Critica Sociale - Anno V - n. 1 - 1 gennaio 1895
CRITICA SOCIALE 13 parziari, duramente sfruttati dai nomadi che veni– vano, 3i 1'i.1ccolti, a prelevare tributi di datteri e a rifornirsi di cammelli. Oggidl. respinte dall'occu– pazione francese, le tribù del Sahara vivono come possono di sacche$gi e di ruberie. Talune, non meno incapaci a piegarsi alle esigenze della vita europea, formano vere agglomerazioni di parassiti nei sobborghi rlelle gmndi città. Alle porte di Co– stantina, pet· èsempio, si trova un dedalo di tugurii, ,v " d'un sudiciume e d'una miso1·ia al cui confronto i yr ., nostri vicoli sornigliauo a sontuosi falansteri. È là 1 che si rico,·erano i resti delle tribù disperse, fran• 1mnate, rovinate dalla conquista, e che non hanno altro mezzo d'esistenza che la mendicità, la pro– stituzione e tutte le varietà della delinquenza. Il parassitismo, in tal cnso, è dunque un pre,la– tismo i1Hlebolito 1 reso impossibile dalle trasfol'ma– zioni dell'ambiente. Sì possono parimenti osservare, come nota il 'l'arde, tutti i gradi di questa dege– ue1·escen1.a. dal ful'tO di mandl'ie delle guerre dei 8a1·bari fino alle rapino di galline che si commet– tono ~iornalmente nello campagne. 'l'utto si rim– picciolisce: il prodollo del fU<·tocome la qualità sociale del ladro; ma, in rondo, l'atto rimane il medesimo. e oggi<ti ancora « nei p.1esipili inciviliti, il fu1•tod'un ca\•allo in una scuderia, d'un par di bovi in un cascinale, ha un colore archeologico che non permette di confondere il suo autore, zingaro o bandito, col ladro comune». Un nitro esempio, dei pill caratteristici, ci é ugnalmento fo1•nito dal Tante, nella sua A1·cheo• logia giudiziaria del Perloo1·d, studio fatto merce gli invent:uì degli archi\'i del r~el'igord anterio1·i al 1780. Esso mostra in qual mo,lo, quanto pii1 si consolida\'a 1'01--gnnizzaziouo della Francia. le gue1·1-e J)l'ivate del me,tio-evo, che erano veri atti di pre - datismo, dovettero a poco a poco trasformarsi in delitti comuni, tanlochè il 1'ar·de si chiedo se « i nostri attuali rapinatori. que~li specialisti che svaligiano uottetompo le ville e I palazzi inabitati, non sarebbero l'ultima incarnazione dei feudatari, svaligiatori di piazze rorti. metamorfizzati dapprima in signo1·i più o mono p1·edo11i,poi in malfattori pili O ffi')ll0 plebei. » Ch ecchè ne sia di questa ipotesi. che documenti molto curio.ii rendono ve1·osimile, si può ad ogni morlo affe1•m a1·eche il parassitismo degli anti-so– ciali. dei delinquenti di professione. ve,·i barbari perrluti fra noi, si l'iattacra per legami di filiazione diretta al predatismo d'altl'i tempi. Forse. in taluni casi, ò un fenomeno atavico; ce1·to, il piit spesso. ls: trasmissione dei pl'Ocedimenti criminosi si è fatta pe1• imitazione; ma sempre si può affermare che i par-.1ssiti ,li questa catego,·ia sono dei p1•eda• tori la cui energia è scemata. o la cni azione è inceppata dalla organiz1.azione delle <.:oci~tàmoderne. D'altro cauto, non è dubbio che, bene spesso, ~I parassitismo p1·edatore deriva dal mutualismo. E <1uesto il caso, pe1· esempio, quando un banchie1-e si abbandona all'usura e alt'aggiotaggio. :J. 0 Evoluzione· del parassitismo mutualista. _Chiamammo niulualisti quei che si procurano i · loro mezzi d'esistenza da altri lavoratori, in cambio di servizi d'altra natul'a: manifatturaziooe dei p1·0- dotti, servizi pe1•sonali, funzioni pubbliche, ecc. Da tutte queste forme di mutualismo possono derivare forme corrispondenti di parassitismo. Lo dimosti•e1·emo con alcuni esempi. I. lNOUSTR(g MANIPATTUIUERE. - La classe in– dustriale si forma dal momento in cui la produzione economica cessa di concentrarsi nel focolare dome– stico, sia che i membri della famigli& lavorino essi o