Critica Sociale - Anno V - n. 2 - 16 gennaio 1895

CRITICA SOCIALE 31 Nella società capitali~ta la. libertà di rare tutto quanto non è proibito dallo leggi, I& libertà di comperare., di essere proprietari, di dedicarsi all'occupazione più sim• patica, ecc., ecc., è un• libertà dell& quale inevitabil– menlo non può usufruire che una.minuscola minoranza., essendo I& maggioranza, per portato naturale della struttura capitalista, costretta ad essere povera, desti– tuita in tutti i sensi di opzione, sia al la,·oro più rimu– nerato, sia al pili gradito, esclusa dalla proprietà., sog– getta., in bre,•e, alla tirannide maledetta del bisogno e delle circostanze. ( 1 ) Quel minatore che scava laggiù. nel buio della mi– niera, quel muratore che sto. lassù a cavalcioni d'una trave, quel fabbro che suda o sbuffa nell'arsa. officina, la conoscono ossi la liborlà, Che Il primo non discenda più nel suo antro, che il secondo non s'arrampichi più sul suo ponte, che il terzo non sollevi più la suo. mazza, e si abbandonino invece al gusto doli&libertà., e tutti e tre vedranno come, per essi, questa non sia che una vana illusione, che un (a.tuo mir&ggio. I miseri, ru avvertito, non hanno che un& libertà, quella di morire d'inedia. Il bi– sogno assiduo rammenta che un minuto del piacere della. libertà è un po' di freddo di più.,un po' di nutri• zione di mono, è la desolazione delle madri, il pianto dei figli, è lo sl'ra.tto dalla soffitta, è, io breve, miseria e dolore. Nella società attuale non vi è la. libertà sociale, ma unicamente la libertà. borghese. Nel e Manifesto del par• tito comunista » è argutamente espresso il concetto che col socialismo non sp&rir&.la. libertà, ma. la libertà bor– ghese, e che I sostenitori dell'ordine presente si sba– gliano quando confondono questa libertà specifica colla « libertà. •, come allorquando gridano che si vuole abo– lire la proprietà., perchè si vuole abolire la proprietà 1 borghese. Nell'an alisi del con cetto di libertà io mi sono inge– gnato di dimostro.re in quo.I modo questa può essere o non essere, solamonto al cospetto di un noto scopo. ,.. La libertà. borghese, che ò libertà. di fronte a.Ila bor– ghesia, non ò più. lihortà di fronte all'umaoità., ed è ben lungi quindi dall'accadere cho la. scomparsa della prima sia uguale 11ll11 scomparsa della e libertà >. Perchè si toglie la liborth. di poter vivere gli uoi alle spalle degli altri, dolio sfruttamento, dell'aecumulo dei capi– tali, o via di seguilo, ecco che si urla. che si ammazza la libertà. Si è torse meno liberi perchè delle leggi pe– nali proibiscono l'omicidio, lo stupro, il (urto? Pei ladri o per gli assassini Il codice penale, sì, che è il giusti– ziere della libertà, ma pei galantuomini è tutto il ro– vescio. Identicamente, pei beneficati dal regime borghese la libertà socialista potrà essere I&negazione della li– berta, ma ne sarà invece l'affermazione pili. splendida p~r quelli che, a. milioni, dol regimo borghese son vittime. La libertà. socialista sarà. ditrorente dalla libertà bor– ghese, come questa la fu dalla feudale e la feudale da. quella del roglme a schiavi. Aoou·o ZKRBOGLlO. (') La schiavitù non ru mal abolita. l.:'\ 11aboll in apparenza a nomo, In America, da noi, ma In realtA nonsi abolirono che certe leggi, cerll motti e non la cosa. Che è, lnfuttt, se non della !Chia• Yltù, aff'rAncare H attui dal lavoro neceuario alla. soddiaraztone del pro11rlbltornl • prailcare que,to 11.trrancam•ntocollo 11frut– tamen10 de.I Ja,-oro altrui I LA schiavitù Hlste dovunque ,·ha uo uomo che non lavora, non pen:he gli altri luorioo aponia• neam•nle ptr lul, ma J)t'rtb6 quell'uomo ha I meni di nulla fare, cottrlngendo 111 allrl a lavorar• ptr lui. - LtOM TOLSTOI: L'ar– gttnl et k tratiaU. Parli, Ubralrte Marpon et l'lammarlon, pag. 133. LA POESIA SOCIALE I. Poichè anche In Italia. la poesia, quasi Yergognosa della propria sterilità, à uscita dalle accademie, dalle scuoio e dai cenacoli letterari per cercare inspi• rationi nella plebe, lo farò, col permesso detramico direttore, un rapido esame di alcune liriche pubblicate in questi ultimi anni e che hanno importanza per il loro intrinseco valore o per l'intJuenza esercitata sul pubblico. E inauguro la. mia rassegna offrendo ai lettori uno dei più perfetti lavori dl Thomas Hood, l'umorista in– glese, Il quale roco pensare più. che ridere, e che col Canto della camicia, colla. Can:one dtl laoo1·atore e con questo Ponte dei sospù·i smise In. (orzata gaiezza per ino.lzarsi al patetico sublimo, facendo suo il dolore degli oscuri e doi reietti. Vorrei offrire qualche tradu– zione migliore della mia., ma non ne conosco alcuna., nè buoua. nè cattiva. Dirò anzi che ho durato qualche fatii:~aper tradurre il meno indegnamente possibile un capolavoro della poesia Inglese, e sopratutto per non tradire il pensiero di chi lo scriveva.. ILPONTE OEISOSPIRI Un'altra mi1tra, un'affannata, che 1'é alla tragica morie aoventala ! Pieto,i al:attla, con lt11trts:;a,· -vtdtte, è un'e,ite gio"in bellesza! La gonna avoingltia1i come 1udario, la 1toffa g1·onda a 1·ivi t' onda; del t,·isle carico non disgustatevi. Ma pii toccatelo; siate clolenti pc,· la colpevole, a cui non 1·e,tano che le innocenti forme cli femilia. Non bia,imalela 1>erchèfu improi,ida e di,onctla,· dd' giorni lubrici la ~Uà 10/a ormai le rtila. Zitii; la fragile Eoa io compiango.... Tergei, i poot1·i labri ctal fa11go. Ria11nodate UJ ,peuh,ate 1ue nei·e chiome. Dovela misera viveva,e come 1 Chi fu IUO paclrc, e chi ,ua mact1·e 1 ebbe1orella , ebbe fralello1 gioi l'amore d"uno più pro11imo e caro al cuore 1

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