Critica Sociale - Anno V - n. 2 - 16 gennaio 1895

CRITICA SOCIALE La riunione di Parma fu un sostitutivo attenualo e necessario del mancato Congresso del 94 e una prepa– razione a. quello dell'anno corrente, al quale ci appel– leremo. Lo questioni nel frattempo si faranno perspicue e ma.ture. NOI. L'INSURREZIONE CHARTJSTA L'ambiente diventa infocato. 'l'ra il lS.38 e il 1839 l'ambiente continua ad am– mucchiarsi di combustibile e il cielo a prorompere nei boati che dileguano per la nuvolaglia incande– scente.« L'aristocrazia, nove decimi delfa borghesia, il clero, i pensionati, i sinecuristi e i succhiatori del sangue del popolo » manifestano dovunque il prurito di rompere la testa chartista col randello del poliziotto volontario (special constabte). I 53 delegali della Convenzione nazionale ambulante, tra i quali signoreggiano tre magistrati, sci diret– ·tori di giornali, un ministro della chiesa anglicana, un ministro della chiesa dissenziente e non pochi manifattul'ieri e commercianti, incominciano a ser– •vir'Si del dizionario della conflagrazione. I meetings illuminati dalle torcie ingrossano sempre più e .diventano simultanei. Birmingham ne ha uno di 200.000 Manchester di 300.000, Glasgow di 150.()()(1, Newcastle di 70.000 e Durham di 50.000. « Il popolo - disse John Russell al banchetto di Liverpool - ha diritto di riunirsi. » Non è - ag– giunse - la discussione libera e la manifestazione dell'opinione pubblica che i governi - notate che Jlarlava come ministro dell'interno- devono temere. La paura è quando gli uomini sono obbligati, dalla forza delle cose, a riunirsi in segreto. Qui è la paura « qui è il pericolo». - Più tardi, dopo il 1848, lo stesso lord si consola di avere, coll'aiuto di \Vellington, ridotto il chartismo un partito insi- gniOcante. • . Le donne entrano nel regno chart1sta come fiac– cole di poesia e di coraggio. Brave! A torno la piattaforma chal'tisfa di Gl'eenside - un villaggio al sud del Tyne - ve lle sono 400. A Birmingham si costituiscono in una Unione o il loro primo •meeting di 1600 é presieduto da una serva gior– naliera. Le « democratiche » di Bath dell' « Asso– ciazione radicale » hanno riunioni che ingrossano fino a 5000. 'l'rowle Common - uno spazio im– menso tra 'frowbridge e Bradford - ne accolse perfino 30.000. Il delegato della Convenzione na– zionale che va loro a sangue è il Vincent - stato poi arrestato .a Newport (maggio 1839), nel Prin– cipato di Galles, per « cospirazio'fie e sedizione ». • Quasi tutti i chartisti - specialmente quelli del– l'Associazione degli operai - sono muniti della tessera, sulla quale è stampato che « colui, che si sottrae alla sua pa1•te di lavoro utile, diminuisce il deposito della ricchezza pubblica e diventa un peso pel suo vicino ». I motti delle bandi8re assumono della audacia. « '!'i ranni, tremate! il popolo è sve– glio • -,- « Chi non ha spada venda la giacca e se la ·comperi! :, - « Non Jimenticate la sanguinosa gior– nata di Peterlool » - « 'l'iranni ! credete e tremate!» - « Gli operai sono la vera nobiltà della nazione» - « Pei figli e per la moglie, guerra a coltel•o! » Le aste degli stendardi e delle bandiere sono sor– montate dal berretto frigio che i chartisti chiamano ,·ea cap o( liberty e tra il fitto delle moltitudini soprannuotano i teschi, uno dei quali ò adagiato Sulle ossa incrociate e fiancheggiato da una mano che stringe un pugnale sotto queste pa1•ole: « Ti– moni! volete ridurci a questo i » Qua e là, sulle cantonate del regno, sj legge un manifesto: « Ai miei cari amici! » e: E il tempo di proval'e che siete uomini! Sono pronte le vostre armi 1 Avete