Critica Sociale - Anno V - n. 7 - 1 aprile 1895

CRITICA SOCIALE 101 tuttora. agli inizi della sua formazione, sonnecchia tut– tora in gran parte nel limbo di una semi-incoscienza. Oggi siamo alla. guerriglia, combattuta da ralangi di avanguardia, in cui l'elemento piccolo-borghese si me– scola agli strali superiori del proletariato industriale. Ma. per conseguire il secondo degli obietti"i accen– nati - attrarre a noi questo elemento afllne non ancora conquistato - una condiziono è essenziale. Che noi, dai quali deve sprigionarsi la forza attralliva, rimaniamo sul nosll'o terreno. È evidente che, se noi ci conron– diamo con osso - come suol avvenire nel sistema delle vere alleanze - noi potremo rorse ottenere qualche maggior risultato apparente od effim.ero, ma a tuito scapito della nostra l'orza 1·eate e permanente di par– tito. Noi impiegheremmo le nostre rorze ad usura e abbatteremmo il nostro albero per coglierne i rrutti. Da queste considerazioni scaturisce, ci sembra, la perfetta giustificazione logica della tattica da noi rac– comandata. Dare aiuti - ma senza confonderci, anzi a.lTel'mandoci il pill distinta.mente possibile: - ricevere aiuti, occorrendo, ma in modo ed a patto che essi non abbiano a diminuirci in guisa. veruna. Questo secondo punto parrà ad alcuni un controsenso, od ammettiamo che è il più difficile ad attuaft.,i, e richiede la maggiore cautela i;d abilità; ò perciò che, quando ò possibile, noi propendiamo poi sistema, adottato a Milano, di da.re i voti nostri ai radicali, senza ricambio. Comunque, co– testa lattica, che fu chiamata tattica intermedia, perchè rifugge ugual mento dalle confusioni o dalla solitudine, non è, come si vede, un mezzo termine, una risultante, un partito incerto ed eclettico: essa è duplice, porchò risponde a. due distinte esigenze obietti ve, ugualmente vitali, a senso nostro, ed ugualmente imperiose poi nostro partito in quest'ora. . . . Ma al nostro punto di vista fu opposto che noi ci faccia.mo delle illusioni sulla. esistenza e sulla consi– ~tenza del partito radica.le in Italia: che esso in molti luoghi non esiste o non è che un nome, in altri pat– teggia coi comuni nemicii dovunque, o non ha chiara. coscienza <liciò che vuole, o non sa volere ciò di cui a.,-rebbe coscienza; è insomma, pill o meno, un cada– vere. Questa obiezione è triste ed è forte; più forte e più triste pei nostri contraddittori, però, che per noi. Perchè, in uno Stato che ò ancora ai primordi della sua. evoluzione capitalistica, se non esistesse un partito radicalo, una piccola. borghesia cosciente e vitale, mono ancora potrebbe esistere un vitale e cosciente partito socialista. Quella è il precedente di questo. La storia di tutte le rivoluzioni moderne testifica quel che asse– riamo. Altro sarebbe il ca.sose noi fossimo già.al punto, in cui la disgregazione della piccola. borghesia è com– piuta, questa. è ricacciata già quasi tutta. nell'inferno proletario, e, a.I polo sociale opposto, le classi privile– giate forma.no un esercito solo. Allora. la democrazia. agonizzerebbe per senilità: per esserle venuto meno sotto i piedi il terreno dei reali interessi. Oggi (questo ò che i nostri contraddittori non sembrano vedere), se la. democrazia nostra è debole, non può essere che per l'opposto motivo: perchè è immatura e non ancora ha ratto i muscoli. L'apparenza contraria nasce dal fatto che in Italia alitò, al principio del nostro rifJ.cimento a nazione, uno spirito democratico più largo e gagliardo che ora non spiri. Ma.questo si dovette a un elemento che può considerarsi perturbatore nella nostra indagine, al ratto teca Gino Brarco cioò transitorio