Critica Sociale - Anno IV - n. 19 - 1 ottobre 1894

29( CRITICA SOCIALE Certi boll•vljs \livono a spese di piante vive, ma non saprebbero atL,ccare una pianta completamente sana; cominciano sempre collo stabilirsi in una cellula che sia morta per qualunque cagione, e da questo quartiere generale si prolungano in fuori e recano la morto nelle cellule vicine. 2.• Altri funghi, per esempio le uredinee, vi– vono come parassiti esclusivamente e necessaria– mente. In taluni di essi il parassitismo si specia– lizza tanto, che, non solo li vediamo strettamente adattali ad ospiti di determinata specie, ma pre– sentano. altresi migrazioni analoghe a quelle del tenia. E questo il caso specialmente della ruggine del grano, il cui ciclo di s,•iluppo è oggi perfetta– monto conosciuto. Verso pl'imavtn•ale grosse spore di questo fungo, che passa1•0110 l'inverno sul suolo 1 cominciano a germogliare o producono altre spore leggerissime che il vento disperde in ogni direzione. Perchè tali spore sfuggano alla dish-uzione e possano svilup– pai-si, è condizione Sine qua non che vengano a Ossarsi sulle foglie d'un determinato pruno selva– tico, il cosidotlo be1·ber-o o c,·esptno. Se questa eventualità non si verifica, il circolo è interrotto; se, per contro, il caso le favo1•isce, le spore si sta– biliscono sulla pianta eletta dalla loro specie, vi vivono da parassiti e non tardano a produrre un apparato vegetativo, contenente elementi riprodut– tori d'un aspetto aOàtto dh'erso. Questi, assoluia– mente incapaci di riprodursi sul be>·ber-o, non pos· sono svilupparsi che sulle foglie dei cereali, ove danno luogo alla ruggine. ln tale nuovo stato veg– gonsi apparire spo,·e d'una quarta forma. che ,•aDno a _portarela malattia sui cereali vicini. Alflne,quando viene l'autunno,un'ultima metamorrosiavviene: la ruggine produco lo grosso spore dalle pareti resi– stenti, che ricominciano, l'anno seguente, questa proteica serie di trasformazioni. 2. Evoluzione del parassitismo neglianimali. PARASSITISJIO PREDATOIUt - In base a prove de– SlllltO dall'embriologia e dalla morfologia è facile, nel pili dei casi, stabilire che, fra gli animali pre– datori per eccellenza, il parassitismo deriva quasi sempre dal prcdatismo. Lo stesso sembra avvenire per quei protisti, il cui genere di vita si avvicina a quello degli animali. Nel g,·uppo rlogli infusori succhiato1•iiDcontriamo s~cie di 8'1-osso dimensioni che si nutronodi esseri più piccoli e sono veri predatol'i; altri sono appe11a pili. grossi degli organismi dei quali vivono e, tosto dopo il J?llSlo, si incapsulano per moltiplicarsi; altri infine, p1ccolissimi,penetrano nei grossi infusorii e là, restando vivo il loro ospite, si iHcapsulaoo per dividersi; i giovani acineti che provengono da questa moltiplicazione possiedono cigli motori e presentano l'aspetto di infusori predatorii ordinari. L'anatomia e la !lsiologia comparate corroborano queste indicazioni della embriologia e concordano nel far presumere che \.i ebbe transizione dal pre– datismo al parassitismo. Quanto agli animali propriamente detti, baster-à citare qualche esempio caratteristico dei crostacei e dei molluschi gastropodi. 1.