Critica Sociale - Anno IV - n. 19 - 1 ottobre 1894

292 CRITICA SOCIALE ... Ora avvenne che prima della proclamazione dello stato d'assedio molti insorti erano stati arrestati e fra questi un proressorello alto, biondo e sottile, una. ft– gura di Cristo schiodato, ·che anch'egli, come Gesl), aveva ratto ai discepoli il discorso della montagna, ma, di Gest\ men fortunato, non aveva tra gli ascoltatori trovato un san Malteo che lo tramandasse ai posteri. Da chi dove,·a.noesser giudicali costoro! Ecco il pro– blema intorno al quale si travagliavano gl'ingegni pili acuti. Por risolverlo senza dispareri, i magistrati ten– nero,· coll'intervento di Struks, un"adunanza prepara– toria, discussero a lungo o non sempre garbatamente, ma ad onor del vero o e.leidiritto penalo convennero, che ai tribunali ordinari spettasse l'alto ufficio di ri– vendicare la. giustizia violata. E in questo senso l'onesto ..Struks presentò al tribunale le suo conclu&ioni &c1·iile. Poi ebbe un dubbio: e se il generale pensasse altri– menti 1 So egli credesse i giudici togatii,non abbastanza energici nel direndere la società minacciata? Il dubbio ora certamente oltraggioso, ma era anche possibile. Per uscir d'incertezza il procuratore si rec6 dal commis– sario straordinario, gli espose in duo parole il suo caso di coscienza e con molta rermezza. o dignità. gli chiese che non rosso tolta alla magistratura una cosi bella occasione di rarsi onore. Oh!proretica anima di Struks! Stcrnutus non ,·olle assolutamente i,;:npernedi tribunali ordinari, disse che quello era. il modo migliore per ro– vinare ogni cosa, batlè i pugni sul tavolo, battè i piedi, si arrabbiò, sacramentò, minacciò o concluso con queste lestuali parole: Tutti, capito, tutti debbono essere fuci– lati dai tribunali di guerra.{!) Era una cosa da uscirne matti. « Como rarò, pensava Struks uscendo dal gabinetto di Sternutus, come rarò a rimangiarmi ciò che ho scrittoi questi soldati non capiscono niente, decidono ogni cosa colla sciabola e non vogliono sentire .ragioni. I tribunali di guerra 1 porchò dovono giudicare i tribunali di guerra 1 Come so i tribunali ordinari non a,·essero mai pronunziale condanne alla pena capitalo! E intanto io sono in un bello imbarazzo, dpvero dir nero dopo aver dolto bianco. Basta, vediamo un poco; il problema ò delicato ma non è insolubile. l..a giurisprudenza europea potrebbe aiu– tarmi i gli uomini del vecchio mondo hanno più espe– rienza di noi, logica più sottile o maggior disinvoltura.> E, chiusosi nella sua biblioteca, si dotto a scartabellar libri e rivisto, f\nchè non obbo trovata una sentenza che gli pa1•voscritta. apposta poi caso suo. Por maggior fortuna. la sentenza era francese, o colla Francia alleata la vittoria non poleva esser dubbia. ILgiorno appresso, la questiono dovea esser risoluta. Struks si 1•ocòal tribunale prima delrora consueta, ed ai giudici riuniti a consiglio disse che aveva. riesami– nata la. questione, che i precedenti storici o la dottrina della connessione stavano contro la competenza. dei tri• bunali ordinari, che non era giusto usar duo pesi e duo misuro e che i tribunali marziali, so erano stati isti– tuiti, dovevano pur runzionaro. La ritirata era piena, ma non manca.,:a d'abilità. Il presidente del tribunale sorrideva approvando col capo, contento in cuor suo della conversione del procuratore o disposto a faro ogni cosa per rendergliela meno amara. ~la, da uomo pru– dente od amante della legalità, egli desiderava cho il nuovo alto di redo risultasse, come il primo, da uno scritto, o nel modo che seppe miglioro