Critica Sociale - Anno V - n. 2 - 16 gennaio 1895

CRITICA SOCIALE 27 puntura e l'altra che tentano inffiggercii accennano pure qualche argomento di risposta. ~la che argo– menti! Ve ne do un esempio. Già soddisfacemmo, in questo stesso periodico, alla domanda mossaci dal sig. Lafargue: furono molti e grossi gli errori che gli dovemmo rilevare. Ma egli ha replicato. Ricordate quale spiegazione ci oppone circa 1a questione principale che fra noi era in controversia? All'erma che il basso saggio del prontto deriva dall"abbondanza dei capitali e dalla concorrenza che essi si fanno nelle singole indush•ie. Ebbene, questa spiegazione ò iJentica nientemeno a quella che un secolo fa dava Adamo Smith, il quale appunto faceva dipendere la misura del p1'0fitto dalla quantità dei capitali in concor– renza fra di loro. Ora, il i-ipetere, forse senza sa• pel'lo, siffatte idee p,·imitive, dopo che D. Ricardo ha h'acciate, e la scienza economica ed il ?1,farx stes~m hanno approfondite, le leggi della distribu• zione della ricchezza, è come ripetere ai giorni nostri, dopo il Copernico, il Oalile1 ed il Keplero, cho la terra sta fe1·ma ed i1 sole le gira intorno. Aggluogasi. che il fenomeno del prontto è d'im– portanza massima e si riconnette con i fenomeni più vitali del sistema economico: cosicchè l'erronea intelligenza di quello ci induce in una lunga serie di altl'i errori, uno più grosso dell'altro. lt ben naturale dunque che, dinanzi a codesti in– felici e supremi sforzi che uomini pure d'ingegno vanno tentando per difendere un principio sba– gliato, ci dobbiamo domandare stupiti: ma quale è mai la causa di tanta ostinazione? Ma per 1·ispon• dere a questa domanda dobbiamo ricercare prima perchè mai un ingegno della straordinaria potenza del Mat•x abbia accettata e difesa la teorica del valore che principalmente da lui prende nome. t nell'ordine dei concetti dello stesso Marx ram• mettere che le teorie economiche sieno il riflesso delle condizioni sociali del loro tempo. come pe1• la teoria del valore, che parrebbe la più astratta e lontana dalla vita, hanno dimostrato, fra gli altri, il LORIA e, più recentemente, il RICCA-SALERNO. Ma poiché in seno alla società gli interessi delle classi sociali sono in conflitto, cosi accade che di fronte ad una teorica, che idealizza e generalizza gli interessi d'una classe, se ne contrappone un'altra cho ritrae gli opposti interessi. Ecco, secondo noi, perchè alle teorie del valore, a' loro tempi vittoriose, del CARJ-~Y e del BASTIAT si contrappone quella dello scrittore tedesco, poichb ai tempi di lui, la classe pt·oletaria dei paesi pii, ricchi e civili era divenuta abbastanza conscia di sè. Il Bastiat, il romantico ed innocuo cantore delle armonie prestabilite, vuole dimostrare contro ai rtformalort che la distribuzione della ricchezza è giusta. A tale fine risale all'idea del valore, sfor– zandosi di provare che valore è lavoro e nessun'altra cosa che esorbiti dai limiti del lavoro. Salario, in• teresse, profitto, rendita, tutto è inesorabilmente so11gettoall'idea del valore: tutto, quindi, si distri• bmsce a norma del lavoro da ciascuno compiuto, e tutto conseguentemente ò giusto. Pericolosa teo– ria! Qualora, infatti, si dimostri che un guadagno non ò dovuto al lavoro, per ciò ste!4Sodeve appa• rire ingiusto. Ben se ne avvide quel geniale se– guace dell'ottimismo che è P. FERRARA: ei;li pre• vide che il sistema del maestro poteva c. d1venll'e un'arma di cui un abile socialismo non tarderebbe a servirsi per attaccare il l01·0 sistema di libertà. coi 10>·0 stessi principi • (Biblioteca delC&ono– mtsta, serie