Critica Sociale - Anno V - n. 6 - 16 marzo 1895

84 CRITICA SOCIALE sala, esigendo le imposte da essa non consentite, disarmando la guardia civica, seminando gli sta'ti d'assedio: leggendo la storia di quel tempo par di scorrere i giornali nostri di oggi. Pure ad essa fa– ceva appello Carlo Marx col noto proclama che, stampato dalla Rheintsche Zeitung, gli costò due processi. Ben sapeva egli che della resisten·za, alla quale incitava, non avrebbe tratto il proletariato alcun beneficio diretto: eg1i spronava la borghesia a fare quel ch'essa avrebbe dovuto nel suo proprio inte1·esse. Ma di fronte alla coalizione delle forze reazionarie, del vecchio mondo superstite - egli diceva - l'avvento della borghesia e pur sempre elemento di progresso; 8 un precedente necessario. In questa lotta 1 socialisti e bo1~ghesia stanno su1!o stesso terreno. ( 1) Che quand'anco il trionfo della parte radicale non dovesse procurarci nulla di ciò che si aspetta da lei, come il Bissolati suppone, e tutto fosse vanità: ancora noi penseremmo ch'esso sarebbe vantag– gioso e necessario per noi. Finchè questa illusione d'un interregno radicale ingombra il campo della nostra lotta, che è la lotta di classe, questa ne è pa1·aliz1.ata.Qua11topiil il regno dei radicali tarda, tanto pili tarderà il nostro a subentrarvi e a scal– zarlo. Rinforzati come minoranza, i radicali do– vranno, per il gioco stesso dell'opposizione, per le neces~ità della lotta, farsi araldi e campioni di libertà. E il proprio di tutte le reazioni tiranniche questo, di ricaccia1·e lo opposizioni verso gli ele– menti popolari, di farle liberali e democratiche pur ma1$rado loro: ciò spiega come sinanco una parte cospicua dei nostri moderati lotti oggi in nome del rispetto alla costituzione. Saliti i radicali al potere, o terranno fede - e dovranno tenerla almeno nei primissimi tempi, perché ogni potere serba qual– che impronta della propria origine (si pensi, per esempio, al nord-America e alla Svizzera) - oppure si liquide1·a11no.Buoni, ci saranno utili; cattivi, sa– ranno necessari alla vittoria nosti-a. . .. Senonché, pare al Bissolati che a colesto dsul– lalo, di aiutare le forze radicali quando prevalenti alle nostre e in lotta con lo forze reazionarie, si arrivi del pari e pili utilmente per la via dei soli ballottaggi; dell'appoggio che noi concederemmo al candidato radicale in caso di secondo scrutinio, se– condo la tattica già in uso fra i nostri compagni di Germania. Porche, giusta il congegno della legge, quando il numero dei nostri voti non sia tale che, sommato ai voti radicali, determini almeno la ne– cessità del ballottaggio, esso non avrebbe salvato il candidato radicale dal naufragio, anche se riversati su di lui sin dal p1•imo giro dell'urna. Numericamente il calcolo è esatto, l'argomento é sottile o seducente: ma dicemmo che non regge; almeno non regge in molti casi. Già. Prampolini dimostrò nella sua Giustizia, appunto con simbolo di cifre, come talvolta il primo impeto di una ele– zione. nella quale si convergano le forze, possa dare quel piccolo aumento di voti che decide della vit• toria. Noi osserviamo: non talvolta, ma sovente; e non un piccolo aumento, ma fors'anche uno gran· dissimo; per un cumulo di ragioni disparate, che l'aritmetica non 'rende e non spiega. Non ultima l'inerzia, in cui si dondolano molti, che il dualismo fra i candidati d'opposizione rende perplessi o svo– glia dalla lotta; o che, prevedendo rannunziato bal– lottaggio, attendono di dare il ,•oto nel secondo e (') Cosl l'Engels nella prerazlone alla diCesa pronunciata da Marx avanti il Trlbunal11 di Colonia, della quale demmo un cenno nella scorsa annata della Orttfca Soctale (pag. S58). te -::i n B -::i o più efficace scrutinio; o lo anticipano a dirittura ,·otando pel candidato sul quale solo al secondo scrutinio dovrebbcl'o ritor.cere il voto: talchè, alla prima prova, anche l'affermazione di partito riesce assai minore del vero. Chi ha pratica di elezioni sa quanto sia eProneo cotesto metodo di applicaro alla lotta della scheda il prontuario del 1·agioniere, figu,·ando il contin– gente elettorale diviso in battaglioni e compagnie che si muovono e si spostano militarmente, senza dispersione. Un'elezione, come ogni fatto in cui entri la psicologia delle folle, è fenomeno così de– licato, così ricco di sorprese, che apprezzarne o presagirne le movenze non può essere che affare di chi si trova sul posto, a uo1•madelle contingenze del caso per caso. Abbiamo qui sul tavolino uno degli ultimi numeri della A1·beile1~zeitung di Vienna e vi leggiamo una corrispondenza da Londra, in data 8 marzo, la cui sigla (L. ](.) denuncia la mano di una donna che della battaglia socialista e degli avviluppamenti della tattica è esperta quanto si può dire. Vi narra dell'esito infelice delle ultime elezioni al County Council di Londra, noi qunle i progressisti avevano una straordinaria maggioranza ed ora l'hanno tutta perduta. Cotesti progressisti, imbevuti di spirito fabiano, avevano inaugurato un vero socialismo comunale, col fissare il minimo delle mercedi, la giornata massima di lavoro, l'eli– minazione degli appaltatori dai lavori di quel va– stissimo Comune, che è quasi una nazione esso solo, ecc., ecc.: i moderati si opponevane, natural• mente, a tutte queste misure. Ora i moderati eb– bero un guadagno di 5000voti e di 25 seggi (su 118 consiglieri), i progressisti perdettero d'un colpo voli 27.000, e sapete perchèl\ Perché l'Inàepe11dent Labour Party e la Federazione socialista-demo– cratica non vollero lottare che pei loro nove can– didati, sui quali non raccolsero che 1349 suffragi. L'atte~giamento bilateralmento ostile dei socialisti fece st che una gran massa di ope1•ai,per non get• tare il suo voto a favore di candidati destinati a scacco sicuro, si astenesse dalla votazione: altri di– ventarono preda dei moderati. - Ciò vuol dire che non erano veri e convinti socialisti, osse1·verà Bis• solati. - Lo concediamo: ò questa una disgrazia che in Italia capiterà di incontrare forse più spesso che in Inghilterra; ma intanto (osserva la corri– spondente, che non è certo un& tepida marxista) l'esperimento socialista che si compieva e la va– gheggiata autonomia del comune di Lond1•a sono cose sepolte almono per altri tre anni. Se di ciò gli operai saranno vantaggiati, alla fine del triennio ce lo sapran dire essi stessi. (I) l\Ia, lasciando questi esempi e tornando al tema generale, a noi sembra che un orrore di massima, e vorremmo dire, di pPospettiva stia al fondo dello vedute dei nostri amici ed avversari. Essi imagi– nano un'Italia teorica, assai dive1•sn. e più avanzata di quello che, in media, è t"Italia reale. L'Italia sembra ad essi alla fine di una evoluzione, della quale, secondo il parere nostro, non è che al prin– cipio. Quindi la democrazia, in Italia, sarebbe finita.: noi speriamo al contrario (poiché non ci è dato so– praffal'e gli eventi, nè rar spa1'ire coi bussolotti una fase della storia) ch'essa si ringagliardisca e di– venti dapertutto quel ch'è già a Milano e in altri cenll'i più civili: con chu il crispinismo non sa– rebbe più possibile, nè altro che gli somigliasse. Come le nazioni più sviluppate servono - secondo dice Marx - di specchio alle nazioni arretrate per vedervi in prevenzione il loro avvenire; così è delle varie parti di una stessa nazione. ( 1) Arbd(er.:ettw1g, lO marzo, n. r.8.

RkJQdWJsaXNoZXIy