o più sommosso pregò il caro collega $fruks di mettero un po' di nero sulla carta. La richiest~ ora ragionevole, ma il procu- Bib ioteca C31no Biarco ratore della repubblica. non se l'aspettava. Il presidente pretendeva nientemeno cho la prova della sua stordi– taggine. (n verità era. troppo. Stette Il li per adirarsi, ma riuscl a contenersi e, con un sorriso cho pareva. una smorflo, rispose: « Anch'io ci a,•evo pensato, signor presidente, ma la cosa è impossibile. Tutti conoscono Io mie conclusioni scrilte. So le cambio o le modifico si dirh che io ho sublto lo pressioni del generalo o del go"erno del quale mi C1norodi esser rappresentante. Una calunnia simile non posso tollerarla. Invece, so la• scio lo conclusioni come sono, non ci sarà. lingua cosi audace che \'Oglia attaccarmi. Io avrò dato esempio di indipendenza, e voi, votandomi contro, darete esempio d'indipendenza maggiore. > La. tro\'ato, con,•ieni, era di prim'ordine. I giudici ci cascarono e ci cascò o \'Olle cascaPci anche il presi– dente. Comunque fosso, un·ora dopo, un'ordinanza. in piena regola rin\'ia,•a. al giudizio dei tribunali militari tutti gl'impulaii, compreso il profcssorollo alto, biondo e sottile. E in mozzo a quei farisei l'onesto Struks fa– ceva quasi la figura. di un Crislo! . .. L'ultimo atto del dramma te lo narrerò in poche pa– role. Il procuratore generale \Veakstone, quando ebbe notizia dtll'ordinanza, montò su tutto le furie o si mise a gridare cho i giudici erano certamente impazziti, che a quel modo era distrutto lo Statuto, distrutti i codici, distrutti i principi fondamenlali della legislazione \Vi· nolandcse. li po,•ero uomo non sospettò nulla di quanto ora accaduto e, in piena buona fede, scrisse un lungo dispaccio a Struk.s, pregandolo di far subilo opposizione. Il procuratore della repubblica capi che era venuto il tempo di cantare. Risposo con un dispaccio più lungo, nel quale enumerò tutto lo 1·agio11igiut·idiclte che a"e• vano persuaso lui od il commissario straordinario ad accettare l'ordinanza. Quella parola commiuario &trao,·• dù1a,·io produsse un effetto mera."iglioso. \Veakstone s·acquetò, rorllinanza rimase in piedi, o dopo pochi giorni i tribunali militari entra\'ano in azione. Di tutti gl'imputati pochissimi furono assoluti, ml\ nessuno fu condannato a. morto, perchè di nessuno ru provata la reità.. I giudici, nella loro equità, pensarono che il car– cere durissimo inasprito era pena surt\cienlo per chi non aveva fatto nienle. Anche il nostro profoFsorello ebbe salvo il capo, perchò sperarono di rarne un con– vertito. L'onesto Struks ebbe lodi, onori o quallrini. Ora.egli ò procura.loro generalo sostitulo in una. bolla città. ma• rittima. Ogni sera va a prendere il fresco cd il cafTò nella più elegante delle birrarie. Là, tra un sorso o l'altro della. bovo.nda.preziosa, narra agli amici ed ai colleghi il dramma del q U!l,IO ru tanta parto, compia– cendosi del tiro giocato al tribunale o al mite \Voak– slone. i\la. un giorno che era. di cattivo umoro chiuse il racconto con queste parole ilogne di storia: e E pure, so li facevano giudicare a noi, li a,•rommo mandati tutti al patibolo. > E qui cado il sipario, caro Turati. Il ratto, li ripeto, è a,•venuto nell'altro emisrero, o bisogna·giudicarlo con indulgenza. Ma a me sta in animo che qualcosa di simile sia ac– caduto anche in Italia. Mi son messo a rare dello ri– cerche e, benchè sia grande il buio o gravo il pericolo, credo di essere sulla buona via. Non per niente tu mi chiami IL CANDELAIO.

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