Critica Sociale - Anno V - n. 1 - 1 gennaio 1895
14 CRITICA SOCIALE domo, il come di Cars; primo panattiere, il duca di Brissac; gran mastro della guardaroba, il duca di Laroche(oucauld-Liancourt; g1•an coppiere il marchese di Verneuil; primo scaJco, il marchese de la Chesnaye. • La sola enumerazione di questi titoli basta a stabilire che questi parassiti rappre– sentano gli antichi compagni del re, i servito1•1 che godevano la sua fiduciae gli rendevano,un tempo, effettivi servizi pe1'Sonali. La stor•iadella clientela a traverso la storia l'0 · mana ci presenta tutti i gradi dal mutualismo al parassitismo. (') In origine, il cliente è unito al patrono da un vincolo durevole, ereditario nelle due famiglie e e che implica obblighi di beneficenza reciproca. Ve1'Sola fine della repubblica la classe dei clienti propriamente detti è talmente finita, che a rappre– sentarla ne rimane una sola varietà, i liberti. Ciò che ai tempi degli imperatol'i si designa col nome di clientela è una istituzione nuova vestita di uu vecchio nome, che d'altronde le si addice sotto ogni aspetto. Nella vita politica dell'epoca 1-epubblicana, ogni uomo di Stato si trovava necessariamente condotto, per acquistare influenza o per guaren– tirsela, a circondarsi di un corteo di creature docili - satutatores, aeauctor·es, assectatores - ch'egli attaccava alla p ropria person1 1. coi suoi servizi, colle sue attenzioni e hberalità.ma dalle quali attendeva, in cambio, aiut o ed appoggio , sop1-atutto quando brigava per un impiego. Sotto l'impero, questi gruppi non ebbero più ragion d'essere in politica, ma i personaggi di 1•i– guardo non continuarono per ciò meno a senti1•e il bisogno di presentarsi in pubblico circondali da una scorta imponente e di raredella loro casa una piccola corte ch'essi mantenevano a furia di pro– tezioni e favori. D'altronde, era loro facile reclu– tarla; è noto il disprezzo dei Romani per le occu– pazioni modeste e ono1-evoli che danno il pane e il loro universale bisogno di vita larga e di in– fluenza. Numerosi individui di ogni condizione non chiedevano di meglio che attaccarsi a qualche grande casa, per assicurarsi un reddito senza lavoro, e una posizione sociale. Momsen e Marquard.t, dai quali p1-endiamote– stualmente questi dati, citano tutta la litania di questi parassiti. Allato a p1-eti, a snidati e persino a consula!'i, ecco « oziosi sempre in corsa, pronti ad ogni faccenda buona o cattiva, cavalieri d'in– dustria, affamati in cerca di un buon desinare, mendicanti in cenci e ciabatte, tutto un mondo che trova comodo e onesto di vivere appiccicato a qualche alto personaggio, mercè i suoi favori e le sue elemosine. :. li patrono talora li ammetteva alla propl'·iatavola, ma più spesso veniva loro data la spo,·tula, che in origine era una porzione che il cliente portava a casa sua, ma che in seguito di– ventò una sommetta di denaro destinata a fargli le spese. Hl. FONZIONI PUBBLICHE. - Il parassitismo tra– dizionale, la sopravvivenza di certe funzioni alle necessità che le generarono, si notano tanto nelle società animali, quanto nelle società umane. Spesso nei formicai si trovano dei miriapodi, degli stafilini ed altri artropodi, cui la consuetudine del sottosuolo e dell'oscurità ha fatto perdere del tutto l'uso della vista. Questi animali ciechi vivono certamente parassiti delle formiche, alle quali non rendono assolutamente servizio alcuno. Come av– viene che queste ne tollerino la presenza? È pro– babile, benchè non dimostrato, che una volta fra queste specie e le formiche esistessero rapporti di (I) T. VOIISBN e J. MARQtlA.Rt>T, .vanuate delle anttc1lltà ro– mane; tiad. Bumbert; t. xn·, pag. 139e seg. mutualismo, analoghi a quelli che esistono tuttora fra le formiche e gli