Critica Sociale - Anno IV - n. 18 - 16 settembre 1894

CRITICA SOCIALE 277 invece appartengono al nostro Io, come le qualità o gli organi, come il sangue o la c-arne. In bl'eve: religione e divinità. sono equipollenti i l'uomo è altrettanto sacro a se stesso, corno s'ei rosse lddio. I.a fede nelraulo,·i/li, nel go1•e1·no- filosofeggia Proudhou - è altrettanto originaria e universale quanto la fede in Dio. Dovunque sono uomini uni– tisi in società, vi è pure uu potel'e, il prinCipio di un governo. Da tempo immemorabile ci si pone la domanda: che cos·e la potestà del governo, qual'è la forma di governo m1gliore; e invano si cerca una risposta a questi problemi; altrettanti sono i governi quante le religioni, ~ltrettante lo teo1•io politiche quante le filosofiche. E egli possibile porre 1.10 termine a questa eterna e ste1·ilecontroversia 1 E possibile uscire da questo cui di sacco? Ce1•ta– mente. Non abbiamo che da seguire l'esempio di l{ant. Non abbiamo che da chiederci d'onde pro– viene questa Idea dell"auto,•ità, della potesti\ del governo. Dobbiamo renderci conto della tegtltlmità dell'idea pottlica. Post., il problema su questo terreno, si risolve, a così dire, da sè: . Così la ,·eligionecome it governo non sono elio una manifestazione dell'incoscienza (spontaneità) sociale, una. preparazione dell'umanità a uno stato più alto. Nella religione e in Dio l'umanità. non corea che so stessa. · Ciò che il cittadino chiedo nel uovenro, ciò che egli chiama. n, imperato,·e o presidente, non è altro che se stesso, è la libertà. Fuori dell'um11nità.non esiste dio: il concetto teolo– gico è un nonsenso; - fuori della libertà. non v'è go– verno: il concetto politico perdo ogni valore. Questo per la • bio$rafia • dell'idea politica. Ri– conosciuto questo,possiamo approfondire il problema della miglior forma di governo: La miglior forma cli governo, presa alla.lettera, è, come la più perfetta religione, una contraddizione in lo1•mini. Il problema non è di sapore come saremmo meglio go– vernati, bensì con qual governo avremmo la maggior libertà. Libertà. armonizzante coll'ordine, ecco il solo contenuto reato del governo e della politica. Come si forma. questa assoluta libertà, sinonimo di ordino! Ce lo insegnerà. l'analisi delle di\'erse formolo di autorità. Del resto, noi riflutinmo tanto il dominio dell'uomo sull'uomo quanto lo srruttamento dell'uomo da parto delruomo. (') Eccoci dunque al "ertice della filosofia politica di Proudhon. Di qui scaturisce il fresco e vivo fiume del suo pensiero anarchico. Ma prima di seguh·ne (Il Veggul, per tutte le citazioni nn qui ratte, la prefazione :i.Ilatert.a edizione delle confu81on1 d'un récotutlo,uiatre. Quut:i. prefot.ione è un estratto dalla VOI$ du ve111Jle del no,·embre 1&,9. Solo nel 18(9cominciò Proudhon l\d u1>0rre la dottrina anarchlc:i. Nel 18'8, con buonn llcenu di Krnpotklne. egli non nveva espotto che la sua teoria dello •camlilo, e ciascuno ,e ne può fadl• mente convincere consultando Il •esto volume tlelle sue opere complete (Parigi, 18GB). [,.'\• critica • della democrailn, che ha la data del marzo 1818,non è ancora iu ne11un modo una e1po- 1lt.lone della teoria anarchica; enn non è che un brano d1d1"OJ)u• 11colo S0lut101i a" vrobleme •oclale. Que11:i.soluzione è ottenuta da Proudhon ienza prestiti, ien1.a moneta, senza carta-moneta, senza maii-imum. senza requislzlonl, 11enz:i. bancarott:i, 11enza legge agraria, 11e11za t ssa del po,·erl, fhmita01>incinazionali, sentii. as– aocl11.zione (I), 11e11111 pitrtecipa:r:lone al 1>rofit1O, senta lntenento dello Sta.lo,1en:r:n restrizione allo.lll>erli1. delle lndu111riee del com– merci, senza olTelll\alln prOJlrletft, in110mmae 1opratutto • senta ombra di lotta. di cla11se•· Idea e Immortale• daV\'ero e degna dell'ammlrazio11e di tutti i pa.clncl, sentimentali e ft!rocl borghe1I, di