Critica Sociale - Anno V - n. 4 - 16 febbraio 1895
50 CRITICA SOCIALE e chi 1i agogna ne viene in possesso; ma esso lascia un tale malcontento, un tale rammarico nei par– tigiani disinteressati 1 che la dissoluzione è inevi– tabile >. Querele da ideologo: i fati son più forti dei de– sideri. E il partito moderato, nel momento stesso in cui vince e sembra sfruttare tutta la vittoria a suo pro, il partito moderato, in quel momento me– desimo, é e deve confessarsi morto e sepolto. La sua è la festa dell'oberato, che dissimula il falli– mento del quale sarà. fra breve retrotratta la data. E questo è buono per noi. Lo sparire di un partito ~r::~~l~~~~~~~·~~~raa J~~:~ti~as 8 s~m!il~fi~i1~~0~~. 0;; il contratto clerico-moderato fosse stato l'efletto, anziché la causa, dell'atteggiamento dei socinlis!i, ancora questo nostro atteggiamento sarebbe stato benefico. Cosi è che quelli, che sembrano i vincitori, nella realtà sono i vinti; e non i vinti del domani, ma i vinti dell'oggi, prigionieri dei loro alleati, degli scaccini, i quali li guideranno col leggendario«: bac– chettone » come una mandria di pecore, ai quali baste1•à ammiccare a.Ha minoranza radicale per ve– dere i moderati al potere chinarsi a qualunque bassezza. I più alti sono gi.\ i più bassi, perchè hanno il collo nel cappio tenuto dai preti, e i primi diventano gli ultimi, come presagiva il van• gelo. Questo è qiiel elle non si vede, ma si vedrà. Questo« matrimonio di convenienza» è anche ma– trimonio in m-·ttculo m01·tts; e il prete fa al tempo stesso da sacerdote e da sposo, porge insieme l'a– nello che incatena e l'estrema unzione; pronto a far da becchino. r moderati recedono e il partito clericale s'avanza sulle loro orme. Ciò sembra as– surdo, mostruoso agli arcadi nostri, che presero sul serio la «: liberazione > del paese, scambiando la decorazione con la sostanza; e non si avvidero che i soli liberati 01•ano i pretesi e sedicenti liberatori, non una nazione, nè una classe, ma un frammento di classe, che credette assidersi su fondamenta g1•a– nitiche e ha il terreno cavo sotto i piedi. Sotto, negli ipogei sociali, la gPau massa anonima non fu dall'opera loro neppure sfiorata: ora, da opposte pai•ti, da opposte gallerie, vi lavorano di piccone preti e socialisti, e vi suscitano eterciti nuovi che un di o l'altro, e non lontano, si troveranno di fronte. Allora tremerà la terra. . .. Ma in mezzo v'è un poderoso argine ancora. È il partito democratico. Come sia composto, quali interessi rappl'esenti, quali contraddizioni annidi in seno non urge ora indaga1·e. Verra l'ora della li– quidazione e si erigerà l'inventario. Intanto esso esiste e, funzionando come massa, oppone all'urto della reazione un provvisorio baluardo. Il partito democratico in Milano fu in apparenza il vinto. rn realtà - dopo il socialista - esso fu que11odei partiti che guadagnò più terreno. La vittoPia fu decisa da mezzo migliaio di voti su 28 000 votanti - una mobilitazione colossale del corpo elettorale, non mai prima d'ora veduta. La battaglia è dunque da ricominciare e l'esito dipen– derà da un concorso di circostanze nelle quali il lavoro di ciascun partito avrà un'importanza forse decisiva. Una cosa intanto è da notare: dei due partiti reazionari, uno, il moderato, agonizza, l'altro, il clericale, s'avanza: i due partiti avanzati, demo– cratico e socialista, invece si sviluppano entrambi, e ciascuno in una ragione più forte del solo par– tito reazionario che sia in progresso e che forse ha già raggiunto il limite di saturazione della massa, oltre il quale il regresso, fatalmente, co– mincia, B ,ate La sorte del partito