Critica Sociale - Anno V - n. 4 - 16 febbraio 1895
60 CRITICA SOCIA LE cose, il movimento sociale delle idee .e dei fatti, anche in Italia, non si ò fermato mai, nè si ferma. Il che vuol dire che non si perde. • Non è intendimento, di chi seri\·e queste righe, di tessere e minutamente precisare una. storia della evo– luzione sociale nel nostro paese, ma soltanto di schiz– zare le principali linee ftsionomiche delle fasi, r.he da quasi un triennio percorre, in Italia, il moderno movi– mento pubblico, che prende nome dai socialisti o dagli operai. Cotesto movimento è nato in Italia per ripercussione di eventi sorti al di fuori, e da.Idi fuori agenti. Furono specialmente gli echi clamorosi dell'Associazione intel'• nazionale dei la,,oratori e della Comune di Parigi, che, scuotendo il fardello di tradizioni nostre, esausle di vitalità, drizzarono le menti e i cuori, bramosi di ideali vivi, ,•erso nuovi orizzonti e nuove albe. Altra.verso la breccia. ratta. nelle storiche muraglie delle morte o semi– ·morte tradizioni, dalle scosse, cc-me di terremoto, spri– gionatesi da altre contrade, irruppe spumeggiando una ~uttuosa ondata di idee, lo quali per la loro novità di fattezze, per la loro ardi tozza d'incesso e pel loro splen– dore di riflessi sedussero, conquistarono cd entusia– smarono a Napoli, in Romagna e in Lombardia nuclei di giovani, nati <la famiglie borghesi, dotati di intolli• 'genza agile, aperta, nutrita di pensieri, e spronati da animo insofferente di apatia. e a, 1 ido di emozioni. Le nuove idee non rinvennero, allora, altro terreno d'incubazione, su cui posare, cho queste brevi e ver– gini zolle; tutto il resto ora secca. arena o terra in– colta, su cui i germi nuovi non attecchivano, nè at– tecchire poto,·ano. Secca arena, le classi dirigenti; terra incolta, la classe operaia, la. quale non comparirà. che più tardi, per pesare colla sua possente influenza sulla. pubblica bilancia e imprimere nuovi aspetti al movi– mento sociale. In questa prima. fa.seessa è un'incognita, porchè moltitudine inconscia. e spettatrice inerte. Og– getto di studio, suscita. pensieri in altrui, ma.essa non no crea. Nessuna. propaganda quindi da. parte sua e per opera sua. La primissima propaganda, in Italia, delle nuovo ideo sociali fu lanciata da. due deputati meridionali e da.un prorogo russo: Fanelli, Friscia e Bakounine. I primi semi da essi gettati, saturi di ardimento e di fuoco, germogliarono genuini in mezzo a giovani - come di– cemmo - a Napoli e, più, in Romagna. In Lombardia attecchirono, ma con un'innestatura dovuta al tempe– ramento - diciamo così - nordico delle popolazioni; i primi fiori sociali lombardi furono rose dai colori meno accesi. Diciamolo in linguaggio tecnico-socialista; a Napoli ed in Romagna. si fu prevalentemente comu– nisti-anarchici-rivoluzionari; la Lombardia fu un·atte– nuazione di queste tre tinto, senza però esserne lo smorzamento. E coteste <lue tendenze si proiettarono naturalmente anche nella stampa sociale di quel tempo, urtandosi con vivacità. ostile talvolta, contemperandosi talaltra. Erano giornali e opuscoli popolari che usci• vano a. razzi intermittenti e vivevano a guizzi. Si sfel'· ra\ 'a.no repentina.mente da u·na nube carica di elettri– cità e, esaurita la carica, eclissavansi, per riapparire colla stessa alterna vicenda di vita fulminea. e di ful– minea morte. Erano rapide esistenze ratte di tuoni o lampi, i qua.li , a dir il vero, nbll'alto o incessante fra• casso del mondo e della vita pubblica. sarebbero rimasti senz'eco e inavvertiti se il Governo coi sequestri, coi processi e con provvedimenti di polizia. non avesse av– vertito il mondo distratto, che ordivasi