stessi la materia prima, sia che la facciano lavorare da schiavi o da operai a giornata. (') Dall'istante in cui il la,•01·atorerornisce egli stesso i materiali necessari, questa proprietà mobile si stacca dalla proprietà fondiaria e diventa il fonda– mento di un di1·itto sociale e politico nuovo, che va a impe1-sonarsi nella borghesia. Da principio il mu– tualismo è completo: l'artigiano, saldato ai suoi mezzi di produzione « come la lumaca al suo ,zuscio », non dipende da alcuno e non tiene alcuno alla sua dipendenza; ma questo mutualismo si altera quando l'estensione del me,·c.,to dà origine a due nuovi modi di sfruttamento: l'industria a domi– cilio e l'lndust>·ta dt fabb>'fca. L'indu.slria a donitctllo, senza nulla muta,·e nel regime della produzione. si limita a o,•gan,tzzm·e la vendita. Gli operai, che sono ex•arti,:t"ianio fa– miglie di contadini, producono, non piit diretta– ment<t pei consumatori, ma per un solo negoziante, che serve d'intermerliario Questi, pel solo fatto del 101-0sparpagliamento e della loro ignomnza del mercato, li tiene con tutta facilità alla sua com– pleta dipendeuza; ma sposso non si limita a questo e rico1To ad altri mezzi por remlere piit efficace il suo sfruttamento. t./usura, in tutte le forme ima– ginabili, il prestito alla settimana, le forniture fatte a c1-erlitoma a prezzi evidentemente eccessivi, le anticipazioni accordato a condizioni rovinose. i pa• gamenti in natura secondo tariffè in,·e1-osimili,tali sono i principali mezzi adottati, sia dal negoziante m0'1o."imo . .:,ia o sopratutto dai sub inte1·mediari che si insinuano fl'a l'operaio e il principal~ im– prendito1'0. L'inchiesta sullo Stoealing Sy11lem. (sistema del sudore) nei sobborghi di Londra, i lavori di Du Maroussem sulla industria dei mobili, il libro di De Oreef sulla iurlustria dei merletti, e le numerose monograflo pubblicate in Germania, in Austria e altrove sulle varie industrie a domi– cilio, contengono rngguagli minuti su questi pa– rassiti voraci che pe1-co1·rouo locampagne, inseguono gli ope1·ai nello oste1·ie o negli abitul'i, e la cui attività. non ha altro scopo che falsare, a profitto p,·oprio e dot loro parirone, il meccanismo della dist1·ibuzione delle ricchezze. Nell'tndusll"iet dt fabbrica, l'evoluzione verso il parassilismo av\•lone in piena luce e sotto le forme pili diverse. Mano mano che l'estensione del mer– cato esige che li\ tll'oduzione si faccia su una piit vasta scala, si accentua la sepa1'azione fra i sa– lariati, incaricati del lavoro d'esecuzione, e l'im– prenditore capitalista. che si riserva il lavoro dil'ettivo. Poi viene il momento in cui i capitani dell'industria delegano le 101-0funzioni a dei luo– gotenenti e riducouo al minimo il loro intervento personale. Ancora un gra,lino, e siamo in pieno parassitismo: da uu lato il tavo1·0senza proprtelà, dall'alt,-o la p1·op1·lelà senza lavoro. Gli operai non conoscono coloi>oche li sr,·uttano; questi non han forse mai vista la miniera o la fabbrica di cui sono azionisti. li SEIWIZI PERSONALI. - Per descrivere la tras– rormazione dei !Servizi personali in parassitismo, scegliamo, fra i molti, due esempi eloquenti: la clientela a Roma; le ca,·tche di co1·/e sotto il vecchio regime. Taine, de8crivendo In casa del re di Francia, ci mostra, a capo dei servitori propriamente detti - un esercito di quatto1·dici mila uomini, che assorbi\'a la decima parte delle pubbliche entmte - un certo nume1'0 di alti e potenti signori, detentori ereditari di cariche che insensibilmente si erano metamor– fizzate in fruttifere sinecure: - « primo maggior- ( 1 ) V,sullo ulluppo 1torlc.o delle forme d'industria: K. 80cnER, Rnu, d' Bco11. Poi., giugno 189!. ·
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