Critica Sociale - Anno IV - n. 19 - 1 ottobre 1894

298 CRITICA SOCIALE duti l'un dopo l'altro sotto il colpo della reazione e dello stato d'assedio? Noi non chiedevamo, como i no– stri predecessori e compagni di fede: qual è il miglior sistema di comunanza 1 quale il migliore organamento della proprietà? E neppure: val meglio la proprietà prh•ata o la proprietà comune! La teoria di Saint- imon o di Fourior, il !tistema di Louis nlanc o di CabeU Dietro l'esempio di Kant noi ponevnmo cosi la questione: - Come l'uomo possiedo? Como acquista. egli la. pro– prietà1 come la pordol Qual è la logge dello sviluppo e della. trasformazione di questa proprietà.1 Ache aspira essa1 Che vuole! Che rappresenta.t .. Inoltre: eorne l'uomo lavora! Come misura i prodotti rra di lorot Come avviene la circolazione nello. società! In quali condizioni? Giusti\ quali leggi 1 - R Il risultato di tutta quosta monografia della proprietà. era il soguente: la J>roprietà.slgniftca affare o spartiziono; In. comunanza significa reciprocità di ser,·iii i il continuo diminuire dell'usura (interesse) significa identità. del lavoro e·del capitale (1ic!). Che si de,·e fare per risoh'ore e realiz– zare tutte queste espressioni, nascoste finora nel vec– chio simbolo della proprietà.1 Oli operai debbono ga– rantirsi reciprocamente il lavoro e lo spaccio, debbono a tal fine accettare scambievolmonto lo loropresta.:ioni come denaro. Or bene, oggi diciamo: la libertli politica, come la industriale, scaturirà per noi dalla t•eciproca garan:;ia. Per garantirci reciprocamente la libertà, dobbiamo av• via.rei a quel regimo che inalberi la simbolica divisa repubblicana, libe,·tà, tt{Juaglianza, fratellan;a o nel quale sia dato alla nostra intelligenza di realizzarla. Or qual b dunque la formula di questa garanzia poli– tica e liberale1 Per ora il suffi·agio tmfoersale; in se– guito il libero contrailo .•.. Riforma economica.e sociale mediante la reciproca garanzia del credito; riforma po– litica mercè la fusione delle libertà. Individuali; ecco il programma della Voix du Peuple. ( 1 ) Non è difficile schizzare In « biografia • di un simile programma. In una società di produttori di me,·cl, lo scambio dei prodotti si fa in base al lavoro socialmente ne– cessario alla loro produzione. li lavoro è la fonte e la misura del valore di cambio. Ad ogni uomo imbevuto delle idee che genera una tale società ciò appare assolutamente « giusto•· Sgraziatamente questa «giustizia» non è eterna, come nulla è eterno su1la terra. Lo S\'iluppo della produzione di merci ~enera necessariamente la trasformazione della piu gran parto della società in proletari, che nulla posseggono all'infuori della loro forza di la– voro, e della restante parte della società in capi– talisti che, comprando quella fo17.adi lavoro che è l'unica merce dei proletari, ne cavano il proprio at'ricchimento. 11 lavoratore, mentre lavora per conto dei capitalisti, produce il reddito del suo sfrut– tatore e insieme la sua pi:c,pria miseria, la sua pro– pria servitù nella società. E ciò abbastan1.a ingiusto! li fautore del diritto del produttore di merci compiange la sorte dei proletari, tuona contro il · captiate. Contemporaneamente tuona contro le ten– denze rivoluzionarie dei p1·oleta,~t, che parlano di espropriazione degli sfruttatori e di organamento comunista della produzione. Il comunismo è una ingiustizia, è la più odiosa delle tirannie. Ciò che si deve organi21.are, egli assicura, non è la p1·oau– ;lone, ma lo scambio. Ma in qual modo! Cosa fa– cilissima, e ciò che avviene ogni giorno sotto i no– stri occhi ce ne insegna il modo. Il lavoro è la B1011otecal;ìlnO t.S1anco fonte e la misura del valore delle merci. Ma il pr-ezzo