Critica Sociale - Anno IV - n. 19 - 1 ottobre 1894
302 CRITICA SOCIALE gli agricoltori del domo.ninon saranno certo disposti a seguirla nella strada che Ella ha cominciato a. tracciare: bisognerebbe supporre in essi un grado tale di previ– denza e di disinleresse che confinerebbe coll'altruismo più. puro e colla ingenuità: quando tutti rubano ò min– chioneria o santità l'esser galantuomini i ma santi e minchioni ora. non ve ne sono pili. L'atTetto che io porto alla scienza e la convinzione ogni giorno rafforzata da nuovi fa.Ui di un avvenire socialista, mi rendono sicuro che a lungo non può du– rare l'attuale anttrchia; l'igiene agraria, di cui Ella ha p6rto ora i primi tributi, avrà allora quegli onori e ,quel posto che giustamente le competono. ( 1 ) (') Pu algniftcante,a Illustrazione delle cose dette, Il ConRresao viticolo ed agricolo tenuto di recente a Lione. VI al constatò come la ftllonera - malgr::ido tanti mlllardl IJ>HI - ala sempre più minacciosa e rlbelle al rimedi; come pure l'ettender,I della clo– ro.al. Un or::itore potè rlauumere le lmpreaaionl del Congreuo, dichiarando che spl!Ua a, poteri JJ11bbllct. ,con~Jur::ire l'estremo disastro della viticoltura; la nNtt'a vita, egli dlue, e n~ll• loro ma11l. A ciò 11 è ridotti nel paese claaalco della vlllcoltura, dopo un raccolto abalordltlvo di l50 milioni d'eUolllrl ! Che ne dice l'nmlco Bonzo! LA GUERRA E LA PREPOTENZA Agli « amici dellapace •· Lo scritto che segue era. destinato all'Almanacco che l' U11io11e loml>araa pe1· la pace pubblica ogni anno, in edizioni copiosissime, per diffondere nel popolo l'idea che è scopo e missione di quell'onorevole e molto pa– cifico sodalizio. Mo.pare che.... non servisse. Curiosa pretesa, infatti, quella dell'amico Bettini di portare in una unione per lo. pace un fermento di clisunio11e e di guerra! Il suo scritto non è di quelli che possano trovar posto in edi– zioni «copiosissime>. Esso è fatto naturalmente per altre raccolte, che si tirano a non più di poche mi– gliaia. Sì, o la ragione che, lo escluse da.ll' Almanacco è quella che gli apre a. due battenti le porte della nostra Ri– vista. Gli e amici della pace> ci perdonino questo bel– licoso contributo al cullo della. pace. ca,·lsstmo stq,w1• Moneta, Invitato a contribuire con uno scritto alla vostra propaganda, ho riflettuto se l'Almanacco fosse campo adatto a svolgervi alcune mie idee sull'eser– cito, e penso sinceramente di sì, ma per un solo sentimento che ho in comune con voi: l'orrore delle armi. Questo forse vi sembrerà una bastante affi– nità; ma io temo che sia poco, e confesso che scrivo non per aderire ciecamente agli intenti della So– cietà lombarda pe,· la pace, ma piuttosto per stima e simpatia personale verso di voi. Un campo di battaglia è tragico, ma è anche so· leone e indimenticabile nella vita di un popolo; una caserma è obbrobriosa, ma è anche transitoria nella vita di un individuo. 'fanto che, oserei dire, la strage umana, al pari dell'inondazione e del ter• remoto, non ha ioHuenza sulla civiltà; e la disci– plina, meccanismo vuoto d'anima e d'intento, è fu– nesta solo quando viene posta a servizio d~l male. · Il militarismo è una creazione necessaria per as– soggettare l'immenso proletariato al regime indu– striale e bancario. Il servizio nelle caserme è una parte episodica nell'oppressione di un popolo, ed è B1b1oteca Gino B1arro mostruoso solo perché viene compiuto dal popolo stesso a proprio danno. Ma le sveglie, le marce e le manovre sono gin• nastiche delizie in confronto agli stenti dei campi, delle miniere e delle orficine, che tolgono ogni ri· poso agli uomini non solo, ma alle donne, ai fan– ciulli, ai vecchi. La caserma menoma la libertà, ma il lavoro salariato assorbe il sangue di tutta la generazione. Per un mutilato gloriosoabbiamo cento, o idioti o tisici o scrofolosi, oscur-i e dimenticati. Se l'esaurimento d'una intera classe è meno tea– trale della morte dei giovani sul campo, non cessa però d'essere più grave, e io non so scorgere, ai tempi nostri, spettacolo più rattristante. Non vidi mai un campo di battaglia; bensì vidi paesi dimenticati dall'istruzione, devastati dall'ane– mia, intorpiditi dalla denutrizione, lasciati in mano a una borghesia avida, incosciente o criminale, e Io spettacolo mi ha strappato lacrime di dolore e di rabbia. . Ohe l'esercito scompaia,sta bene: io lo desidero; ma scompaiano insieme le altre prepotenze. Equante, o amici della pace, ne dovremo combattere! Non soltanto il cannone dei soldati, ma anche !'arme del privato e del funzionario indica che si commette un'ingiustizia o si mantiene una schia– vitù. In Italia c'è il popolo che si fa ragione col coltello; c'è una borghesia che decide le sue que– stioni ~·onore colla spada e colla pistola; ci sono guardie pei campi, per le foreste e per i confini, sentinelle e carabinieri che perlustrano ogni lembo di terra con diritto di vita e di morte sui trasgres– sori di leggi che il popolo non ha fatto nè accet– tato; ci sono picchetti armati per ogni pubblico edifizio in tempo normale e anche per ogni privato possesso in tempo di mise,·ia; e dappertutto que– stut-e, a impedil'e che si discuta, che si scriva, che si gridi. Prepotenza minuta: l'esercilo è la salva– guardia della grossa. Ma da per tutto !'arme tien luogo della ragione, sta simbolo del di1•itto. Il sentimento cristiano, poi, diffuso da chi non lo pratica, seduce i laboriosi e i buoni all'utopia del diritto inerme, ultima irrisione io una società ove l'uomo debole e percosso è segnò alle beffe. Tornando al militarismo, mi pare falsoprincipio combatterlo per la sola ragione che è costoso. Le nazioni ricche, come la Francia, potranno rispon– derci che hanno danaro a bastanza per pagarsi il lusso di questa e d'altra prepotenze. E persino l'Italia, povera, ma piena di paure e di velleità, a ogni vittoria africana, a ogni attrito colle nazioni vicine, a ogni minaccia di ribellioni interne, sen– tirà, ad onta della spilorceria, quell'adorazione del wetterli, che gli amici della pace tentano indarno di scuotere. Voi, caro Moneta, lo sapete meglio di me: tutti i giornali, compresi quelli democratici, tributano elogi al nostro esercito; se talvolta ne biasimano la brutalità o ne deplorano il costo,non mai ne discutono l'azione. · Forse la b·uppa, non il militarismo, è d'ostacolo ai partili avidi di salire al potere; ma il partito
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