Critica Sociale - Anno IV - n. 19 - 1 ottobre 1894
CRITICA SOCIALE 301 done 1•atcalinità,paralizzando in esse la decomposizione delle sostanze organiche, uccidendone i microbi tanto necessari alle piante, e distruggendo, o modiftcando prorondamente i principi seconda,·i che, collo loro ema• nazioni, colle decomposizioni e Iocombinazionichimiche che provocano, banno certo parte principale nella sa– lubrità dei terroni. Ella ha. visto, con sicura diagnosi, tutti i mali a. cui si ,,a incontro perdurando nei metodi attuali, e, da. saggio igienista, ha bandito la massima del provenire e non reprimere, o ha indicato formale e miscelo atto a prevenire, o almeno ad allontanare per mollo tempo, i pericoli segnalati. Ma - e qui entro :11ella. parto che più mi sta a. cuore - crede Lei che, pur rendendo obbligatorie le massime o i miscugli riparatori o correttori del terreno, crede Lei che non si avranno a lamentare lo stesso e l'esten• dersi minaccioso delle malattie parassitarie, o l'inetti– tudine progressiva dei terreni a produrro1 Prescindendo dall'azione li"vellatrice o liquidatrice dell'ossigeno, di questo principio della vita, dal quale, secondo la Sua geniale ipotesi, devo venire una. inevitabile morto; e considerando solo i fatti di cattiva coltura, di malo sfruttamento, di irragionevole dissodamento, di ingorda speculazione, ecc., credo Lei cho basti aver inalberato lo spauracchio di danni futuri - por quanto certi e inevitabili - per vedere arrestarsi le cattivo usanze, per vedere mutar metodo e faccia alla nos1ra.agricol– tura 1 La massima di pre\·enire e non reprimere ci deve insegnare, che, per quanto noi ci affanniamo dietro agli effetti, per quanto noi cerchiamo di porre un argine ai mali che irrompono, se noi non risaliamo alle cause, so noi non andiamo allo fonti, noi non faremo che mu• taro vesto o coloro alle cose, ma.l'essenza rimarrà. tale e quale, o gli igienisti seguiteranno a predicare al deserto. Vi ha qui, a pochi passi da. dove scrivo, una mani– fattura di cotone, che è tutto quello che la scienza o l'igiene insieme possono suggerire di meglio. Nulla ò stato trascurato, eppure - lo crederebbe! - il medico nota. un aumento continuo di clorosi, di anomie, un decadimento rapido nella. salute, nella forza o anche nelle facoltà. intellettuali dogli operai! Quali le causo1 L'orario, che va dallo 6 della mattina allo 7 della sera con un'ora, o poco più, di riposo i il salario, che arriva. appena, per gli assistenti. a 3 lire, e che oscilla per tutti gli altri da 0,50a 1 1 50. Nè di questo lungo e spos– sante orario, nè del salario derisol'io è da. far colpa ai proprietari i ovunque, su per giù, si fa così; o se lo srruttamento dell'uomo si facesse meno intonso, sarebbe forza mettere i catenacci alle porte, o mandare o. spasso gli operai. La causa unica e sola sta adunque nella proprietà individualo dei mezzi di lavoro, sta nel sistema. presente della produzione della. ricchezza, che più non è adatto ai nostri tempi ed ai nostri bisogni; esso, pur fornendo una quantità. di sussistenze di molto superiore alle ri• chieste, lascia. la maggioranza dei produttori stessi - gli operai - nella. più squallida miseria e nella. incer– tezza. continua. del dimani. L'igiene vera nello fabbriche, nello case, nelle scuole, nelle città, quell'igiene cioò che nou si limita solo a imbiancare qualche muro o a get– tare un po' di cloruro nelle_ latrine, non la si potrà. avere cho colla scomparsa dell'antagonismo di classe, di quell'antagonismo cho spinge ogni uomo a. sfruttare e a cacciarsi sotto i piedi il suo simile, e perchò questa lotta di classe scompaia bisogna cho scompaia la ca.usa: la. proprietà privata dei mezzi di lavoro. Bib 1otecr-iGino B1arro