Critica Sociale - Anno V - n. 6 - 16 marzo 1895

CRITICA SOCIAL8 95 tremulo e incerto o sicuro e 1'0busto,fine e leggero oppul' grosso e pesante, smilzo e slanciato od invece massiccio e appiattito, cu1'"ilineo e rotondo piut– tosto che fractilineo e angoloso, originale e bizzarro meglio che non banale o ordinario; ed infine nella sequela delle lelle1·e, rolte, serrate, legale, o al contral'io sciolte, acmlo, isolate. Ma anche l'esame dei singoli elementi ha il suo valol'e diagnostico, e non dev'essere trascurato: nolle rorme delle vocali e delle consonanti, delle maiuscole e dello minuscole, e in modo partico– lare del B, del D, dell'e, dcll't, dcll'N, del P, dell',·, del I, e nel taglio di quest'ultima lettera, nella chiusura o nell'apertura, in alto od in basso, degli a e degli o, dei b e dei d, e nell'atteggia– mento pa,·licolare dei filetti e delle legature, dolle aste e degli occhielli, degli archi e delle gole. il grafologo diligente e paziente può trovai·e indizi sottili, minute rivelazioni a complemento e a ret– tifica dell'impressione generalo che lo scritto gli aveva a prima vista prodotto. Non meno eloquenti, poi, sono certe altre carat– teristiche tulle personali, quali le code (che il Lom– broso chiama con voco di dubbia italianità e di suono men grato « pa1·affe »), che in fin di parola, e spessissimo dopo le firme, si svolgono e1•ette o roflcsse, sottili o ingrossate, umili o minacciose, folgoranti come baleni, vibranti come staffili, av– viluppanti come lacci, aggrovigliate come serpi; e ruso, che si ra soverchio, traboccante, inva– dente, nei grafomani, nei mattoidi, negli squili– brati, di varì distinti caratteri alternati e distri– buiti gerarchicamente nello stesso scl'itto, di stam– patelli e maiuscoleUi g1·ossi e piccini, di rotondi e corsivi d'ogni tipo, di sottolineature semplici, doppie o triple, di parentesi curve e quadrate, di richiami, di note, di numeri, di stelle, stellette e stellon– cini, di punti sospensivi, interrogativi, esclamath•i, sperperati con una prodigalità senza esempio negli esseri sani e normali, e fatte esattamente ripro– durre nelle 101·0 pubblicazioni dai tipog1•afi vittime d'inaudito od imp1·O11teesigenze. e) Come si vede, la grarologia ha dunque davanti a sé un bl'illante avvenire, purchò proceda cauta e si attenga strettamente ad un l'igoroso metodo speri– mentalo, fondato sullo studio largo o coscienzioso d'un numero grande di dati, illuminato e guidato da quell'intuito sintetico e geniale senza di cui anche il puro empil'ismo fallisce. La psichiafria, la criminologia, la psicologia normale, la critica esteticfi.t la pedagogia ne trarranno certamente nuovo e inatteso sussidio; ciascuno avrà ora fra le mani un nuovo portentoso scandaglio per esplo– rare l'anima altrui e la. propria: e, scoperto il fondo solido e buono, giova1'S8ne; trovata la melma putrida e infida, purificarla. Nosce le tpsum,. MARIO PILO. 1 1 1 Un esempio atr:u,rdlnarlo di lali aberraziooi itJ l'ho 1rovato anni addietro In UD opu1colo L'aa:c~tre det pqpolf e lo 1plritd «.mOltco ('llentL, 8. Bernardino, 1887J,di monsignor Plelro AlfonlO Jorlo, dottore In sacra teologia e preluo domestico di S. s., ar– ch·escovo di Tannto, barone dl OroUaf(lir, signore d1 ?.(ona– cluo, ecc. ecc. Ma, per a1ern! fatto una diagno1i psichiatrica, m'ehbl un ,equestro e J>eroltraggio e derisione :alla religione dello Stato •• con tulte le 1ue conseguenze legali e pecuniarie AYYl1O ai grarologl futuri 1 BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO· W1Lt.1AM Mon.1us: La terra p,·omessa - )1ilano Kan– torovicz, editore, 1805,(L. 2). (') Conlinuano a. germogliare in questa tempestosa fine Ji secolo, di fronte alle rattristanti realtà. della vita I') A,hblttmo tn1erlto questo libro -1>er il 1uo gran~è inlereue art.1t1co e 1:>er l'immen,o aucceaao che incontr-6 fuori d'Italia - nçlla Ulbllo1eca della c,•,uca $oclal4, (Nota thlla CRITICA), Gn B contemporanea., le visioni prorotiche d'un avvenire di felicità individualo o sociale. Così gli infermi sognano nella febbre le gioie d'una guarigione, che forse non verrà. Ammetto che noi romanzi utopi'itici Jll()!to devesi concedere alla fantasia degli autori, ma. nella Terra promeSJa del W1llia.m