ogni tinta e colore! Bib rotera Grno Brarro il corso alquanto irregolare, gettiamo uno sguardo al sentiero poi quale siamo saliti. Ci eravamo imaginati di seguire Kant; ma è stato un inganno. Nella sua c,·tlica della 1 4 agion pura Kant rlimostrò imposqibile p,·ovare l'esistenza di Dio, perché all'uomo sfugge assolutamente tutto ciò che eso1·bita dai confini della sua esperienza. Nella C,·ttica della 1'agion. v,·alica Kant concedo, in nome della moi·ale, l'esistenza di Dio. ~la non mai egli disse che Dio sia soltanto l'imagine rove– sciata della nost1·a p1·opria anima. Ciò che Proudhon attribuisce a Kant, è. invece incontestabile p1·0- prietà di Feuerbach. E dunque l'esempio di Feu– erbach che noi seguimmo quando tracciammo a grossi tratti la« biografia »dell"idea politica. Proudhon ci ricondusse al punto donde noi comineiammo il nostro viaggio punto sentimentale in compagnia di Stirner. Non importa: ragioniamo pure sulle traccie di Feuerbach. Nella religione !"umanità non cerca che se stessa. Nel governo il cittadino non cerca che se stesso, la liberi/\ ..... L'essenza del cittadino è dunque la libertà! Concediamolo; ma sia ben stabilito al tempo stesso che il nost1-o Kant francese non ha fatto assolutamente nulla pe1· provare la « legiltimità » cli questa •idea•· Non bas~,. Qual"è questa libel"tà, in cui noi concediamo consistere l'essenza <lei cit– tadino1 La libertà politica, che dovrebbe essere natumlmente la sua maggiol'e p1-eoccupazione? Niente affatto. Supporre questo equivarrebbe a farne un democratico « autoritat•io ». Ciò che il nostl'o cittadino cerca nel go,•erno è quella « asso– luta lilJerlà dell"individuo • che è una cosa sola coll"orcline. In altre parole, l'essen,., del cittadino è l'anarchia di Proudhon. Nessuna SCOJ?Orla più piacevole di questa, ma la « biografia» eh tale sco– perla dà alquanto a riflettere. Abbiamo voluto distruggere lutti gli argomenti in favore dell'idea di autorità, come Kant ha distrutto tutte le prove dell"esislenza di Dio. A ta.l uopo abbiamo concosso che la libertà ò ciò che il cittadino cerca nel go– verno, mentre imitavamo un tantino Feuerbach, pel quale l'uomo adora in Dio la sua propria es– senza. E la libertà con un colpo di mano l"abbiamo trasformata nella libertà assoluta, nella libertà anarchica. Uno, due, tre! e il gioco è fatto! Poiché il «cittadino» corea nel governo soltanto la assoluta liberi,\, lo SI.alo non è che uua chi1Jie1·a (« questa chime1•a di una pe1--soualitàsuperiore, cui si dà il nomo di Stato•) e « tutte queste formule cli governo intorno a11e quali popoli e cittadini si accapigliano da sedici secoli 11011 sono che {anta– sttcherie ciel nostro spirito, che la libera ragione dovrebbe chiudere senz'altro nei musei o nelle biblioteche•· Ecco dunque, di passaggio, un'altra scoperta: la storia politica dell'umanità non ebbe durante sedici secoli altro propulsore che una fantaslìche1·ia del nosl.-o spt,·ilo. Asseri1•0 che l'uomo adora in Dio il pl'OJll'iose stesso è indicare l'01'igine della religione, non già scriverne la btom·a(ia. Scriverne la btou1·a(ia im– plicherebbe farne la storia e spteua,.·el'evotu:ione detl'esse1iza umana che trovò in essa la sua espressione. Feuerbach 1100 lo fece e non potè farlo; Pr-oudhon, che vole\'a imitare Feuerbach, era ben lungo dal comprendere l'insumcienza del suo punto di vista. 'rutto ciò che egli poteva, 01--a confondere Kant con Feuerbach e scimmieggiare in modo pie– toso questo suo composto di Kant e di Feuerbach. Egli aveva udito che la divinità è una fantasti– cheria, e tosto ne concluse che lo è anche lo Stato; dacchè Dio non esiste perché dovrà esistere lo Statoi Proudhon voleva combattere lo Stato e CO· minciò col negarne l'esistenza. Questo bastò a pro• curargli gli applausi dei lettori della Vota,du 11e1<ple

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