Critica Sociale - Anno IV - n. 12 - 16 giugno 1894
1&2 CRIT I C:A. 'll'OC1ALE Sono già diversi anni che il prof. Lujo Brentano ha. rilevato il ratto paradossale che i concorrenti più pe– ricolosi della Germania non erano i paesi dovo i salari erano i pit\ bassi e la giornata di lavoro più lunga che in Germania, ma che erano al contrario quelli ove le condizioni dei salari e della giornata di lavoro erano più favorevoli agli operai, come l'Inghilterra e l'Ame– rica del Nord. La rivendicazione della giornata di otto or-,, che in Italia, por la poca. cstem;ione della grande industria, è forse alquanto accademica, ha acquistato i1wece nei paesi economicamente più evoluti una fisio– nomia del tutto pratica, e della vicina sua attuazione economisti illustri hanno cercato di dimostrare i bene– fici, tenendosi lontani però dalle esagera.te speranze che si nutrono da. alcuni riguardo au·emcacia sua nel risolvere il problema dei disoccupati. (') Il dott. Luigi Albortini ha. voluto occuparsi della que– stione ed,avvantaggiandosi dei risultati dello esperienze che in questi ultimi anni si sono andate sempre più moltiplicando, ci ha dato un dotto ed utilissimo volume intitolato appunto La quc8lione delle otto 01·edi lavo1·0 1Torino, Bocca, 1894). L'autore, premessa un'accurata introduzione sto1•ica, esamina la influenza della riduzione delle oro di lavoro sulla produzione. L'agitazione per ottenere i 3 ouo non ebbe da principio altro scopo che quello di sollevare gli operai da faticha troppo deprimenti o di metterli in grado di istruirsi e di educarsi. Ma in seguito, ed in parto anche per causa dell'ambiente nel quale il movimento delle otto ore si era esplicato, assunse un altro scopo, quello di dare impiego ai disoccupati, fon– dandosi nella speranza di una diminuzione della. pro– duzione o sulla conseguente necessità. dell'impiego di un maggior numero di lavoratori. Ora, sebbene il ra– gionamento appaia a prima vista logie&ed abbia potuto dar ragione a quegli imprenditori che alla. gradualo diminuzione della giornata. di la\'oro si riflutt\\ 1 ano, in conseguenza. appunto dell'numentato costo della mano d'opera, è stato compiutamente confutato dall'essersi sempre potuto collo stesso numero di persone ottenere la stessa produzione, anzi tal\'0lta una produzione asso.i maggiore. L'autore nota assai bene (ed è questa una dello parti più importanti del libro) che lo precedenti riduzioni della durata del lavoro a undici, dieci, no\'e ed otto ore non hanno in g,,nerale causato diminuzione di pro– duzione; la. giornata di lavoro vige in numeroso fab– briche; l'operaio produco di più dove la. durata del lavoro è più bre,•e. Nello miniere inglesi, ad esempio, la. giornata di otto ore od anche meno si riscoritra di frequente, ed il prof. Munzo dice cho tutto tende a dimostrare che la produzione media per ogni uomo è più alta in quei distretti dove minoro è la durata. del lavoro. Dal maggio 1893, cioè sino da quando si pub– blica la. Labou1·Gazeae, oltre a 17.000 opera.i impiegati negli opiflct del Ministero della guerra, hanno ottenuto la. giornata di otto ore 40.000 minatori del Lanarkshire, Ayrshire e Stirlingshire con notevole aumento di sa– lario ed altri 4000uomini impiegati in varie industrie. La. produzione individuale à più alta in quelle nazioni ove lo standard of life ci, è più elevato e la giornata. di lavoro più corta i i !Ha.toridi cotone dell'India. hanno calcolato che la. produttività dell'operaio inglese sta. a quella dell 'indio.no nel rapporto di 56 a 23; il primo (I) Ricordo solo l'ultimo libro uscito In lnghllterra, su questo ~Nfa~er~. di JOUN RAB, Bi'gllt hOur• /Or wor.11. London, Mac- (') Tenore dl TitL B1b1otecaGino B1arco lavora 56 1 /, ore la settimana.; il secondo dal sorgere a.I tramontare del sole. In Inghilterra., dove i minatori hanno la giornata. pili breve che in ogni altro paese d'Europa, ogni uomo scava aonualmento 310 tonnel– late di carbone, mentre in Germania ne scava Z70, in Belgio 170 ed in Francia. 