Critica Sociale - Anno V - n. 2 - 16 gennaio 1895

22 CRITICA SOCIALE solo che abbia già in atto cotesta funzione che abbiam detto, potremmo ripetere domani le stes~e cose nei riguardi di un altro - qualunque fosse - che assumesse cotesto c6mpito; ma di ciò. se mai, riparleremo a nostro agio miglioro. Diciamo di piU. li destreggiarsi fra i diversi par– titi così da divenire, in mezzo a loro, arbitl'0 della situazione; il brandire, quando il possa, l'un partito bo11hese a guisa di mazza per spaccare il capo dell altro più infesto e nemico-questa è la s1<prema abllttà e la ve,·a /itnztone del partilo proletario, quando si trovi in quello stadio intermedio di svi– luppo che il Gnocchi- Viani, colla sua« terza cam– pana >, assimila all'adolescenza; quando cioè il pe– riodo delle semplici affermazioni è già valicato, e quello delle vittorie da tentarsi da solo, o con al– leanze che possano riescirgli innocue, non è ancora raggiunto. Questa, dunque, è la funzione specifica del partito socialista italiano in quest'ora, nella quale tante altre circostanze accessorie lo spingono per questa via. E quesLo è, a senso nost1·0, il 1ntglior 1nodo cli' esso abbia llt disttng1<e1'Ste di aOèrma,-si, fa• cendo sentln e pesare tutta la p,·oprta forza, rutta l'ef(lcacta di azione delta quale è capace. Quei che pensano che l'aiutare il trionfo dei radi– cali sia dtmtnutre il partito socialista, pensano il contrario del vero. Bensl è diminuirlo e snatu– rarne il carattere, l'impedirgli ch'esso compia quella sola funzione efficace e feconda della quale, in un dato momento, è capace. No, non è affermare un partito e giovarne lo sviluppo il fare ch'esso gelli 1 suoi mezzi di influenza e di difesa, il condannarlo all'onanismo politico, sotto pretesto di castità pru– denziale, ma è piuttosto cooperare alla sua debo• lezza ed avviarlo alla sterilifa ed al suicidio. La sorte toccata agli « idealisti » mazziniani, che pra– ticarono anch'essi questo bigottismo puritano, questa fede metafisica nel trionfo spontaneo del!'« idea • solo perchè giusta e razionale, questo ascetico dia– degno dei « contatti impuri » che ne inzitelloni precocemente il partito - dovrebbe insegnare qualche cosa ai « positivisti » del socialismo. Si teme di « confondere » il partito socialista col radicale,; strano timore per chi ha delle intime energie del partito socialista isolato un così iper– bolico concetto. E non si vede che nella realt.\ - in que11a « realtà » che il Bissolali invoca - lo si • confonde » praticamente coi partiti della reazione a cui vantaggio si lavora e che soli si allegre– ranno dell'opera nostra. Lavorare per la reazione, può essere una penosa e momentanea necessità quando un partito, anche il più avanzato, è sul primo nascere. Esso deve affermarsi in qualunque modo, poichè è questione per lui di essere o non essere, questione assorbente, nella quale è impe– gnato tutto quanto il suo avvenire. Tale atteggia– mento ci conveniva or fanno dieci anni, a' tempi del « Partito operaio », e fu il marcio torto della demo– crazia di non averlo allora compreso e di averci fatti responsabili di una. scissione che era fatale quanto provvida. Ma dieci aoni non saranno trascorsi inutilmente per noi; ma un partilo non continua eternamente a nascere 1 e quando i suoi tratti sono fissati e il suo stato civile è assodato e ha cominciato a mettere i denti (vedete, deh !, quante tanaglie ha già intol'nO per tentar di strapparglieli!), conti– nuerà egli a dimenarsi e a gettare strilli impotenti per avvertire il vicinato che c'è al mondo anche lui 1 O non piuttosto comincerà a valersi, pel suo proprio sviluppo, di tutte le relazioni e degli in– trecci sociali, . .. Un'altra ed urgente « real ili• io veggo d'intorno, che tu mi pare non scel'ni, Bissolati mio. Se in 81 1otec~ (1 o B1arcc Italia non è così tipica e perspicua, come