Critica Sociale - Anno V - n. 4 - 16 febbraio 1895

CRITICA SOCIALÈ 55 Ora, io credo assai poco ai e tra.dimenti » in materia politica. Dove pare che sia il lradimento individuale, ivi è il gioco ascoso di forze che sospingono e trasci– nano l'indi\'iduo. E se gli uomini più eminenti di un partitd che pur si dice democratico (potrebbesi, oltre il Crispi, ricordare il Depretis che sciolse il partito operaio, e il Nicotera che trattò colla cavalleria i fe• steggianti del I.' maggio, e 11 Giolitti, e il Fortis, ai quali certo le buone intenzioni di cril1)t(Jgia1·e non mancarono) se codesti uomini, dico, possono, quando hanno fra mano il potere p(llitico 1 diventare gli stru– menti della reazione liberticidn, segno è che essi non rappre,entano tm interesse sociale che sia contrario a codesta ,·eazione. Oib. fu notato, infatti, che la base elettorale di questa democrazia è in una. classe che ha comuni gli interessi e le tendenze politiche con quell'altra. classe che ror– nisce al parlamento i deputati più conservatori. Già.ru accennato che gli uomini migliori del p"rtito radicale hanno i grandi elettori nel ceto degli amttuali nell'Ilo.Ha settentrionale (Ca,·allotti, Sacchi, Pavia), o nello tlle della. borghesia terriera nel mezzogiorno ed in Sicilia. Ora questi ceti o sotto-classi borghesi non possono CO· stiluire un partito che sia schiettamente ra.vorevole alla libertà.. La propaganda socialista li impaurisce e li esa• spera quanto impaurisce ed esaspera le altre classi borghesi. Di sorta. che codesti pochi deputati, che pos– sono essere, e molti sono anche sinceramente, ama.nti della. libertà, si trovano quasi al lutto po.ralizzati nella loro azione: e, se andassero a.I governo, o dovrebbero piegarsi alla Yolontà.prevalente della massa reazionaria, o sarebbero spezzati. Certo, a. qualche cosa giovano anche siffatti esperimenti: giovano a. mostrare sempre meglio la. sostanza vera delle cose, e a sbarazzare il cammino del proletariato da molte illusioni. Ma questi Yantaggi sono tali che, per ottenerli, si debba noi ri– nunziare al beneficio indubitabile di spiegare sempre, dove è possibile, la. nostra bandiera, lacerando preven– tivamonto ogni illusione, Ed eccoti dunque risposto, o mio Filippo, sul punto dove tu in puticolaro mi chiama.vi a discutere. lo ar– rermal essere inesatto parlare di una. lotta. a.ncora. esi– stente in Italia tra reudalismo e borghesia.. Tu mi inti– masti: dimostralo. Ma, per dimostrartelo, io non ho che da. osservare come il reudalismo sia cessato da quando la terra entrò, col trionro della rivoluzione unitaria, in libera circolaiionei e il popolo lavoratore perdette il diritto sovr·essa, e i demanii comunali e i beni eccle– siastici gli rurono carpiti senza che, in .compenso, gli si desse altro che la libertà ... di offrire le sue braccia. Scrive in(alti il Bauer, cita.lo dal Colajanni a. pag. 89 degli Avvenimenti lli Sicilia, che « colla. organizzazione reudale di diritto, la. proprietà feudale aveva tutto il carattere di un ente morale: il diritto di proprietà era. impersonale e il proprietario pro tempore era un usu– fruttuario, un amministratore. Di più: su quella. pro– prietà reudale c'erano gli oneri a beneftcio della collet– tività.. L'abolizione legale del reuda.lesimo tolse gli oneri e lasciò ai proprietari i soli vantaggi. Questo perdurare di un regime reudale, di ratto persistente 6no al 1860, si spiega, ecc. • Non parliamo t.lunque di reudi e di reudalismo. Ma. forse tu vuoi dire che, malgrado l'abolizione del reudo, rimase però una classe più conserva.trico, la reudale di una volta, con inttressi opposti alla classe della gente nuova, venuta. su col soffio della rivoluzione borghese1 Ed io, qui, rispondo ancora colle