Critica Sociale - Anno V - n. 2 - 16 gennaio 1895

28 CRITICA SOCIALE I secondi, se non si lasciano guidare da precon– cetti, da spirito di parte e se seriamente studiano, debbono scor-gere l'erroneità della teoria del ~larx e secernere nell'opera di lui il vero dal falso. Pra essi però abbondano, ò nec0SSal'iOriconoscerlo, colo1·0 che non hanno tempo o capacità.suffìcienle per app1·orondireadeguatamente i p1'incip'ì del so– cialismo o che quindi accettano quelli banditi come veri ed infallibili. È questa la schier•a semi-dotta del socialismo moderno, reclutata fra i malcontenti o gli immiseriti del così detto proletariato dotlo, della burocrazia, della piccola borghesia, e che l'e– ,1olversi dell'economia rende sempre pili nume1·oea ed irrequieta. i\la c'è forse qualcuno il quale seria· mente creda che costoro senza la teorica socialista del valore non sarebbe1·0 divenuti nemici delle classi economicamente dominanti f Chi ciò credesse rinnegherebbe una delle verilà più profonde del sistema marxiano, cho cio8 il socialismo e,·ompe spontaneamente e fatalmente dal seno stesso della socieUi.nostr-a. In realtà, il ripetere accidioso ed ostinato, che tanti socialisti vanno Cucendo,di teol'iche insoste– nibili, come quella da noi combattuta, mentre a nulla giova, intacca il carattere scientifico del so cialismo,che rure scientifico si chiama, ed insinua nella gente i sospetto di poca sincerila negli ac– coliti del medesimo, quasi fossero egoisticamente poco amanti della verità ed accademicamente par– tigiani. . .. Passiamo alla seconda affermazione che per noi è mollo più importante. Poco ci inte1-essa, in fondo, quali siano i mezzi di propaganda del socialismo: sono lo passioni ed il cosi detto senso dell'oppor– tunilà che li suggeriscono. Sarebbe invece ben do– loroso per la scienza economica che la teoria er• rata del valore corrodesse mortalmente la me1-avi– gliosa opera del Marx, rendendola quasi un fossile, uno sterile esemplare di dialettica formale. Ritorniamo per poco sulle critiche opposte alla teoria del valore in base al solo lavoro. Troviamo, che in mezzo a dive1-genzesecondarie e rese piil appariscenti per la diversa terminologia da noi usata.esiste intimo accordo su d'una questione fondamentale. Pel Marx impor~, massimamente la determinazione del saggio della plusvalen,.a (tanto che il saggio del pron!to per lui può conoscersi facilmente dopo quello della plusvalenza, come dice espressamente a pa~- 93 dell'edizione francese del Gapilale); per noi importa massimamente la de– terminazione del saggio del profitto. Il divario fra il Marx e la nostra scuola circa il profltlo del ca– pitale costante o tecnico non influisce sulla causa da cui tali determinazioni derivano: per ambedue, la causa consiste nel grado di sfruttamento del la\"Oro, cioè nel costo del lavoro o nella dilferenza fra il costo della forza cli lavoro impiegata ed il lavoro dalla medesima compiuto. La differenza ri– sorge ed inconciliabile quando si tratta di deter– minare il pr-o/!tto totale d'un'impresa, giacché noi, per averlo, moltiplichiamo il saggio del profitto per l'ammontare del capitale tecnico, a cui invece il Marx nega la capacita di dare profitto e di accre– scere cosi il valore dei prodotti. L"accordo però che esiste fra noi per rispetto alla determinazione del saggio por·ta seco e la necessib\ delrantagonismo fra le classi capitaliste e le lavo– ratrici, della lotta e dei mezzi di lotta che fra di loro s'impegnano, e ad un tempo la spiegazione intima ed ultima di tutti coclesti fenomeni cui allr'e scuole attribuiscono ~ cause superficiali e dipen– denti dal