delle merci è forse determinato sempre dal loro valo,·e? Non muta esso a seconda dell'abbon– danza o rarità delle merci! Il valore e il prezzo di una merce sono due cose ben diverse, ed è qui la sventura, la nostra grande sventura, povera e onesta gente che siamo, i quali null"altro preten– diamo se non ciò che ci spetta di sacrosanto di– ritlo. Pe1• risolvere dunque la questione sociale si deve por fine alla « arbitrarietà del prezzo », alla « ano– malia del valore• (espressioni proprie di Proudhon). Bisogna quindi « costituire il valore >; fare cioè che ogni produttore riceva della sua me,·ce esat– tamente quel ch'essa gli costa. Con ciò la proprietà privata non solo cesserà di essere un «furto» mn di\'errà la più esatta espressione della giustizia. Costituire il valore significa costituire la ptccota 1n·op,-fetà tn<ttvfauate, con che in questo mondo, pieno d'iniquib\ e di miserie, tutto ridiventerà be· nessere e giustizia. E non obiettino i proletari che essi non posse8'8'ouo i mezzi di produzione: garan– tendosi il c1•e,hto gratuito, tutti coloro che vorranno lavorare si troveranno magicamente in possesso di tutto l'occorronto alla J?roduzione. La ptccota p1•op,-1eta e la ptccota proauzlo11e sbocconcellata, che ne è la base economica, furono il perpetuo sogno di Proudhon. La grande industria meccanica moderna gli ha sempre ripugnato. Se– condo lui, il lavoro, al pari dell'amore, cerca la solitudine. Vi ha, è beo vero, qualche industria - egli cita ad esempio le ferro"ie - in cui l'asso– c/a;.tone è inevitabile. Qui il produttore isolato deve far luogo alle « società di lavoratori•· Ma l'ecce– zione non fa che confe,•mare la regola. (') La pic– cola proprietà pri\'ata formerà pur semp,•e la base dell'organizzazione sociale. La piccola proprietà tende a scomparire. Volerla non solo conserva,-e, ma fa1'ne la base della nuova 01-ganizzazione sociale, è l'est,·enw aet conserva– ttsmo. Ma pretendere al tempo stesso di abolire « lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo• e il sala– riato, ciò equivale in verità. ad accoppiare i sogni più radicali colle tendenze più conset·vatrici. • 'oi non ci proponiamo qui la critica dell'utopia piccolo-borghese. Già l'ha fatta, e da maestro, il Marx nella sua Mtse1•fa della /ìtoso/la e nella O,•/. ttca aetl'eronomu, pottttca. Noi \'Ogliamo notare solo una cosa. L'unico vincolo, che lega fra loro sul terreno economico i produttori di merci, è lo scambio. Giu– ridicamente lo scambio è il rapporto reciproco di due volontà. Questo rapporto si esprime nel con– tratto. Perciò la produzione di marci sistematica– mente « costituita• è il dominio della « assoluta • libertà dell'indi\'iduo; mentre io mi obbligo per contratto a prestare una data cosa o una data merce, io no n abd ico alla mia libertà. Al contrario. Io ne profitto v.er entrare in rapporti col mio pros– simo. Intanto 1I rontratto regola 111 pari tempo que– sta mia libertà; mentre io adempio al debito che s~ntaneamente mi assunsi, reudo ragione al di– ritto alti·ui. Così la «assoluta• ttbe1·ta si identifica roll'ordine. Applicate il concelto del contratto alla critica della « costituzione politica• e avete l'ana,·cl!ta. L'idea del conh·atto esclude quella. di dominio .... Ciò che caratterizza Il mutuo accordo b che, mercè sua, {'J P-!!rProudhon ~ li principio dell'11Hoctaa-io»e. lnocato dalla phl parte delle scuole, à un principio Ufolutamente a-terllt, non rappresenta nà una. (oru lndu1tr1ale nl) una legge economica ...• eaao algnlftca. eoverno ed obbedlen1:1,due prlnclpt che la. rholu• ilone esclude.• (UU, 11drtéral, <k la Rii:olwltort aw XJJC ,rto1,, 11 idltlon, Pari&, !831; pag. 193).

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