Critica Sociale - Anno V - n. 5 - 1 marzo 1895
CRITICA SOCIALE 71 nemmo in isciopero otto settimane. Noi era\'amo in piedi dalle crnquo antimorirliane alle sei porne• rirliane. Oltre sei mila telai erano silenziosi. Fa• cemmo molto processioni. Andammo a Ashton, a llydo, a 0ukinHeld. La dimoslr'azione di llanchester fu grandiosa. Ci facemmo ri"i dovunque si lavora nel Lancnshire. E nessuno ci disse mai che face– vamo del male. Dall'Act del PJrlamento votato nel 182;;, quando vennero abolite le leggi contro lo associazioni, noi a,•e,•amo diritto alla manifesta– zione pubblica. Credevo che, come inglese e come operaio, in conseguenza di questo atto parlamen– ta1·e, a,•essi diritto di faro del mio meglio per so– stenere il settimanale. « Quaranta padroni nel 1810 si riunirono e co– spirarono - so è cospi1·,,zionoper ~li opel'ai, deve essel'ia anche pei padroni - di r1dm:ci il tanto all'auna di un vennu (10 centesimi). E una pie cola 1•idu1.iono cho ci soppl'imo,·a in un anno il salario di cinque settimane. Era uua sottrazione di ~U0 alla settimana. E1·a un furto. Io dissi che sarebbe stata una ro,•ina anche pei padroni ma11ira.tturie1·i.La mia p1-oreziasi è an,erata. Una met.\ è distrutta, l'altl'a insoh•eute. Quando ci in– giunsero la diminuzione, ci dissero: Blackburn, Preston e gli altri distretti maniratturiel'i pagano meno di uoi e noi sa1·emmo 1·0,•inatise non vi des– simo i prezzi di Blackbui·n. Quale no ru il risultato? Che i padroni di flydc, Ashtou, Stalyb1·idge 1 Bolton, \Vigan, \Varriuglon, Prcston o Hlackbul'il ridussero. Un anno dopo ci ridu~e,·o ancom. Ci ridussero il tanto all'auna di altri dieci centesimi. Il settimanale di colo1-oche lavora,•ano nlle spole e,-a di L. 11,25. Gliolo diminuirono di duo lire e mezia. Quello dei cardatori era di 10 lire. Glielo assottigliarono di 1,S:i Allora p1-oprio non no potei più. Strascinai la mia classe sul lastrico andando di distretto in distretto e non ritornammo al lavoro che dopo di a,•ero ricuperato il penny sull'auna. I padroni di Stockport si radunarono di nuovo e di nuovo ci d issoro: « Noi non possiamo raro la concorrenza a Jllackbu1·n o a P1·eston e dobbiamo diminuirvi di nUO\'O :it. E cosi continueranno flno a quando saremo tutti pauvers o povm•i della parrocchia. « Signori, andai a Ashton. ro e i miei due figli lavoravamo alla fabbl'ica per 1,30 all'auna. No producevamo trenta alla settimana, così che il no– sh-o salario collettivo era di 3V lire. Quando Stock• port ridusse, il mio pad1-ono ci tolse un penny dal t..,nto all'auna. E~li non race,•a che seguire gli altri. So un pad1-one daminui~co, gli altri sono obbligati a imitarlo. Perché tutti si derono trovare sullo stesso mercato. Se 'l'izio ha su un certo prezzo dieci centesimi di profitto e Caio ne ha soli cinque, Caio do,•rà scomparire. A Ashton ero in una con– dizione mise1-abile. Dove,•o mantenere la moglie o sette figli. E, come vi dissi 1 non era,•amo che in t1·e a lavorare. Dedotto il penny all'auna sul mio totale di 30 lire, non mo no rimanevano più che:t:>,00. Da questo dove,•o pure dedurre alla settimana 3,i5 per l'affitto, ~,5(} pe1· gli abili, ecc. In una parola, tutte queste sottrazioni mi lascianuio un circa ven– ticinque lire, le quali do,•erano bastare per tutto il bisogne,•ole. Poco dopo il padrone mi tolse sul prezzo dell'auna cinque centesimi - equh-alenti a una riduzione di 1,tlS alla settimana. 