solo arbitrio umano. Restano, pertanto, :sempre ve1·e ed originali le analisi del Marx sopra la progressiva conver'3ione, a cui i capitalisti e proprietarii sono fatalmente sospinti, del capitale salarii in capitale tecnico. Restano, modello insupe1·ato di acutezza e proron– dità, la spiegazione e la descl'izione ciel pr·ogredil'e fatale della grande industl'ia, della guerra che i g1•audi capitali muovono ai piccoli. Non sono pili un secreto le ragioni dei mezzi di lotta più dolor-osi e crudeli, del pr-olungamento letale della giol'nala di lavoro, dell'impiego delle donne o dei fanciulli, dell'artificiale cl'eazione dell'esercito famelico dei disoccupati, dei disastri economici caratteristici del– l'epoca nostra, quali le crisi, la sov1•aproduzione, la mi~eria permanente e progrediente. E ben ve1·Operò che la radicale clilfol'enza che ci separa dallo scl'iltore tedesco av,·ebbe potulo por– ta1·e costui su d'una via affatto cliver~a dalla nostra, anzi sn d'una via senza uscita. Ma, come è noto, le deduzioni rampollanli dalla propria teoria ciel valo1·e non hanno trattenuto il :\larx dal prvce• dero sicuro all'analisi dei renomeui anche quando ,Ju"8ti a1·robbero contl'addetto a quella. Ed ò stata (non sembl'i un paradosso) singolal'e fortuna per la scienza! Guardate: la stessa ragione del pr-ogredir'0 del macchinismo dovrebbe trovare nella teorica orl'ata nn intoppo gravissimo. Eppure, a malgrado di ciò, è propl'iO nei processi e nello sviluppo dell"istru– mento tecnico della pr-oduzione che il Marx trova la spiegazione. fondamentale dell'e,•oluzione econo– mico•sociale. E su questa teoria (che noi rifiutiamo perchè ci dà come ultima una causa derivata, causa dell'intl'oduzione delle macchine essendo l'aumento della popolazione e la pressione cli questa sullo sussistenze), è su questa teoria, che egli concreliZla il suo grandioso e rivelatore concetto sto1·ico del– l'economia ed il principio materialistico dei feno– meni sociali. Aggiungasi poi, che l'unilatel'alità della teorica del valore avrebbe potuto molto più vh•amenle contu1·bare !"opera del Marx, qualora egli nou avesse l'itenuto il valore corno unaqualil.:-\ intrinseca. delle merci, la quale dalla circolazione sia solo svelata e variamente atteggiata. D.\ c1ui, secontio noi, la non grando importanza che il Marx dà, almeno ne1l'analisi del valore, alla circolazione dello merci ed al va'ore di scambio, menti·e tutti gli scrittori, che hanno studiato la teoria del valore, molto a luugo s"intrattengono su tali importanti e compli– catissimi renomeui. Non ci sembra dubbio, adunque, che la rivela– zione scientifica dei renomeni o principi fonda– mentali da cui il socialismo trae vita e ragione non resta infil'mata qualora si riconosca errata la teoria cui puro il Ma1·x alti-ibuiva, ma non completa• mente a ragione, sup1'8ma importanza. I fedeli disce– poli del Mal'x possono dormire sonni non turbati dalla elementare verit...\che gli economisti hanno loro dimostrato. ... Ma v'ha di peggio. Anche non considerando la " particolare teoria ilello scrittore tede.'ico, i socialisti e chiunque altl'O si proponga l'intelligenza, per quanto è possibile, completa dei fenomeni clelll'economia so– ciale e non voglia puerilmente ripetere che ce1•ti v,·obleml non ,·tuuantano l" Eco>10mia polillca, come disse il Bastiat dinanzi al quesito se la rimu• nerazione del lavor-o sia t,-oppo grande o troJ)po piccola, debbono sfuggire l'errore logico e di,·ei quasi l'agguato in cui cadrebber-o attribuendo al fenomeno del ralore importanza suprema e deter– minante.

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