afidii. A poco a poco, questi rapporti cessa.1'000 e gli animali che si trovano ora nei formicai sono veri parassiti tradizionali, tolle– rati per fo1v,ad'abitudine in 1-agione dei servigi resi gia dai 101-0 antenati. (') ~ esattamente ciò che avviene quando. certe funzioni, che altra volta corrispondevano a~bisogni reali, si trasfo1•mano a poco a poco in sinecure onerose, che la comunità tollera per abitudine e per orrore del cangiamento. "· · Sono ancora gli animali che ci offrono l'esempio il più ~orprendente di questa forma di parassi– tismo. E noto che le sociefa di formiche presentano spesso una struttura complicata e che, in talune loro città, le occupazioni considerate inferiori fu– rono devolute dalle amazzoni guerriere a delle schiave appartenenti a un'altra specie. In tal caso I esiste una grossolana divisione del lavoro, più o meno analoga a quella della societa feudale, nella quale il signore guerreggia e il servo lavora. Ma il più curioso è che, in certe specie, quali lo Stl·on– gylognatllus testaceus, studiato da Forel, l'ozio, prolungato per qualsiasi causa durante una serie di generazioni, fini per rendere le rormiche aristo– cratiche inabili persino alle imprese guerresche. (') Vere caricature dei loro antenati, esse conservarono bensì l'istinto bellicoso, ma nelle loro spedizioni la forza fisica tradisce il loro coraggio; esse si esau– riscono in isforzi per portare le ninfe che hanno conquistato e certo non vi riuscirebbero senza il soccorso delle loro schiave che le accompagnano e si caricano senza difficoltà il 101·0 bottino. Ancora un grado e queste formiche amazzoni, divenute del tutto parassite, non dovrebbero più la 101'0vita che alla benevolenza delle schiave, nelle quali avrebbe sopravissuto l'istinto di servirle. Se noi ora ci trasportiamo nelle società umane, colpisce l'anaI011iafra la situazione or ora descritta e quella che esisteva alla flue del vecchio regime in paesi come la Francia, dove la nobiltà, pur conservando numerosi privilegi, e1'8. stata affatto spossessata dalle funzioni di governo. In origine, il signore concentra nel suo pugno tutti i poteri; esso è insieme capo civile e militare, è lui che stabilisce le imposte, amministra la giùstizia, di– fende il territorio dalle incursioni dei briganti non meno che dai danni delle fiere. A poco a poco, la burocrazia accentrata subentra a questi governi locali; gli agenti del re spogliano i si~nori delle loro prerogative, lasciando loro, con dei grossi ap– pannaggi, dei titoli diventati inutili. Accanto al governo l'egolare l'antica struttura si conserva e, naturalmente, formicola di parassiti. I diritti feudali, un tempo ,•01-e imposte fondia1·ie, mobiliari e per– sonali, diventano prelevamenti che pill non rispon– dono ad alcun servizio; i villani continuano a pagare i diritti di guardia, di salvamento, ecc., come prezzo d'una protezione di cui non è più sentito il bisogno. J)1pperlutto è l'intendente che governa;• il gover– natore titolare non sta là che per dai-e da pranzo; e anche per questo gli occorre il permesso di ri– siedere nel suo governo.• In altri tempi, il diritto di caccia era un vantaggio pel contadino, ora non ò più che un g1-eve carico. « r capocaccia, i caccia– tori, le guardie e i giudici forestali proteggono le bestie come fossero uomini e perseguitano gli uo– mini come fossero bestie. • Le quattrocento leghe di territorio sottom08Seal regime delle capitanerie sono assolutamente devastate dalla piccola e grande · selvaggina. Jn una parola, gli antichi runziouari sono diventati un vero disasLro: « indifferenti agli (I) Estratto da una no1tra convenutone col Jlror.01,.r'd. ( 1 ) LBTOURNBAU, H-cohu(one delta proprletù, pag. 19.
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