Critica Sociale - Anno V - n. 1 - 1 gennaio 1895

CRITICA SOCIALE lor giornate e impedire agli altri operai di lavorare a. diverso prezzo e contro il loro piacimento, ed ai pa– droni di prendere altri operai se non quelli ch'essi vo– gliono dar loro >, délibera.va « un avviso agli operai delle diverse proressioni per richiamarli a' principi e far loro conoscere l'inconseguenza delle loro do– mande>. (I) L'avviso fu pubblicato il 26 rsi legge stampato nel numero del giorno 29 della Gazette Nationale, ou le Monileur Univei·sel). Esso invita, in fine, « tutti gli operai a non smentire le prove che ha.uno dato fino al presente del loro patriottismo, e a nòn ridurre (il corpo municipale) nella necessità. d'impiegare contro di loro i mezzi chn gli sono stati affidati per assicurare l'or– dine pubblico e mantenere l'esecuzione delle leggi ». Nella seduta del 4 maggio successivo, il corpo muni– cipale, informato che le sue rimostranze agli operai delle diverse professioni non hanno prodotto l'effetto che si a,·eva. il diritt-0 di att0nrterne, « dich!ara nulle, incostituzionali, e non obbligatorie lo risoluzioni prese dagli opera.i di diverse professioni, per interdirsi ri· spettivamente e per interdire a tutti gli allri operai il diritto di lavorare a prezzi dilferenti da. quelli fissati dalle predette risoluzioni; fa divieto a tutti gli operai di prenderne per l'avvenire di somiglianti; dichiara. inollre che il prezzo del lavoro deve essere fissato ami– chevolmente tra essi e coloro che li impiegano, e che le rorze e l'abilità degl'individui essendo necessa1·ia– mente differenti, gli operai e coloro che li impiegano non possono essere assoggettati a nessun prezzo sta– bilito nè ad alcuna coercizione •· ('1 Nella seduta del 5 maggio il maù-e, a nome del corpo municipale, risponde ai lasoranti falegnami: « Che nessuna. autorità non poteva nè fissare la.loro giornata, nè costringere i padroni a pai;are ad essi un prezzo superiore a quello ch'eglino credono dovuto alla loro capacità: ch'egli li esortava. a non coalizzarsi per impedire a.' loro compagni di lavoro.re a un 1asso in– f'erìore a quel\C'Ich·essi pretendono di flssaro, il che sa. rebbe molto riprensibile; ch'egli biasimava. coloro che s'erano permessi d'andare in diversi opifici per portarne via gli operai che non s·eran? uniti. a. loro: ch'essi ab• biano a tornare a' loro la.vor1, a difendere, nrn. legal– mente, i propri interessi presso coloro che li impiegano, e ad usare della libertà. senza turbare la pace • (') Ed agli operai del ponte Luigi xv, ripete che le con– venziùni tra padroni e lavoratori « devono essere fatte a.michevolmente >, e dichiara. ch'essi «: sarebbero col– pevoli se persistessero nella loro coalizione; che dove– vano tornare al lavoro, rientrare nell'ordine e meritare così t'appoggio della municipalità. » ( 4 ) Il 7 maggio una deputazione di padroni falegnami domanda. al corpo municipale l'adozione delle« misure più pronte e pilt efficaci per operare lo scioglimento di un'assemblea di operai, che ha luogo all"arcivesco– vato, i quali impongono delle condizioni a cui essi non si credono obbligati di sottomettersi. • Il primo sosti• tuto rende conto alla deputazione di tutto ciò che è stato ratto per il ristabilimento dell'ordine, e la invita. < à se ,·eposer sw· la sagesse du corps municipal •· ( 5 ) Nella seduta del 20 maggio il secondo sostituto del Comune dà lettura d'un la.voro e comunicaziono di parecchie piJces riguardanti« le assemblee illecite degli (') Ibidem. Tomo IX. /1) Il>ldt'm. Tomo X. ,1, Ibidem, (') Ibidem. 