colloHiva, oggi monopolizzata dalla classe predominante. Esso è perciò un mec– canismo che le classi sogge1le devono indispensa– bilmente afferrare por far ,·alere il loro interesse, ossia per rendersi interpreti esse della volontà col– letti\,a. Il giorno che di questo meccanis,;no diven• tino arbitre 1 dovranno, pe1· compiere la propria emancipazione, adoperarlo per abolire le cause degli antagonismi di classe. Raggiunta questa mèta su– p1·ema del movimento proletaf'iO socialista, si potrà dire suonata l'ora della trasformazione del parla– mentarismo. Gli organi della volontà e dell'azione collettiva cesseranno di avere l'ufficio del governo degli uomini, per assumere quello del governo delle cose. Perderanno il carattere politico e assume– ranno il carattere economico. Si tornerà, in una rorma pii, larga, più riflessa, più perfetta, al tipo delle unioni primitive, cosi come tutta quanta la economia ritoruer-.ì, in un grado immensamente più evoluto e cosciente. alla rorma collettiva. Ma ora - e finché la lunga battaglia contro il capitalismo non sarà vinta - lo sro1·zonostro deve essere diretto alla diresa del Parlamento e alla maggior possibile influenza do! proletariato dentro e sul Parlamento. E i socialisti, che credono di far la parte di l'i– voluzionari e di positivisti seguendo il Sighele nella sua campagna contro il parlamentarismo, sono degli ingenui che fanno, sen1.a saperlo, il gioco del nemico. LEONIDA BISSOLATI.
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