della ricostituzione nazionale. Per con– quistare l'indipendenza, la borghesia ebbe bisogno del pa•oletariato e in genere delle piccole classi, e dovette adescarle colla illusione di agire nell'interesse generale. Questa finzione fu in gran parte incosciente, e detto la stura all'idealismo sincero doi più generosi. La borghesia potò darsi questo lusso tanto più impunemente, inquan• tochè le schiere dei lavora.tori italiani non erano ancora organizzate nò infetta.te dal lievito socialista, del quale non si ave,•a neppure il presentimento. Quel democra– tismo ru dunque una floi-itura precoce ed effimera., e doveva sfiorire come sflorl. Tuttavia di questa obiezione - della poca consistenza e sincerità, in certi luoghi, del partito radicale - noi tenemmo conto scrupoloso, tanto che ai duo primi ter– mini tlel nostro formulario tattico: necessità dell'affer– mazione distinta del nosh·o partilo; utilità <li aiutm·e il partito 1·adicale contro la 1·eazione; ne a.ggiungemmo un terzo: libertà anche di non. aiutm·lo dove questo aiuto non semb,•i utiJ,eal nost,•opa,·tito. Il che può es• sere consiglialo <la varie cagioni, inerenti o al partito nostro (dove sia, per esempio, già prevalente di nu– mero, oppure tanto infantile da non prestarsi senza pericolo all'esercizio di una tattica. avveduta o com– plessa) o al partito ndicale (dove esso è soltanto de– corativo, o malfido, o mal rappresentato, ecc.) o ad altre circostanze d'ambiente. ( 1 ) Intanto una COSA. osserviamo, che ò ammessa. dai nostri contraddittori: che il pa1'lito radicale ha.qualche maggior rvrza. là. dove l'evoluzione economica. ò più avanzata (Alt.a Italia.) e ne ha. poca o punta dove il medio evo è ancora fiorente. Il che ribadisco la nostra convinzione che la. democrazia in Italia non ò morta, anzi è appena sul sorgere; e aumenterà di forze e di ampiezza. come più le condizioni dell'Alta. Italia si esten– deranno, per fatalità. economica, al rimanente del paese . In tutto questo - che ci condusse alla formulazione del nostro trinomio tattico - noi ci siamo dunque atte• nuti strettamente alla dottrina. del materialismo econo– mico. Ma. non a quel materialismo astratto e generico al quale si arresta bruscamente il compagno D'Angelo; bensl a un materialismo concreto ed applicato alle condizioni speciali del momento e del paese. Infatti il nostro amico di Pescara. non accenna in modo speciale al partilo radicale. Esso accenna unicamente nrl un con'1itto fra l'aristocrazia feudale da. un lato e, dal– l'altro lato, in un fascio, « l'anemica borghesia indu– striale, quella minuta e il proletariato >. Ora. la « borghesia.· ìndust.J' ia.le » - giusto perchè « anemica » - non pare a noi si sia ancora. in .Italia cosi differenziata e distinta., da. porsi in vero antago– nismo politico con la. possidenza fondiaria. Questo an– tagonismo appartiene ad altri parlamenti assai pill che al nostro, dove proprietari fondiari e industriali mili· tano per lo più confusamente nella. destra. o· in altre frazioni reazionarie: il più spesso l'una. e l'altra qua– lità si confondono nelle stesse persone. Vi è, è vero, il movimento degli agrari, che sembrano in certi momenti pesare in modo decisivo sulla. bilancia dello Stato: ma. ( 1) Un giornale socialista dl Corato, F11de:Nova, che combatte per la • Intransigenza» - e può darsi che per le Pugile abbia llerreuamente ragione - riassume I postulati tattici del partilo in quella nllida formula: • Prima t1Her11; poi cercnrc il miglior modo di eun·e; indi utilizzare la 11.rt• te,ua propria.• Per conto nostro, non abbiamo nlcune difficoltà ad acceltare questa formuln Integralmente-.

RkJQdWJsaXNoZXIy