I, voi. Xli, pag. CXIX). Il sistema di a umo B1arco Marx è la reazione ideologica contro l'ottimismo della scuola precedente, ò la reazione p1'0letaria contro la difesa partigiana o metafisica degli inte– tei'essi della proprietà e del capitale. Il valore dei pt'Odotti è dato dal lavoro: i rap~reseotanti della proprietà e del capitalo che impiegano la (o,·za dt lavoro usurpano ciò che solo ai possessori della medesima dovrebbe spet~,re. Fu cosciente il Marx. della reazione di cui egli era il grande teorizzatore T Vano sarebbe il ricer– carlo. Ma può dirsi con probabilità. di non errare, che la formula facile e seducente, con cui egli ere• deva di dimostrare il carattere usurpativo della proprietà privata dei mezzi di produzione, abbia alquanto influito nel fermare il Marx nel principio da lui seguito. Egli fu cospiratore e scienziato: è umano il pensare che i fini del cospiratore, del– l'uomo d'azione temuto da tutti i conservatori di Europa, abbiano talvolta reagito sulla mente dello scienziato, perturbandone l'obbieltivit..\. In ciò ap– punto potrebbe trovarsi la spiegazione dell'ap.-to- 1·tsmo da noi rivelato, che caratterizza la dimo • strazione del principio del Marx, e della critica più generale, ma analoga, che Etli muove G. RAE, il quale lo accusa di sovraccaricare a forza d'analisi i punti secondari delle argomentazioni, che sono da per loro abbastanza chiari, e di porre per lo contral'io, senza analisi alcuna, certe tesi princi– pali che per lui sarebbe stato assolutamente essen· zialo il ridurre facili e piane. (Socialisnwcontem- 1Joraneo, nella bellissima traduzione del BERT0LINI. Firenze, Le Moonier 1880, pog. 151-52). E che altro, in fondo, dice il BouROEAU f e !?orse è un tratto ni profonda penetrazione psicologica - egli osserva acutamente - quello di aver dato al libro la forma dialettica che ha un'accessibilità così difficile, e di avere espresso conclusioni semplici in forma astrusa, ottenendo così quel rispetto che ispira al nostro secolo tutto ciò che porla la veste della scienza. » (Le socialisnie allemand et le ntkilismc russe; Paris, Alcan, 1892). Se non è improbabile che tali idee preconcette e tendenziose abbiano agito nel pensiero marxiano, è più probabile ancora che molti de' suoi seguaci, in cui è più forte il sentimento di parte che l"idea– lit..\ serena della scienza, siano vivamente compresi delle medesime. Ne vanno trascu1-ati altri coeffi– cienti per ispiegare la tenacità di costoro nella vieta }~tu; a~·r:r;;i :-:e!t,~~i ~ai:~~~::e~~ 1 '!rr:l~ more che, caduta sotto il martello della critica la teoria del ralore, abbia poi a sgretolal'Si tutto l'e– dificio della critica marxiana. È mio convincimento però che i socialisti s'illu– dano sull'efficacia pratica o di p1'0paganda della teoria da essi difesa e bandita corno evangelo, e che scienti0camente le scoperte e le d_imostrazionl piU vitali e profonde del Marx non restano intac– cale dalla negazione di quella teoria. Dimostrerò partitamente le due affermazioni. Quanto agli effetti di propaganda, distinguiamo coloro che io direi i socialisti-nati, coloro cioè che diventano socialisti per sentimento e sotto la pun– gente pressione della miseria o dei bisogni insocl– disfatti,da coloro che appartengono allo classi istruite e che si presume divengano socialisti pure per ra– gionamento. I primi, che sono la grande ma~gioranza, non abbisognano di teorie e di sillogismi: la dimostra– zione ai quanto vogliono la trovano in se stessi. Quando mai il popolo, esclama il Bourdeau, legge un libro per fal'Si una fede I

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