• 'J'utti i crostacei sono in origine predatori, e di quelli che attualmente vivono parassiti, come le saccoline, i bopil'iani, i lerneani 1 ecc., l'embrio– logia dà la prova della loro origine predatrice. Ri– producendo nella loro evoluzione individuale la storia della lor-oraz1.a, questi parassiti, in gioventù, vi\'ono allo stato libero e hanno esattamente la forma dello bestie da preda del gruppo cui appar– tengono. Più ancora, in taluni, il maschio rimane Bib ,otec;:i G no Biarc.;c libero e conserva tntti gli attributi del suo ordine, mentre la remmina si immobilizza e, sotto l'azione deformatrice del suo ozio, nnisce per non essere piit che un sacco pieno di uova. I primi naturalisti, che si occuparono di questi esseri biz1 ..arri e che non conoscevano che lo stadio adulto deformato, cominciarono a classificarli fra i ve,·mi. Fu l'esame comparato degli stati gio.,ani che solo permise di determinarne le origini e di render loro il P,.\Stoche loro spetta fra i crostacei. 2.' I molluschi gastropodi sono per lo più er– bivori o carnivo1·i; ,·e n'è tuttM·iaun certo numero che vivono pa1-assitidegli echinodet•mi.'J'ale l'en– tochoncha, animaletto giallo-bruno che vh 1 e nel corpo trasparente della sinapta e si nutre del suo sangue. Come tutti gli ontoparassiti, l'entochoncha è un 01·ganismo assai degradato. L'anatomia del– l'adulto è aflì,tlo impotente a rivelarci la natura di questo essere, ma la sua embriogenia permette di affe1·mare che è un mollusco gastropede proso– branchio, metamorfizzatodal parru;sitismo. Gli an– tenati di questo animitlea, 1 e,·ano, senza dubbio, un guscio protettore e un sistema nervoso 'bene svi– luppato. Noi li tro\'iamo allo stato embrionale nella sua la1·va,e allo stato adulto negli altl'i animali ciel medesimo gruppo.che presentano tutta la serie delle transizioni dallo stato libero al parassitismo. li caputus è un parassita del sostegno che vive corrofago sulle crinotdi. Segue il lhyca, una parte de cui corpo penetra nei tegumenti dell'arteria, che gli servo da ospito. Poi lo stvttfe1·, quasi comple– mmonte rintanato nella stella di mare che lo porta. Poi l'entocota,,;, che penetra all'interno dei tessuti e costituisce quindi un entoparassita; tuttavia ri– mane fissato alla parete esterna dei tegumenti del suo ospite me1-cèla sua estremità posteriore. Infine [;~~~"f~,aést~i:;s::~~f~~: :1n::itt:~s~i:sc:,\a~ . che accompagna il tubo digestivo dell'individuo che esso sfrutta. In tutti questi esseri il guscio tipico dei gastro– Podi esiste almeno in giovenH1,prova e,•idente che derivano tutti da tipi non parassiti. PARASSITISMOUTUALISTA. - Non ci è noto quasi alcun caso di pa1'8SSitismo·organico derivato dal mutualismo. Il mutualismo d'altronde è assai raro in natura, mentre tende a diventare la regola nelle relazioni sociali fra gli uomini, o fra animali come le fo1·miche,le api, i castori, ecc. Avviene tuttavia qualche volta che i rapporti di mutualismo assai bene definiti, che esistono fra i fiori e gli insetti, degenerino in parassitismo da parte di questi ultimi. Cosi i calabroni, che soli sono :'::~~~/: o 1!'~~~f.i! ! 0 :;;:";.!~~rr,i~? =i di lasciar,Tiil polline. Normalmente,ecco come avviene la fecondazione della linaria: il polline di un fiore è trasportato da un insetto sullo stimma di un altro fiore, ed è per attirare cotesto indispensabile intermediario che il fiore secerne del nettare. Senonchè, nella linaria, l'apertura della corolla è completamente ostruita da un prolungamento del labbro inferiore, e bisogna che un insetto del peso del calabrone vi si posi sopra perché esso si abbassi e lasci sfogo al nettare contenuto nello sperone. Allora l'insetto sugge il miele e contemporaneamente il suo dorso si co– sparge di polline, ch'esso 1100 tarda a deporre sullo stimma di un altt·o fiore della medesima specie, nel quale si \lrocut'l\ un nuovo pasto. Fin qm vi è reciprocanza di servigi; l'insetto è lndisrnsabile al fiore. Ma è frequentissimo il caso che calabroni trovano assai ptù comodo di pun– gere direttamente lo sperone e cosi succhiare il

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