parole del Colajanni: « Dal 1812, e sopratutto dal 1850, prese maggiore svi– luppo la. borghesia, che reclutò i suoi membri più po– tenti nella classo dei gabellotti; ma in Sicilia general– mente questa. borghesia. non 1·appre.rentò un elemento antagoni1tico dell'ari,tocrazia, e in~e - priva delre alte t'dealilà e delle benemerenze di quelfalh·a b01·– ghe1ia che illu.rt ,-ò le rivoluzioni medioer,ali, nel setten– trione e 11elcentro d'Italia, e la grande riooluziont del 1789 - e11apa,e ogni studio 11ell'imparentar1i colla ari.rtocra:iia, nel t·ender1i degna della ,TUa&lima e della ,tua con,illera.iione: t'n fondo la borghe1ia terriera 1i– ciliana ,i ,·ivelò u,1a specie di ,onlla minore dell'ari- 1toc1·azia, e l'una e l'altra gareggiarono 1tcll'opp1·imere le classi inferiori• (Op. cit. pag. 92). Quel che il Co– lajanni dice della classe dei gabellotti siciliani, può ben applicarsi a quella dei fitta.voli dell'alta Italia. Noi di Cremona. ne sappiamo qualchecosa delle loro e alto idealità>! Or mi si dica come due classi, le quo.li non 11anno intere.ui antagoni,tici, possano dar vita a. partiti \'era.– mente opposti e lottanti sostanzialmente rra. loro, e io mi darò ,•into. Mi si dica e mi si dimostri come il partito socialista, la cui (orza. consiste nel denudare la. realtà dei rapporti sociali e sovr'essa. regolarsi, possa. vantaggiarsi del prendere per cosa salda codeste ombre o parvenze di partiti, e volteggiare fra. esse, e ogni disputa. sarà finita.. Ombre di partilo, sl, perchò voi stessi, amici e contraddittori, quando siete sul determi– nare chi sieno costoro a cui dareste l'a.ppoggio, cadete in c·uriose incertezze e in più curiose contraddizioni. Per le, Filippo, ad esempio, sono i radicali, diremo cosi, cavallottia.ni; ma per il Prampolini è ogni e qualsiasi oppositore: tantochè egli stampava., or non è molto, sulla sua Gi1utizia, che anco ad un clericale, purchè rosse contro Crispi, egli avrebbe dato il voto. E questo risponde a. Tanzi che mi rimproverava di avere io messo Insieme Ca.vallotti e Zanardelli, e Brin, e Rudinì. Non io li metto insieme, ma.la. loro oj>posizionea Crispi li unisce: e voi, cui appare, come dice il Turati, « la lotta contro Crispi, in questo quarto d'ora, la lotta per la. vita met.lesima. del socialismo >, voi siete forzati dalla vostra logica a considerarli tutti nd una stregua. Tentate distinguerli1 Indarno. Cavallolti ha aderito a.I discorso Zanardelli in cui ru atrermata solennemente - come nelle sentenze dei Tribunali che ci han con– dannato - la libertà per i e ,ocialilli teorici» e ru per ciò negata pei socialisti «pratici> che siamo poi noi, volgarmente detti sobillatori. Se tali dunque sono, anche rispetto alla. libertà, le disposizioni di chi - come lo Zanardelli - costituisce quasi il punto centrale della opposizione a Crispi, ò egli proprio in(ondato dire che, anche considerati come « ombrello riparatore>, codesti, a cui si vuole dare il nostro appoggio, non rassicurino troppo1 E che non sarebbe far l'interesse del partito, non sarebbe ravo– rirne lo sviluppo rinunciare per amor loro ( 1 ) a. tutte quelle affermazioni che il partito può otten~re agitando la massa col suoi precisi criteri di lotta.1 Che se, in ogni modo, una utilità potesse venire al partilo dal vedere costoro alla. prova., se non altro, dicevamo, per rompere delle illusioni, esso ha bene il mezzo di conseguirla. senza punto danneggia.re la sua (•) Rtnun11are, ver amor lo,•of A questo ri1p1.1nde n Jlunlino 11 111 anlresto del 1oclali1tl m1lane1I che abbiamo pubblicato nella prima Jlarlna, e, vlù delle parolti del loro maolfeato, il fatto della propaganda ch'eul seminarono. (Nota dtll~a CRITIO.&.),

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