Critica Sociale - Anno V - n. 2 - 16 gennaio 1895

ORITIOA SOCIALE 19 ogni giorno più si disvela. E quando a Roma un sinedrio di magistrati tifluta di infligger la censura a un collega. non v'è alcuno che vegga in ciò un atto d'indipendenza e di dignità; tutti vi leggono invece questo discorso: « Non v'è ragione di punire costui perchè abbia ubbidito al padrone Ora, se il padrone è mutato, ordini egli a sua volta ed ubbidiremo noi pure. > •'• Da che parte i sovvertitori i l nostri nemici e giudici e boia, ecco i pill preziosi nostri alleati. Il vespro di Palermo sul nome di Bosco, che ripete nell'urna, con voce di mille voci, quel che a noi costò il carcere per averlo scritto m queste co– lonne - questa immensa apologia di reato è opera loro. E se Mirri affonda nei paduli di Molinella, pingui di riso e di febbre, dov'fi'i l'han cacciato, non vedete, cogli occhi della mente, le centomila schiene di tutto un esercito in fugaI Come il contadino proverbiale, essi cercano in ogni dove Ja rivoluzione - e le stanno a cavallo. FILIPPO TURATI. L'Almanacco socialista, che avevamo annunciato, fu ghermito dal Fisco, Il quale non lo lascia spedire. · I committenti pazientino ....come dobbiarno,pe,~ forza, pazientare anche noi. LA TE R z A e AMPAN A e,, Coalizioni e non alleanze. Dopo i rintocchi della campana di Filippo Tura.ti e di quella di Arturo Labriola mi permetto di far sentire alcuni rintocchi della. mia. Non è male che, prima di una. deliberazione collet– tiva, queste ed altre campane chiamino a. raccolta. Il trilemma d'ogni partito non può essere che questo: Fare da sè - Astenersi - Coalizzarsi. Non è un trilemma dottrinale; è un trilemma tattico. Si avverta. bene la distinzione, che è tutt'altro che no– minale. Un partito fa da sè quando nessuno lo vuole, o nes– suno lo calcola; fa da sè per forza. Oppure fa da sè, quando è desso che non ha bisogno d'alcuno, o ad al– cuno non dà. peso e valore i fa da sè per amore. Nel primo caso, esso ò una debolezza, da solo non conta nella vita pubblica, e si limita a contarsi per conto proprio. Nel secondo caso, è una vera forza autonoma, non si conta più perchè si è già contato e pesato, e può combattere anche da solo e vincero. L'un caso e l'altro segnano due stadi di vita: l'in– fanzia e la virilità. Due estremi che si toccano quando fanno, perchè entrambi fanno da. sè. Per non toccarsi, bisognerebbe che l'infanzia. consi– gliasse il fa,• niente: consiglio eunuco, perchè dal nulla, nulla esce. Ad ogni modo, fra i due stadii di vita c'è un largo spazio per uno stadio intermedio: l'adolescenza. (I) Questo arritto, come &iav\·erte dalle prime linee, ci fu man– dato prima della riunione sociali&tadi Parma, della quale discor– riamo più oltre. Cionondimeno esso contiene cose che, anche pre• iclndendo dall'autorità di chi le scrive, son degne di essere udite, sebbene noi stessl non consentiamo nelle cvnclusionì ultime del Gnocchi-Vlnni. B i termini e le cagioni del dissenso son già noti al lettore e piti 1rnran chbrlli nello sviluppo ulteriore della po• !emica, (J\'ota aeua Cl\tTJCASoctALK), tecg Gino B1ar o Orbene: credo che in Italia (salvi i casi eccezionali in cui i socialisti fanno da sè o per amore o per forza) il socialismo attraversa ora lo stadio intermedio. Non ò tanto inrantile eia appagarsi di affermazioni teoriche; non è tanto virile da poter affermarsi con completi trionfi pratici. È l'adolescente, che può volere e deve volere parziali trionfi pratici. Dove esso è ancora ac– cademia, si affermi pure platonicamente (meglio il pla– tonismo che il nullismo) flnchè diventerà milizia. Ma dove può essere milizia, militi, e dovo non può stringere in pugno la vittoria intera, afferri la par– ziale. Le vittorie parziali (che si accampano fra le afferma. zioni platoniche dell'infanzia, e i pieni e solenni trionfi della virilità) diventano quindi il simbolo tattico e ca– ratteristico dello stadio, che ora attraversa, general– mente, il socialismo in Italia. Ogni vittoria reale, sia pure modesta. - onestamente e lealmente conseguita - ò propaganda. potente, per– suasi va, e testimonianza indiscutibile della serietà e necessità. delle nostre dottrine. Abbiamo cuore pei miseri1 Orbene: pei miseri le af– fermazioni ideali sono troppo olimpiche, e i grandi trionfi sono troppo lontani. La evoluzione è una verità. e una forza.1 Volgiamo le sue gradua.li conquiste a favore immediato, effettivo, palpabile della nostra causa. Come raggiungere tutto ciò1 Con affermazioni ideali, praticamente infeconde1 Im– possibile. Colla sola nostra azione 1 Sì,dove è, eccezionalmente, possibile. Dove non lo è, colle coalizioni. Coalizioni, non alleanze. Coalizioni di energie e, in epoche elettorali, di voti; non alleanze di partiti. Al– leanza di partito vuol dire confusione di programmi: babale e ibridismo. No: ognuno rimanga. col suo pro– gramma intatto, e l'accordo che avviene - sia in poche, sia in molte cose - sorga da sè, spontaneo, per na– tura propria, senza stiracchiati e assurdi compromessi, senza lambicca.te e storpia.trici transazioni. È coalizione d.i liberi ed eguali. Si ha paura d'essere assorbiti o neutralizzati nella coalizione 1 li partito - qualunque esso sia - che temo di es– sere da una coalizione a&sorbito o neutralizzato, farà. bene a ritrarsi. Se teme, è perchè sa o sente che non possiede, nè idee nette e vitali, nè uomini di carattere, nè forza di numero. È prudenza. nei deboli il non esporsi a contatti pericolosi. Ma quando uri partito - anche senza essere tanto forte da poter fare da sò - sa però o sente di a.vere iJee sane o giuste, uomini fermi e una relativa forza numerica, non deve temere contatti. Che in Italia il socialismo - come regola - sia in cotesto stadio di capacità fisiologica.,ne ho profonda e sincera convinzione. Nè può essere altrimenti dopo ven• ticinque anni di propaganda, di lotta o di sacrifici. Per ciò, io non temo, per esso, nè coalizioni, nò contatti, se non là. dove, eccezionalmente, bambineggia ancora. Miserevole socialismo italiano, se fosse proprio desti• tuito della virtù di poter resistere a contatti non suoi con maturità e saldezza di idee e con uomini di carat• tere ! A che si ridurrebbero allora i millantati propo- ~ siti e Je acclama.te deliberazioni di conquistare i pub– blici poteri, di vincere o rinnovare l'ambiente sociale viziato~ Ahimè! ad una vanteria. ridicola. Qua.le desolante conclusicine!

RkJQdWJsaXNoZXIy