Morris parmi che il lirismo del poeta. inglese sia. eccessivamente ottimista. Egli imma– gina realizzato ad un solo secolo di distanza, cioè ai primi nnni del 2000, l'EIJorado unh•ersale! Sopratutto ò troppo fldenlo nella bonth umana, lroppo ingenuo nella ~;ua primitività. prora.lTaelila, troppo Francesco d'Assisi della religione comunista. Eppoi non riesco a. spiegare come in lnghillerra sia avvenuta. una così miracolosn, sbnlorditiva motamorrosi in tutto o per tutto, dalle pessimo condizioni della società. verso la fine del secolo XIX al paradiso in terra tlel 2003. Dato il gener o a cu i appartiene la 1'erra promessa, credo opera di mo.no maestra. lulta quella parte in cui narransi lo vicende della lotta di classe e la. Ri\'Olu– ziono sociale tlol 1052, procedenli il trionro del socia– lismo comunista in Inghilterra. Qui il \Vill iam Mo rris raggiunge un alto grado di ofllcacia, e può giova.re alla propaganda delle sue idee. Sotto tale aspetto, il suo romanzo merita. un posto eminente fra le visioni pro– fetiche, che si successero da Platone o da. Campanella sino ai giorni nostri. Invece, abusa esageratamente delle tinto rosee quanti,> si metto a desrrivero la società o gli individui, quali saranno nel 2 003. Non c i tro\·iamo più fra uomini pos– sibili, bonsl in mez1.oa figure di lattemiele, di zucchero ~::~~iit~n: 1l ;.j:g ~!~· ~n°:e1?i~iùg~n~ael~~s~oo 0 r~n\~cili:~!: \finezza. sino alla vecchiaia., e con cherubini in Yelluto e fregi d'oro, sempre giubilanti e sempre in resta. Sciupio di ogni perrozione immaginabile! I preti cri– stiani hanno inventato l'inefTabile godimento dc la. vista di Ilio per tutta l'eternità, esponendo senza f: ,parlo i credenti al pericolo <l'una noia senza. fine nel monotono loro empireo. Il William Morris ra dell'ora. immondo Tamigi l'arteria massima del suo E<len com•1•1i;,ta:- sostituisco a quella melanconica. Uabilonia, che è Londra, le ubertose campagne delliL proprietà r0l:..:1tiva del suolo o degli strumenti del lavoro; - mut.a. il gotico palazzo del Parlamento in un mercato del concime; - crea. una socie tà. così relice, da. suscitare l'invidia. per· sino noi bea.ti del paradiso; - ed in ogni persona. vi– vento nel 2003 condensa tutto le virtù e contentezze desiderabili. Como mai lo lotte sociali del secolo XIX e XX rag– giunsero co~\ sublime risultalo 1 Con quali mezzi 1 In che modo d'indl)le umana si alzò a cosi eccelse porre– zioni1 Qua.li rormo intrinseche assunse questa nuova. società, che non IH\ bisogno di nessun go\·erno, Ji nessun codice, di nessuna pubblica. runzione, perchi, tutti quanti rappresentano la bontà? Non basta che il Morris faccia pal'laro i suoi personaggi, bisognerebbe che li racesse agire assai dippiù. Non basta. immagi– nare la porreziono individuale, bisognerebbe dimostrare come siasi ottenuta. Il ftsiologo Richet, nel romanzo Fra cent'anni, fa, so mi è permessa la rraso, delle prorezie posith·iste, descrivendo i probabili progressi delle scienze noi se– colo venturo e lo utili loro applicazioni alla vita del– l'avvenire, ma non 1là. sulOcient.e sviluppo al movimento politico-sociale. Il William Morris cade nel difetto con– trario, giacchò trascura quasi completamente i pro– gressi dello scienze, con unilateralità di veduto dottri– narie. Generalmente, nei romanzi utopisti l'autore tende a. divertire i lettori colla. stranezza delle invenzioni e delle scope rto pratiche, piuttosto che a rar opera di propaga.nd! Li si preflggo invece questo scopo generoso 11 Mo rris, ma giunge - senza accorgersene - all'Ar– ca.dia comunista. Lo figure maschili non posseggono sufllciente rilievo o lo romminili non hanno tutta quel– l'importanza, che al ,•1jle della donna viene assegnatlL dal Bebel, dal La.ra.rgue, dal Letourneau, dal Thuliò, dulia Ku\isciofl', dalla. Nikitine, dalla Ooraismes, dalla Mozzoni. Al còmpito tradizionale della. donna, riassunto in tedesco dalle ramoso tre K, cioò: ki,·che (chiesa), himlel's (bambini), hiiche (cucina), il socialismo ha so– stituito ben t\lll'i ideali d'emancipazione o ùi matriar– cato! Ad ogni modo, cordia lmente raccomando la lettura. della 1'erJ' apromes.ra, come un'opera. che si solleva dal

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