188. Questi fatti, elio stanno in porfetla contraddiziona colle pessimiste previsioni di alcuni, derivano dalla più forte intensità. che l'operaio può spiegare o dall'atten– zione svoltasi iu lui appunto per l'accresciuto riposo o la diminuita fatica. Le diminuzioni flno ad ora avvenuto hanno arrecato immenso sollievo allo. classe la.voratrico e l'hanno migliorata flsicamentE', intellettualmente o moralmente. Sembra che e l'uomo possa in qualche modo ribellarsi alla tirannia della. macchina, che questa non sia capaco di annullare del tutto la personalità. umana, e che la creatura cho la alimenta, la sorveglia nei suoi vertiginosi movimenti, debba pur sempre essere una creatura vivente, intelligente o vigorosa >. Alla diminuzione di prodotto, che si verifica specio nelle industrie, in cui la parto principale ò risonata alle macchine, l'industriale cerca reagire, prima con molteplici modificazioni, come il sistema delle duo o tre mute, l'aumento di ,,elocità. nelle macchine, costringendo l 'opera.io a sorvegliare un numero più grande di con– gegni meccanici, e poi sostituendo il lavoro <.!ellamac– china. a quello dell'uomo e cangiando le macchine vec– chie con altre nuove e più perfette. Onde la riduzione della giornata. di lavoro è stata la causa necessaria o principale di molti fra. i pitì grandi progressi o trionfi dell'industria moderna. « Lo brevi giornate di lavoro rendono l'operaio capace di lavorare intensamente; ad ottenere questo risultato concorrono anche gli elevati salari i brevi giornate cd elo,·ati salari rendono possi– bile e necessario un grande impiego di macchine per economizzare il lavoro dell'uomo; il vasto impiego di macchine renùe possibile e necessario pagare alti salari o faro lavorare gli operai per poche ore al giorno >. Ma se questo considerazioni hanno un valore assoluto per quei paesi ove l'industria. è maggiormente in flore devono ricevere qualche temperamento por quelle na~ zioni ove l'industria ò ancora. giovane ed ò mantenuta. a1·tiflcialmente da dazi protettori. Qui per la mancanza. di capitali ed anche di operai abili, la riduzione non può fnrsi che a gradi o, perchè l'operaio possa di,•cn– taro capace di produrre in otto ore quanto prima pro• duceva in dicci o dodici, fa d'uopo: 1. 0 che egli voglia o si sforzi di hworare intensamente; 2. 0 che il suo sa• lario sia elevato i 3. 0 che trascorra un certo periodo di tempo, necessario perchè egli possa risentire i buoni effetti dell'accresciuto riposo e della diminuita. fatica. e por acquistare l'abilità. di lavorare più velocemente; 4. 0 che e~li faccia buon uso del tempo che gli rimano libero. Ed il minoro desiderio in questi casi delle classi operaie di ottenere una forte diminuzione delle oro di lavoro è dimostrato dal fatto che in Italia, paese indu– strialmente poco progredito, gli scioperi per la giornata. di lavoro hanno minore importanza di quelli per i sa– lari, contrariamente a. quanto avviene in Inghilterra o negli Stati Uniti. Ma nello. giornata di otto ore si avrà. forse la solu– zione del problema sociale o, più specialmente, del pro– blema dei disoccupati 1 L'autore risponde negativamente e conforto. la sua tesi di numerose ragioni; od alle ser– rate e convincenti sue argomentazioni rimando il lettore, anche per la difl'lcoltàdi riassumerle convenientemente e con la brevità necessaria. a. questo articolo.
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