Critica Sociale - Anno IV - n. 20 - 16 ottobre 1894

CRITICA SOCIALE 3Jg nuovo capitale tecnico, la.quanlilà, che della loro merce possono ottenere dopo un certo tempo di lavoro, sia di tanto maggioro di quella di prima, di quanto è ne– cessa1•io perchè l'aumento della plusvalenza relativa li reintegri nel profitto di prima. Essi cercano senza. dubbio che la diminuzione del valore della propria merce sia. la maggiore possibile: ma. questo non pe1· altro che per assicurarsi una. più sicura vittoria. nella lotta del< a buon mercato». La.e plusvalenza relativa> a.dunque, se teoricamente non basta a. risolvere il pro– blema per cui era stata invocata, nella renltà. mai non si riscontra usata allo scopo cui la fa. servire il Marx. . .. Rimane ora. l'altra ipotesi del )larx, !"aumento del 'Sopralavoro eia parte degli operai impiegali insieme col capitale tecnico differenziale. Prendiamo due capitalisti i quali, pur non producendo merci saln!'io, si trovino nelle stesse condizioni di quelli di prima. Siano dmhtuo A, che con un capitalo salari di 110 giornate di lavoro, più un capitale tecnico di 25 giornate, muove 150giornate di lavoro; e /J éhe, por muo,·ere la stessa quantità di IM 1 oro, impiega anch·egli un capitale salari di 110 giornate, ma unendovi un ca.• pitale tecnico cli 37,5 anzichè di 2-:>giornate. !n questo condizioni, mentre il profitto di A è di 150 giornate - 135 giornate 1:l5 giornate cioè del 11,11 %, il profllto di B diventa. di 150giornate- 147,5giornate l•li,5 giornate cioò del 1,6H¼. B adunque, per poter ritornare nel pro– fitto comune, deve ricavare dal suo capitale salari un so.pralavoro di tanto maggiore di quello ottenuto da A,' di quanto è precisamente ra.mmontare della differenza. fra il suo capitale tecnico o quello di A. Posto infa.tti che B ritragga da.I suo capitalo salari un sopra.lavoro non più di sole 150, ma di IG2,5gio1•nate, avremo al– lora che il suo profitto diventa di 162,5giornate - 147,5giornate 147,5 giornate ; cioè delrl 1,11 ¼: eguale quindi al profitto goduto da A. Solo a questi patti a.dunque l'esistenza. del capitalo tecnico differenziale, nella produzione delle merci non salario, ò compatibile colla teoria socialista del valore. Ma anzitutto si noli che, se la iptroduzione delle macchine ha, nella sua azione generale, danneggiato gli interessi della classe operaia, so essa anzi si ò da principio compiuta soltanto in quanto costituiva in mano ai capitalisti un·arma potenlissima. contro i la– voratori, ò porò un fatto incontestabile cho gli operai occupati negli opifhi, in cui si adoperano le più grandi quantità di capitale tecnico, ricevono un salario che, mentre potrà essere minore di quello che otterrebbero qualora lo macchine non esistessero. è però sempre, e notevolmente, maggiore di quello degli operai occupati nello fabbriche dovo si adoperano quantità molto pili piccolo di capitale tecnico. Lo statisliche, specialmente delle nazioni nelle <1uali lo sviluppo tecnico ha acqui– stato le più imponenti proporzioni, provano con una rara concordia. la. verità del nostro asserto. Inoltre, negli opifici dovo massimo è il capitale tecnico, il ca.. pitale salari è, rolali,•amento a questo ed anche asso– lutamente, trascurabile. Per quanto quindi si volesse ammettere, contro la evidenza. dei r,~lli, che dagli operai impiegati con capitalo tecnico ditforenziale si traesse un soprala.voro maggiore che da quelli impiegati con capitale tecnico minore, il numero esiguo di essi non B1b1otec'.'IGino t-S1arco permetterebbe mai che il sopratavoro che potrebbero dare, anche se spinto al limite estremo, eguagliasse quello che ò ottenibile dal numero enormemente mag– gioro degli altri. E f\nalmente, dato e non concesso, che, nei primi aumenti differenziali di capitale tecnico, il capitalista che li compie potesse accrescere in cor– rispondenza il soprala.,•oro derivante dal capitalo salari rimasto, vorrebbo ad ogni modo, e assai presto, un momento noi quale, raggiunto per ciascun operaio il limite di compressibilità della forza di lavoro, un ulle· riore aumento differenziale di capitalo tecnico non potrebbe più trovare il suo compenso in una esacer– bazione del sopra.lavoro . Quest'ultimo argomento ha tanto maggior valore in quanto il '.\larx lo ha preveduto e ne ha confessata. la. irrefutabilità.. Egli dice infatti a pag. 132della edizione francese: « Noi sappiamo già che il capitalista. si srorza di « produrro il massimo possibile di plusvalore, e noi « \'Cdrcmo più tardi che esso cerca, nello stesso tempo, « di ridurre al minimo, comparativamente allo propor– « zioni della sua intrapresa., la. sua parto variabile, «ossia.il numero degli operai'che esso impiega. Questo « tendenze diventano conll·adtliUm·ie, quando la dimi– « nuziono cli uno dei duo fattori, che determinano la « somma del plus valoro (numero degli operai), non « può più venir compensata dall'aumento doll"altra « (dall'aumento cioè d1 sopralavoro che ò otteni bilo da « un dato numero d'operai). » e non che, non basta a quo lo punto gettare lo armi, e far rinuncia di se stesso dinanzi allo influenzo so- 1>raumane di « tendenze contraddittorie ». Delle duo cose l'una; o ò vero che il capitale tecnico ad un dato momento non può pifl compensare la diminuzione cli profitto derivante dalla. riduzione del capitalo salariQ; ed allora. una nuova introduzione di esso dh 1 enta, ben più che inesplicabile, assoluta.mento inammissibile. Op– pure si riconosce cho questa. ulteriore introduzione si compie, ed allora bisogna convenire cho non sono 1 fatti che si contraddicono fra loro, ma elio ò la propria teoria del valore che contraddice ai fatti. ... Dimostrato cosi cho resistenza. del capitale tecnico differenziale ò incompatibile colla. teoria socialista Jol valore, ci resterebbe da provare come questa. inciampi anche contro le condizioni creale ai capitalisti impie– ganti capitali tecnici di diversa. entità. da un aumento o da una. diminuzione generale dei salari, e contro il ratto cbe lo merci vengono condotte sul mercato in SJ)i.\7-i differenti di tempo. Senonchò ranguslia. dello spazio ci obbligò a t.oner conto di quei soli punti sui quali il Soldi ha più speciatmente voluto insistere noi dil'en– dero il Marx. Basti il fin qui dotto per rarci convinti cito la.teoria socialista. del \"a.loro, contraddicendo ai fatti più sa– lienti e caratteristici della economia. moderna, quali lo. libera concorrenza e ruso ciel capitalo tecnico, è com– pletamente erronea.. Porchò pili oltre negare questa verifa che ormai s"impone, e sofisticare il pensiero di un gigante per fargli dire ciò che non ha. mai detto? Dentro al Capitale rimant, malgrado tutto, tanta vi– goria cli vita, che una nuova e più ,,era teoria del valore non potrù, per esser tale, non fondarsi sulla base granitica delle tante altre scoperte marxiste, e specialmentu della grande legge del sopralavoro. Questa nuova e più ,•era _teoria ò i11tanlo quella del Loria i Noi non lo erodiamo. In un prossinlo al'ticolo ci ripromettiamo di giusiifica.re il nostro asserto. ANTONIO ORAZIA.DEI.

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