Critica Sociale - Anno V - n. 6 - 16 marzo 1895
B 86 CRITICA SOCIALE La famiglia, alla quale in oggi ò lasciato in gran parte il còmpito dell'educazione, è nella più parte dei casi inetta o impotente ad un simile unlcio. La società. sola, con un'istituzione scientificamente organizzata, sarebbe in grado di adempiere degnamente al còmpilo educativo; ma la società. borghese, essen– zialmente indi,·idualistica, non si deciderà. mai ad as– sumere cotesta funzione. Però, se la società borghese non ò in grado di adot– tare un sistema oducath•o quale la scienza lo rnrrebbe, non dovrebbe almeno riftulare ciò che ò no· suoi prin– cipi stessi, voglio dire, rcducaziono professionale ai futuri lavoratori. Formare elciJa,·oratori abili ctl onesti ru un dogma riel capitalismo nascente, ma che cosa ha fatto tlnora li\ borghesia por arrivare a. questo suo scopo, o special monto la borghesia d'Italia 1 La nostra scuola olemontaro ò troppo meschina cosa porchò da. essa. si po ssa attendere Uh talo ris ~lta.to . Una scuola. popola.re prorossionale dovrebbe com pren– dere, oltre al corso elementare completo, atto a dare quella leggiera tintn generalo di snpore che è neces– saria a tutti nei paes! civili, qualche altro anno di istruzione speciale, ove ciascuno possa acquistare le cognizioni che parlicolarmonte gli occorreranno nel mestiere a cui vuol dedicarsì. Se non che, quest'istru– zìone prorcssionnle al lavoratore, che si presenta,·a come un bisogno sociale durante l'inranzia. del capita– lismo, ,·a ora rendendosi sempre meno necessaria, collo svilupparsi e maturare di tale sistema. La macchina, introducendosi o perfezionandosi in ogni ramo di pro– duzioue. ronde superflua l'abilità o l'intelligenza. per– sonale, toglie al lavoratore ogni carattere di artigiano o di agricoltore e no ra un automa incosciente. EJ ecco perchò l'istruzione del popolo, agli occhi tlella borghesia, paro oramai una sposa di lusso, un pericolo sociale, o i go,·orni sentono l'istinto piuttosto di chiudere che di o.priro delle scuole. Dunque in cho coso. consisto questo ramoso progetto Baccelli, Udito o stupito! Il fllnciullo del hworat.ore (po.rio speciahncnto <lei comuni rurali) abbandona. la scuoio. ,~n·età di nove a dieci anni, dopo aver fatto una stentata. terza elemen– tare, cioò dopo essersi appropriato a mala pena il ma– teriale della lettura e della scritlura, o si dedica in– tieramente ai lavori della campagna. o a qualche me– stiere, dimenticando in pochi anni l'appreso. Ebbene, il ministro Baccelli vorrebbe richiamare questi quasi-anal– fabeti sui banchi deUa scuola, all"elà di sedici anni e sapete ad imparare che cosal Niente più che per sen– tirsi raccontaro le gesta barbariche di quattro dinastie (storia. d"ltalia 1) e por manovrare soldatoscamente. Ma !Sipuò dare più assoluta mancanza di senso pra– tico 1 Ai lavoratori che domandano cognizioni utili por la vita, Guido Baccelli vuol insegnare lo gesta di Carlo Magno o di Giulio Cesare od esercitarli nel fia11codesti· e fianco ,i,,islr! LI\ storia politica, specialmente quella ad usum delphini insegnata nelle scuoio, ò qualche cosa di su– premamente inutile, anzi ò dannosa all'educazione gio– vanile in quanto crea sentimenti artificiali, disformi dalla. realtà. della l'ila, produce quei don Chisciolto in diciannovesimo che non vedono so non nemici della po.tria e sognano guorro ad ogni slol'mire di fronda.. f; poi ostromamonto tediosa pe1'i la,•oratori, che nalural– mento non s'interessano che alle cognizioni tli