della polvere e del piombo! Volete essere schiavi o liberi? Fino a quanilo permetterete che lo vostro madri, le vostre donne, i vostri fan– ciulli lavorino pel bene degli altri? Non vi sono che il piombo e l'acciaio che convir.cano i tiranni delle loro follie. Nessirno sa quello che avverrà domani. Siate dunque pronti a nutrire ralbero della libertà col sangue dei til'anni. » La chiave di quest'odio collettivo, che si sfoga con un proclama rigurgitante dei fuochi artificiali del 1848, è nelle parole di Giacomo Williams - un leader - o di Molesworth, il ministro della Chiesa stabilita che ne scrisse la storia. « Sei o sette anni fa - disse il primo - eravamo qui, sullo stesso terreno di Sunderland, ad agitarci per ciò che credevamo la libertà politica della borghesia. Ci unimmo al partito in lotta pei suoi diritti, con– vinti che la sua gratitudine ci avrebbe assistiti nella conquista dei diritti politici delle masse. Siamo stati traditi! vigliaccamente traditi! Onta eterna a voi, che avete abbandonata la causa della giustizia e della umanità! ». li secondo, nella storia della Riforma del 1832. scrisse: « può parere strano che un cambiamento, che 0l'a tutti ammettono una necessità del tempo, sia stato così accanitamente combattuto dai pochi ricchi e dotti, e difeso e so• stenuto con tanto ti-asporto dai molti po,,eri e igno– ranti. Ma. in tutto questo non c'è nulla di straor– dinario. E quello che è toccato a tutte le grandi ri\ 01 ;:~~ 1~ i~T~ 0 f!•z~eil~i~t~i fe~f!i ;~rza morale pullulano in tutte le contee e spe,seggiano nel Lancashire, nel Cheshfre e nel Yorkshire. 'l'ra i leade1-s della forza fisica torregginno il dottor Gio– vanni Taylor, Giorgio Giuliano Jlarney, R. J. Ri– chardson, il reverendo Stephen, Riccardo Oasller o Polis. li dottor Taylor fu chirurgo nell:t marinn, diret– tore e proprietario del Otascow L1be1·ator, ereditò 30.000 sterline, fu espulso dalla Francia in 48 ore per essere troppo intimo dei rivoluzionar'ì parigini, era orgoglioso dei suoi capelli neri, lunghi, bipartiti, indossara sempre il camiciotto del mar·inaio e sotto il cappellone dalle ampie tese che ondeggiavano lo si vedeva a due miglia cli distanza. Secondo il Gammage 110n parlava mai più di venti minuti o mezz'ora. Er•asuperbo quando parlava. Non era in lui « l'al'te del piccolo demagogo». Si sentiva che si era a tu per tu con un oratore educato. Tommaso Frost (Fo,·•tv Years'recolleclion.s) vorrebbe lasciarlo cre– dere vanitoso. Ma R. O. Gammage (Histo;·y o( the Charlist movemenl), che lo conosceva un po' più di lui, non esita a metterlo sullo zoccolo dei più franchi, onesti, intrepidi e disinteressa.ti democra– tici del giorno. Sulla piattaforma non ricordava mai i suoi sag1•ifìci. Alla Convenzione fu uno dei più caldi difensori del sacred month, cioè del mese in cui nessuno doveva lavorare per costringere le classi dirigenti a incorporare la charta nella legge. 11suo ideale era la ri,•oluzione, perché la credeva la via più breve e più spiccia alla mèta. Giorgio Giuliano Harney, alla testa della Associa– zione democratica di Londra, era uno degli impa– zienti che il Lovett (Li(e ana struggles) considerava .tra i più• imprudenti, se non tra i più ,,iolenti. Egli finiva i suoi discorsi coll'inevitabile: « O suf• fragio uni versa.le o morte!» e non poche volte t"Bu– cleva energica la sua prosa mostrando alla folla il suo pugnale. Il Gammage dice che era chiamato il ~farat della rivoluzione inglese. Aveva più ingegno a ·tavolino che sulla piattaforma. Qui era lungo, noioso e un pitocco del vocabolario. La sua virulenza a

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