Critica Sociale - Anno IV - n. 18 - 16 settembre 1894
278 CRITICA SOCIALE e a sgomentare i nemici colla profoudil:\ del suo spi_ritofilosofico.Una , 1 e1-a h·agicommedia! E quasi inutile pei nostri lettori aggiungere che, dichiarando lo Stato una chime1•a, diventa affatto impossibile concepil·nc la «: essenza• o la evolu– zione storica. Questo avvenne anche a P1·oudhon: In ogni società. io distinguo due rorme di costituzione: una sociale, l'altra politica. La prima hn. un nesso in– timo coll'umanitb, è liberale, progressiva, e il suo pro• gresso in gran parte consisto nel liberarsi dalla seconlla, che è essenzialmente arbitraria, oppressiva e retrograda. La costituzione sociale non è che l'equilibrio degli in– teressi fondati sul lipe1·0co11t1·allo sull'organizzazione delle fo,·;e economiche, interessi che in generale sono i seguenti: il lavol'O, la clivi1io11edel lavo1·0, la fo,·sa collettiva, la concon·en;a, il commercio, il denaro, le macchine, il c1·edito, la proprietà, la uguaglian:a tielle tt·an.sa.zionr', la ,·ecip,·ocitù delle gm•anzie, ecc. La costituzione politica ha per principio l'autorità. Le sue forme sono: la divisione in classi, la distribu– zione delle cariche, l"accentramento amministrativo, la gerarchia giudiziaria, la sonanità. della rappresentanza elettiva, ecc. Essa fu im•entata e mano mnno perfezio· nata per supplire alla mancanza. della coslituzione so– ciale, i cui principi non si poterono 5ìcoprire che dopo lunghe esperienze e che sono tuttor·a oggetto di dispu– tazione fra i socialisti. Queste due costituzioni, come si vede, sono affaUo diverso ed incompatibili. Ma essendo deslino della co– stituzione politica di continuamente stimolare il gene– rarsi della costituzione sociale, quest'ultima si introduce a poco a poco nella prima, tlnchò questa, dh•enuta. in– suOlcientc, appare contraddittoria e odiosa o, di conces• sione in concessione, finisce per venire abolita.. (1) La costituzione sociale è • intimamente legata• a1l'umanità, essa le è necessaria. Ciò malgrado, essa non potè venire scopel'la che dopo lunghe esperienze, e, in mancanza sua, l'umanità doveva inventaro la « costituzione politica». Non è questo un concetto aflàtto utopistico della natura umana e della organizzazione sociale ad essa inlimamenle connessa 1 N:on torniamo con ciò al punto di vista di Mo,·elli, pel quale tutta la storia dell'umanitil era stata « al di fuori della natura» 1 No; non ci è necessario di lorna,•e a Morelli, poichè col Proudhon. non l'abbiamo mai abbandonato. Se egli guarda dall'alto in basso gli ulopisli o la loro ricerca della « migliore forma di governo », non perciò egli condanna il loro punto di vista. Egli canzona sol - tanto la poca pe,·spicacia di coloro che non capi– rono come la migliol'O organizzazione politica è !"assenza di ogni organizzazione politica, è cioè l'organizzazione sociale, corrispondente aJla e na– tum » umana, necessaria e « intimamente legata» all'umanità. La costituzione sociale è assolutamente diversa dalla costituzione politica e incompatibile con essa. Ciononostante, il« destino» di questa è di generare costantemente quella. Tutto ciò è espresso con una estrema confusione di parole. lnlese egli dire che la costiluzione politica influisce sullo sviluppo del– l'evoluzione sociale! In questo caso è for,.~ do– mandarci: ma la costituzione politica non ha le sue radici, come ammette lo stesso Guizot" nella costi• tuzione sociale di un dato paese f Per Proudhon, no; tantopiù che quest'ultima, essendo la vera e la sola, non esisterà che nell"avveniro; è per supplire ( 1 ) J,u COH(tHlOn• d'un rkolutWnntdrt, edh:. 