11) Ibidem. no operai, e specialmente dei lavoranti falegnami»; il corpo municipale ne delega l'esame a due membri. Incarica inoltre i suoi commissari di concertarsi col Direttorio intorno a· mezzi da adottare per rar cessare « detfe coalizioni egualmente pericolose e contra.rie al pubblico bene >. ( 1) • E finalmente nella. seduta del 21, in seguito al rap– porto dei commissari nominati il dl prima per con– ft,rire col Direttorio « interno a' pericoli che pre– sentano le assemblee degli operai, e principal01.0nte de' lavoranti ralegnami >, il corpo municipale inèaric& gli stessi commissari di presentarsi al Comité de con'– stitution, « di esporgli i fatti e di sentire la sua opi– nione intorno ai principi che de\'ono dirigere la con– dotta dell'amministrazione ». r) I savi desideri della. municipalità. non potevan&, es– sere più largamente appagati. ... Sedendo il giorno 14 giugno 1791 l'assemblea. nazio– nale, La Chapelier, membro del Comité de constitution, a nomo del Comitato stesso denunziò « una contrav– venzione ai principi costituzionali che sopprimono le corporazioni ». (') S'eran formate « delle assemblee d'arti, di mestieri, nelle qua.li si nominarono dei pre– sidenti, dei segretari, dei sindaci ed altri ufficiali. Lo scopo di queste assemblee che si propagano nel regno, e che hanno già. stabilito delle corrispondenze tra loro, è di forzare gli impresari di lavoro, i già maestri (les ci-deva11tmaftl'es ad aumentare il prezzo della gior– nata. di lavoro, d'impedire agli operai ed ai particolari che li occupano ne· propri opifici, di rare tra loro delle convenzioni a.ll 'amichevolo. » Le prime unioni operaie erano avvenute col permesso della. municipalità. di Pa– rigi ed all'oratore-relatore pareva questo della munici• palità un erroro. « Deve senza. dubbio - egli diceva. - essere permesso a tutti i cittadini di radunarsi, ma. non deve essere permesso ai cittadini di certe professioni di radunarsi per i loro pretesi interessi comuni.» In-' fa.ili nello Stato non vi era più se non e l'interesse par– ticolare di ciascun individuo e l'interesse generale ». La Cha.pelier, che aveva. tutta la.storra. di un ministro borghese per figurar bene nel secolo x1x 1 continuava: « Le riunioni, delle quali or è questione, hanno pre– senta.lo , per ottenere_ l'autorizzazione della. municipa– lità, dei motivi speciosi; esse si son dette destinate a procurare de' soccorsi agli operai della stessa profes– sione, in caso di malattia. o di mancanza di lavoro; queste casse di soccorso son sembra.te utili».« Ma non bisogna ingannarsi su tale asserzione - egli avvertiva - là sotto si cela. il tentativo di far rinascere le corpo– razioni. > Quindi aveva una risorsa di effetto, che gli potrebbe invidia.re un qualunque ministro dell'interno: « Queste sciagura.te associazioni sono succedute, in Parigi, ad una sociefa che vi si era stabilita, sotto il (') Ibidem. (I) Ibidem. I~a mun!cipalilà di Parigi, \'igile guardia al te– polcro delle abolite corpora>:ioni, proibl anrhe ai com1Jo11enti di un mestiere di 1urnr bandiere e lniµ>gne p::irtlcol:,ri e di~tinlive e .., di farsi preCl'dere nelie puseg(ril'ltl' da trombe e tamhuri. Anche la Gaz,ttt1 Not,onaltl, del !3 maggio t i!II, trovavn d'osser\·are che qunta deliberazione" d·auronde utile•, <'onfondeva "v,u1-étt·e • e" nno :i un certo punlo • le abolite corvoraziom ('"I. Jurnnde con le nuove associazioni libPre. (•) Vedi, anrhe per le citazioni seguenti: Archtt>u parlemm-– lair,s de ns'l à 1soo, R,cueil complet dt.s <libnts lé,11,tatt/$ et voUtlque., de, Chamlme.s trançot.se.s. Paris, tSS7.Tom. X..'C.VII. - li condtd de con.stttution era una specie di ministero legislat!To, elettosi dall'auemblea.

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