un'agitazione di B1b1otera C, no B arco malpensanti o che convenh•a vegliare, riflettere e re– primere. Nel nuovo movimento, nessuna vera. organizzazione unitaria, o perciò la fo,·ma di esso atteggiava.si anar– chica: anarchia di gruppi, non anarchia di individui; ordinamento intimo nei gruppi, ma. non autoritario; accenni a federazioni di gruppi, ma non ad accentra– mento. Bakounine stesso, l'anarchico, predicava. agli ita. lia.ni il principio federativo 11ellacostituzione del partito e la libera recterazione dei liberi Comuni nella futura società Civile. Lo spirito antiautoritario dei primi socialisti italiani originava da tre cause: - da.I temperamento degli in– dividui componenti il moto, tutti giovani, relativamente istruiti e pensanti da sè - da.Ila tradiziQnale antipatia. alrautoritarismo, ingenerata dalla storia dei governi - dal bisogno cli distinguere e affermare la personalità. ciel nuovo movimento di fronte al movimento mazzi– niano, unitario e religioso, tanto piò. che i giovani no· valori rampolla.vano tutti o quasi tutti dal ma.zzinia– nismo, col quale polevano facilmente venir ancora conrusi (perchè del mazzinianismo conserva.vano la capa– cità. intellettiva e l'impulso morale a varcare il Rubi– cone) se essi non avessero, con aperta intransigenza., ricusata la concezione di un ordinamento sociale d'uo• mini, imperniato su un principio autoritario qualsiasi. A questo riguardo, è signitlcativo e notevole, come sintomo storico, la. - mi si passi la frase - ùitegralità embl'ionale della. concezione sociale dei primi novatori. La questione sociale la. ritraevano nelle loro menti, raggiante sotto tutti i suoi molteplici aspetti, tanto che, piuttosto che questione sociale, prediligevano chia– marla la. questione umana, implicante la.manirestaziono e lo sviluppo di tutte le facoltà umano e il coordina– mento di esso in tante funzioni sociali. Ma. tutto ciò, come dissi, erubrionalmente, cioè, in quello stato diffuso e incoerente - come direbbe E. Spencer - che è un attributo naturale dei protopla-:;mi,dello prime cellule, e che - interpretando una profonda sentenza. di N. Ma– chiavelli - costituisce quel serbatoio primigenio di principì, a cui è provvido attingere per orientarsi nei periodi sociali dilllcili, pericolosi e minaccianti svia– menti degenerativi nello istituzioni. Questa prima fase, di cui discorriamo, evidentemente non è una rase - nè poteva esserlo - <lispecializza– zioni e di organamento di attività. differenziate. Fu o non poteva. essere che la prima, vergine vegetazione, sul nostro terreno italico, di tutti i germi che nella complessa questione sociale. o, come allora tipicamente ·si diCO\'a.,nella. nuova questione umana serpeggiavano in vario modo, o che in var1 modi si selezioneranno, si svolgeranno e si contempereranno noi succedersi di altro fasi sociali di vita. La persuasione nutrila e accarezzata da quei primi socialisti italiani era sostanzialmente una. fede ingenua, ma non cicca, o una fede operosa: non cieca, perchè si annidava. in uomini non sprovveduti di istruzione, e operosa, perchè questi uomini erano giovani di età. e di cuore. E ci voleva infatti tutta la tempra inruocata di una fede per non rimanere, allora, assiderati sotto il gelido somo, o della indilfereni.a, o della compassione, o del ridicolo, o del disprezzo, che su quei giovani spirua, secondochè più o meno avverse erano le per– sone - schiacciante maggioranza. - che li giudicava.no . I sacrifici che quella sparuta e dispersa minoranza di solitari poteva fare alla. nuo,'a. causa sociale non erano certa.monte gli strazianti tormenti quotidiani
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