in In– ghilterra, la lotta internécina delle varie classi bot'ghesi, ben però una lotta vi si combatte evi– dente, che gli ultimi avvenimenti non han ratto che po1·1-e in luce più piena. Ed è la lotta fra il medio-evo feudale, che domina nel meridione e spande le sue propaggini in tutta la campagna ita– liana, e gli inizii dell'età. moderna, della fase indu– striale, che albeggia nelle plaghe più civili e più colte specialmente del settentrione. Fra queste due civiltà, o piuttosto fra questa incipiente civiltà e quella putrefatta barbarie, la lotta è disegnala oramai; sono due nazioni nella nazione, due Italie nell'Italia, che disputano pel sopravvento. Bene av– vertiva giorni sono l'Italia del Popolo che, fra queste due nazioni, diverw ed opposto è flnanco il concetto e il sentimento della morale. E perche questa. è lotta sostanziale di interessi, di tendenze p1'0fonde, lotta, potremmo dire, di se– coli l'un contro l'altro armato, essa vince e supera le apparenti divisioni politiche tradizionali, la com– posizione mut.,bile e coreografica dei partili alla Camera. GiO\'aoggi ai nostri avversari in questa contesa, inventare che noi diamo al « fenomeno Crispi » una importanza eccessiva, dimentichi del materialismo storico pel quale non gli uomint fanno le cose ma le cose gli uomtnt, e morto un Crispi se ne ra un altro che lo vale o lo supera. Ma noi , in cotesto cinico cafone siciliano, specchio di tutte le abiezioni e di tutte le corruttele, che ha per sè tutto quanto il mezzodì, tutta quanta la Vandea italiana, e i civettamenti oramai degli stessi sor• nioni clericali per amo1-edei quali s'è rappattumato con Dio; non vediamo per l'appunto che l'indice delle cose, l'incarnazione più audace, più schietta e forse più imprudente di tutto un sistema di go– verno che tende a perpetuarsi, e che è asflssiatore, che è letale per noi. lu questo senso la lotta contro Crispi ci appare, in questo quarto d'ora, la lotta per la vita medesima del socialismo. Del resto, con Crispi o senza Crispi, la grande battaglia alla quale accenniamo sarà il fondo, sara la piattaforma, dissimulata o palese, delle prossime elezioni generali o for.se di più altre ancora. Essa sprizza nelle elezioni parziali, dovunqu~ c'è in gioco qualcosa più che una semplice competizione di persone o di interessi locali, essa erompe in quelle elezioni amministrative che hanno un signi– ficato politico o per l'impor~suza della citlli in cui sono bandite o pe,~ essere in lizza la resistenzadel Comune ai soprusi dello Stato, come laddO\•efurono sciolti i Consigli per le loro opere o proteste in fa– vore della libertà; essa giganteggia, mentre scri– viamo, nel collegio di Budrio e nel quarto collegio di Palermo Anche di queste due ultime elezioni, che pure ci appassionano tanto, i nostri contraddit– tori, se volessero servire alla loro logica, dovreb• bero disinteressarsi, poichè esse 11011 sono certo combattute ne11econdizioni da es.lii presupposte e ,•olute: Costa contro Mirri è lo schiaffo a Crispi e al militarismo diretto contro i « nemici interni >, e può avere l'appoggio del. ca,·lino di Bologna come dei giornali socialisti: la candidatura del condan– nato di Palermo è la candidatura insieme del so· cialismo, della giustizia e della libertà. Or dunque, se in cotesta battaglia che ci sta sopra, battaglia fra due ch·iltà, fra due ambienti, l'uno propizio al nostro sviluppo di partito, l'altro dele– terio, noi ce ne staremo buddisticamente a guar– darci l'ombel1ico di un programma di ricostruzione sociale definitiva, che per ora non è né può essere sul tappeto della storia quotidiana, e a trinciar l'aria con degli eleganti muline11idi scuola; ciò vorrà dire che il socialismo ttaliaw, ,liserta il campo delta lotta, della lotta vera ed attuale, e si fa monaco

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