Per l"agricoltura. e in Italia questa. necessità potrebbe eembrare ad alcuno meno evidente e forse anche non certa. Ma cosl non è. Dove l"agricoltura. è povera, pri– mitivo, incapace di vita propria, la collettività. interviene, e la regola a suo talento: come nei casi di bonifiche obbligatorie, casso di colmate, latifondi, colonizzazione di regioni incoltei dovo !"agricoltura è ricca, prospera, intensivo., la collettività intcr"iene per togliere il mo– nopolio, lo sfruttamento dell'uomo, il depauperamento delle ricchezze del terreno. Chi più interessato a. con– servare ed a. perpetuare la fertilità e la salubrità. del terreno, della collettività degli uomini che su di osso e di essa vivono1 li piccolo proprietario ò spinto da~ tempi sempre più difficili, dalla mancanza di altre oc– cupazioni o dal crescere dei bisogni, a. diboscare i monti ed a dissodare i pascoli per tanti secoli conservati con sl golosa cura, è <;0stretto ad estendere e ad allargaro la coltura di piunto inadatte al terreno ed al clima, onde spossamento nei terreni e spreco di fot"l0o di capitali; il flttabilc, lo speculatore dove, in quei pochi anni che ha nelle sue mani lo terre, cavarne il massimo profitto colla minor spesa, usando tutie quello arti o tutti quegli inganni che fanno dell"atfltto la pesto del– l"agricoltura; il grande proprietario, il gentiluomo di campagna, spinto dalla concorrenza. ogni giorno più formidabile e dal diminuire continuo del profitto, cambia i sistemi di conduzione dei fondi (e nel Bolo• gneso e nella Romagna gli esempi sono a josa), rendo intensiva la coltura, sostituisce all"uomo le macchine, specializza e accelera ogni produzione colla sola prcoc-– cupazione e col solo scopo del subito guadagno. I concimi chimici, che dO\'evano far parte di una. razionale statica. agraria, sono diventati il mezzo di uno sftuttamento cieco, e costituiscono un scrio peri– colo per l'igiene delle terre; il miglioramento dolio razzo ci ha condotti ad avere allevamenti ed ingrassi per i quali Ella hn, egregio professore, paralo <li fuoco; la specializzazione delle colture, spinta. agli estremi, ha. immiserite le nostre piante, e ogni potenzialW\ di re– sistenza allo \'icende av,•erse cd alle malattie è scemata in esse al massimo grado; la manipolazione dei pro– dotti è diventata adulterazione e ratturaziono; la sofi– sticazione dello sostanze segue un crescendo spaven– toso; l'individualismo il più cieco aumenta ogni giorno il malessere sociale, o spingo intere popolazioni alla emigrazione, allo sciopero, alla rivolta. B egli possibile, Le domando io ora., in un tale stato di cose, cho le massime di una vera. igiene agraria. trovino un terreno recando e si generalizzino per ogni dove? Oppure avverrà dell'igiene agraria quello che avvenne dell'igiene umana, per la. quale si ò corso diolro agli effetti i si sono curate le apparenze i ma alle cause nessuno ha. pensato, frustrando così tanti studi o si brillanti scoperte? Ma. la rormola onanistica, come la. chiama Enrico Ferri, dello. scienza per la. scienza è prossima a tra– montare: la scienza non è e non deve esistere che per la vita. Uattuale dualismo fra vita e scienza non è che un prodotto della. lotta di classe; i detentori dei mezzi di lavoro ed i monopolizzatori dei mezzi di consumo non possono ragionevolmente 1>rooccuparsiche del loro rispettivo tornaconto, infischiandosi delle leggi, della fratellanza, dell'igiene, o di tutto ciò, in una parola, che può diminuire i loro redditi. Se qualcuna delle massime, che Ella con tanta competenza e con tanto acume consiglia di praticare, potrà essere seguita cd attuala da.gliagricoltori dell'oggi, si persuada puro che
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