eviùento utilità. Non parlo poi della ginnastica - so ginnastica si può chiamare il muoversi come marionette - la quale è por lo mono superflua ai già. troppo esercilati muscoli dei lal'oratori. :i.la il gra.nd "uomo, nella. sua alta mente, vorrebbe colla sua scuola formare il cittadino-soldato. Vedi in– fluenza di certi studi! Guido Uaccolli, dominalo dalle rimembranze classiche, lmpermeab.le ai bisogni dei nuo,·i tempi, vorrebbe risospingere il mondo allo beato età di Atene o Sparla; im·eco di preparare buoni la– ''oratori, vorrebbe preparare buoni $Olda1 i, ma per di– rendere che cosa? I.a. fa.mo e la pellagra. degli italiani, che il diavolo vi porti? . . . Ala. ammeUinmo puro che questa scuola popolare t.101 Baccelli sia quanto e.lipiù utile o pratico si possa im– maginare; duo altri orJini di ragioni la renderebbero pur sempre chimerica. E, nnziluUo, doro prenderà egli i quattrini por isti– tuirla1 Come istituirà una scuola. che costerebbe diecino di milioni, mentre, por racimolare poche centinaia di migliaia di liro, decima o ratlia addirittura i già pitocchi sussidi che si davano a.I Comuni non in grado di sod– disfare agli obblighi dell'istruzione e ai maestri più squallidamente miserabilil Come ha il coraggio di par– lare di scuola popolare, di « università. del popolo •, mentre, nella più parto dei Comuni italiani, non che mancare il corso elementare completo, esiste tuttora quella scuola unica., che è un obbrobrio pedagogico, e i maestri italiani, dopo tronl"anni di bugiardo promesse, languono nncora nell'anilimonto e nella miseria? Mn, quando puro questa scuola sì riuscisse ad isti– tuirla, chi poi la rroquonlorebbe! Non si potè tlar vigore alla legge sull'isfruziono obbligatoria, o, dopo tanto clamore essa giace, inutile mole, negli archivi; e, so di fronte all'estrema miseria non si è riuscili ad obbli– gare alla scuola. ùnmhini minori cli dicci anni, come si polrà indur\'i o costringervi giovanotti dai sedici a.i dicianno,·c, quando oppunto cominciano ad esrnre un sostegno indispousa.bilo alla ftlmiglin.1 E, sia puro questa scuola soltanto serale o festh·o, si m cho il lavorntoro non avanza di tempo se non quanto gli ò indiRpensabilo al riposo.; non può quindi a,·cro nò energia nò volonià per lo studio. lnrormino le scuoio serali o complementari, nate rra tanta pompa di parole e, fatta qualche eccoziono por le citlà, morto fra rintlìfl'eronza dell'universale. Solto tutti gli aspetti, il progetto Baccelli è quanto mai di chimerico o di ridicolo &ipossa immaginare; oppure la stampa. scolastica che, per la sua cap11cità. tecnica e pei dolori tic! suo umcio, do\'l'ebbe sentire sJegno di certo pulcinellate. ne accolse l'annuncio eon benc,·ola e flduciosa aspcttath•a e ne tolse occasiono ad incensare il nume. Oh! indegne commedie! I maestri elementari clovrebbor◊ alflne persuadersi che più nulla, nè per loro nè per la scuola, essi pos– sono ormai aspctlarsi da.igo\'erni borghesi. Laborghesia è entrata nello slatlio doila decadenza, quindi si ò ratta retrograda, ha paura della scienza in alto e d'3ll'istru– zione in basso. Ogni suo. promessa, ogni lusinga, su questo tema, non può ossoro cho menzogna. J..a questiono scolastica non ò che un lato della quo• stiono sociale. Solo il regime socialista isliluirà la \'Ora scuola popolnro o tratterà degnn.mento gli educatori del popolo. G. B. i· uscilo: Il oolletthismo, di1co1·so del deputalo o,uuo OUESDE alla Camtt·a francese (ce,at. 5).
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