democratico fu decisa da un elemento che ha in esso un'importanza capitale e che in qualche modo lo domina. Questo elemento è l'esercente. Furono gli eserce11ti che, sebbene aderenti come Lega, e (così parve da certi segni) un po' di mala voglia, alla coalizione democratica, vi portarono tuttavia la defezione decisiva. Fu pe1• essi che la lista democl'atica, .che poteva avere un successo completo, non riesci che nella sua parte meno battagliera e più pallida. La statistica eletto• raie non lascia verun dubbio a questo riguardo. Ed è naturale. li droghiere, il bottegaio è, per la natura stessa del suo esercizio, un elemento malfido. La sua idealità prevalente è il tanto per cento sulle vendite. Da un lato odia le tasse, il mi– litarismo, tutto ciò che rende esangue il commercio e che impoverisce il consumatore. Dall'altro lato, pa,·enta ogni turbamento della vita pnbblica, onde l'incasso quotidiano possa risentirsi. La coopera– zione, elemento integrante del pl'ogramma demo– cratico, gli è un b1•11scolonegli occhi, non meno molesto del socialismo, che sarebbe una coopera– zione definitiva. Perciò egli non è né democratico, nè reazionario, ma sta a cavallo fra i due e pencola or di qua or di là. a seconda del vento che scuote le mercuriali. Or è su questo elemento che dovrà agire special– mente il pal'tito radicale. :\[a forse, più del partito radicale, agi1 "à.su di esso il governo, agirà l'evolu– zions economica, che, rovinando il piccolo com• mercio e le piccole industrie, getterà tutta questa piccola gente nell'opposizione. L'esercente non sarà. democratico deciso e fedele so non il di che sai'<:\ mezzo rovinato; e il giorno che sat•à. rovinato del tutto, allora diverrà socialista. Auguri since1·i ! . .. Le elezioni milanesi presentano dunque all'occhio scrutatore, e che non si contenti delle prime ap– parenze, un cumulo di incongruenze. In esse la su– perficie sta in contraddizione flagmnte col contenuto. Il partito moderato, con tutti gli onori della vit– toria, è un cadavere ambulante che, a traverso gli archi di trionfo, move al cimitero. Esso tiene in mano il Comune per forza di tradizione e pe1· l'ul– tima volta, procuratore d'altrui, non avendo dis– posto che di poche centinaia di voti più dello sco– municato partito socialista, il quale, nato ieri, non ha un consigliere al Comune e non aspira anco1•a ad averne! Il partito democratico, il più forte di tutti, è restato quasi del tutto fuori della porta. l\fa da questo provvisorio viluppo di cose una linea si snoda, che p1·elude a un orientazione di partiti più decisa e più logica; alla lotta di tutti i privilegi coalizzati all'ombra del tricorno, contro le sostanziali libertà socialiste alla luce del libero pensie1•0,della scienza, della civiltà. La rivoluzione e la controrivoluzione, l'una a l'alt1•adi fronte: l'e– voluzione da un lato e la sua negazione dall'altro. Ossia l'ultima lotta di classi, nella sua forma più perspicua e più pura. Intanto, la condotta del partito socialista - Il quale traluce dal documento elettorale che !pubbli– chiamo più innanzi per la storia del partito - ebbe dall'esperimento la migliore delle cresime. La elo– quenza del fatto perora a suo favore, meglio di qualnque apologia e di qualunque polemica. La sua compattezza, il suo slancio, il suo disinteresse, la nettezza della sua piattaforma, riconosciuti dagli stessi avversari, gli hanno conquistato un ascen– dente morale, che si tradus~e in un numero di voti quasi triplicato in poco pii\ di sei mesi dalle ultime elezioni. 01• qui si tocca con mano 1 delle varie correnti,
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