1868,,·ol. IX delle op compi. di Proudhon, pa.g. 166 1 '67. Bib 1otecaGino H1arco alla sua mancanza che la povera umanità inventò la costituzione politica. La« cosliluzione politica • di Proudhon abbraccia d'allronde un vastissimo campo. Essa abbi-accia perfino la divisione in classi, o quindi la proprietà non « organiz1,c.'\ta », la proprietà come non dovrebbe essere, e come è atlualmento. F. poichè tulla la costiluzione fu inventata soltanto in atlesa dell'or– ganizzazione anarchica della società, è evidente che tutta la •torta dell'umanità non è altro che un colossale e,·,·ore. Lo Stato non è una semplice chimera, come P1·oudhon asseriva nel 1849; « le formule di governo, intorno alle quali per seclici secoli litigarono i popoli e i cittadini • non sono soltanto una e fantasia del nostro spiritu » come egli alla slessa epoca credeva; ma sono, come lo Stato e come la costiluzione politica in generale, il p,·o,totlo delta igno,·anza umana, madre di ogni finzione e di ogni fantasia. Insomma, sempre la stessa canzone. L'essenziale è che l'organizza– zione anarchica (o «sociale») non poteva venire scoperta che • in seguilo a lunghe esperienze•· Vi può essere un modo di concepit•e pili compassio– nevole! La costituzione politica ha una innegabile in– fluenza sulla costituzione sociale; essa per lo meno ne provoca lo sviluppo; queslo è il suo « deslino • secondo la scoperta di Proudhon, maestro in mosofia Kantiana e in organizzazione sociale. 1 e verrebbe per logica. conseguenza che i fautori dell'organiz.. zazione sociale dovrebbero servirsi pei loro scopi anche dell'organizzazione politica. Ma ciò, per logico che sia, non ioconb'a il gusto del nostro aut.ore. Per lui essa è una mera fantasticheria del nostro spirito. Servirsi della costituzione politica è sacri– ficare al terribile elio dell'auto1·ita, prende,· parle alla lolla dei parliti. Proudhon non vuole nulla di simile. « Non pttì,JJartiti, tlOnpttì, auto,·ità, libertà assoluta deu·uomo e <lei ctttadino: quesla - egli dice - è in breve la nostra professione di fede politica e sociale. • (') Ogni lotta di classe è lolla politica. Chi non accetta la lotta politica rinuncia a prender pa1·te a qualsiasi lotla di classe. Questo avviene appunto a Proudhon. Al principio della rivoluzione del 1848 egli predicava la conciliazione delle classi. In una circolare del 3 aprile ai suoi elettori del diparti– mento di Doubs, egli scriveva: La questiono sociale ò posta. Non vi è possibile sfug– girla. A risolverla occorrono uomini che tmiscano lo spirito più ,·adicale al più. con..servato,•e. Ope1·ai, POl'– gete la mano ai vo.st, ·i paclroni; e voi, padroni, non respingete i vostri salariati, che vi vengono incontro! L'uomo che, secondo Proudhon, univa lo spirito pii, radicale col pilì conservatore, era egli stesso, P. I. Proudhon. Quest'idea contiene anzitutto una «chimera» comune a tutti gli utopisti, l'illusione cioè di essere suverio1·l alle classi e alle lotte di queste e la ingenua credenza che tutta la storia futura dell'umanità do,,rà ridursi alla pacifica pro– paganda del loro nuovo vangelo. D'altra parte co– testo sforzo di unire il conservatismo col radica– lismo mette a nudo nel modo più chiaro l'anima stessa del « padre dell'anarchia •· Prouohon fu il rappresentante più tipico del socialismo della piccola bor·ghesia. G!OROIO PLECIIANOW. {') /btdern, pag. !5-36. L'abbonamento alla Critica Sociale e alta Lotta di Classe ,·tunite costa L.1.0 all'anno. L. 5 al semest,·e.
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