'l'rascorsi quindici mo~i da questo disast1·0, ci si diminuirono altri 10 centesimi sull'auna. Poi altri cinque Ritornammo sul lastl'ico dello sciope1't)conti-o i cinque centesimi. Jtiontl'ato al lavorerio, tre degli scioperanli, che avo,•auo p1·eso pa1·te atcivn, non ,·ennero pili ac– cettati. lo non ho vergogna di dichiarare che reci con altri indh 1 idui tutto ciò che mi è staio possi– bile per impedire la riduzione. Se sarò condannato per a,•e1-e p1-omosso gli interessi della classe che amo, mi conrorterà il pensiero di avere impedito una riduzione che :wrebbo fatto male a tanti. Du- 1·anto questa agitazione, il nostro motto fu: pace, leggo, 01·dino. Malgrado le sei settimane di lastrico, la p,-opriotà di Ashton-undor-Lyne non venne dan– neggiata di un ceutcsimo. « My lord e signori giurati! Pe1• man tenero la mia famiglia la tiravo lunga. A Pasqua il mio figlio maggiore incominciò ad andare in consunzione o do,•ctto abbandonai-e lo stabilimento. In allora ci '-i davano 07 centesimi all'auna. Il mio salario era s~,to ridotto per la malattia del figlio a 20 lire. Ecco tutto quello che avevo per mantenere nove pe,-sono, con :3,i:; di pigione e un figlio moribondo. Agg,·avalosi, andai a casa a trova1fo (qui Pilling sostò commosso). Era agli ultimi estremi. lo non arn,·o nulla da da1·gli che delle palate e del salo. Ora, signori giurati, mettetevi al mio posto o di– temi come vi senti1·este dinanzi al figlio che muore senza potol'lo socco1·1·ero nò con medicine, nè con un po'di vitello, uè con due dita di vino! Si, mi dco1'Cloche qualcuno andò alla ca,a di un signore in A~hlon a domandare una bottiglia di vino 1>01· lui. Gli fu risposto che non pote,,a darne a un chal'tista! Signori, mio figlio mol'Ì p1·ima che inco– minciasse questo sciopero delle classi lavoratrici del Lancashil'e. Gli operai di Ashton si quota1·0110e 1'8.ccolsero 100 lire poi suo rune1'ale. Signori giu– rati! ru in questa condizìono d·animo che andai a Slockpol'~ al meeting che protestava contro la ri– duzione del 2;, per cento. lo lo conresso, o sigilori giumti, che piuttosto che sottomette1·mi a un'altra riduzione del 2;; per cento, l'avrei fatta finita colla vita! Quello era il mio p1-oponimento. « Veniamo ai ratti. « Vi dirò la causa dolio scio1>01'0.Quantunque, come vi dissi, t1-e degli scioperanti non siano stati riammessi, io non venni licenziato. Probabilmente il mio padrone ebbe compassione del mio figlio ammalato. IDviammo atto1·no il gridatore, colui che stormisce col campanollo, a suscitare sim– patia pe1· questi tre disgi-aziati. Uno areva moglie e quattro figli, un alti-o aveva moglie e duo figli o un t(H'ZOnon era ammogliato. La simpatia é una colletta. li padrone, Rayne1·s, di Ashton, areva dato avviso che in un giorno o duo a,•rebbo ridotti i settimanali del 2;; per conto, o la notizia fece na– scei-e un tale buscherio, da produrre un meeting che rappresentava l'indiguazione di Ashton e del disti-etto. Non v'erano solo chal'tisli, ma persone di tutte lo condizioni. E la voce fu unanime, che era inutile ap1·i1·euna sottoscrizione poi ti-e licenziati. Bisognava abbandonare un'altra volta il lavoro. Ecco come incominciò lo sciopero. 'l'utti fu1-onocon noi: to/itgs, l01·ies, cha.rtisti e 1'8.dicali.Si elesse imme– diatamente un comitato, il quale pubblicò il mani– resto inc1·iminato, in capo al qualo era detto che il gio1·110di aggiustare i conti uon era lontano. e 1./intestazione, come ho già detto, non era che pe1· attrarre il pubblico. lo credo che il titolo sia stato suggerito dal \Vilcox (spia) che venne qui a depone contl'o me. Egli ru p1l1 scaltro di noi. Egli audò di\ il' James Graham - il ministro dell'in– terno - o gli scrisse una lettom. li placa,·d di– cera che, se ci si obbligava a un·a1tra riduzione, av1·emmo cessato di lavorare fino al giorno in cui ci si sa1·ebbe data. un'equa mercede per un'equa giot·nata di lavot'O. La Chal'ta uon vi era accen– nata. Questa aggiunta venne fatta dal teste. Vo– tammo un alti·o ordino del gio1·no 1 il quale diceva cho la diminuzione sa1·cbbe stata. dannosa per tutte lo classi. I p,·esenti erano 1500 o la popolazione del distl'etto non è che di .2:; 000. Tutta Ashton vi era rapp1·e eutata. Bottegai, liquol'isti, birrai, filatori, a,•,·ocati (qui una voce gl'idò che gli avvocati non
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