Critica Sociale - Anno IV - n. 11 - 1 giugno 1894

..___ CRITICA SOCIALE 169 dei teatri, della fe1•1'0via, del telegrafo, tutte cose che non può godere e che le inacerbano i bisogniI Che ha prodotto alla povera icilia la vantata libertà costituz1onale1 Ah! lo dimenlicavo ! Essa ha prodotto gli ammi– nistratori pubblici che rubano le terre dei Comuni e delle provincie, compilando bilanci a favore delle loro famiglie; ha prodollo i deputati elelli con brogli e co11 pugni di schede buttate di nasco lo nelle urne; ha prodotto i ginnasii ed i licei, d'onde usci un proletariato intellettuale, che ra ressa alle porle degli impieghi. 'rullo questo ha prodotto; lo dimenticavo! V. L'Irlanda Italiana. Concludo: il popolo di Sicilia, soggiogato e taglieg– giato da seco1ar1 dispotismi, non godette mai di quell'aura di libertà e di prosperil/i che pe1· tanti anni allietò le città del continente europeo; la sua tradizione furono la povertà, la schia, 1 ihì e l'umi– liazione, riassunte in una espressione tipica comu– nissima: Voscenza! (Vostra F.ccellen1.a!) rivolta a chi porta cappello. Per la rivoluzione del 1860 - che dovea essere una rigenerazione - il pili esoso sf1•uttame11to fu inauqurato per questa terra sventurata, considerata provrncia di conquista; i tesori ammassati nei musei, nelle cappelle, nelle chiose, 1iegli antichi palazzi andarono ad arricchire altro regioni italiane, ove il pili ingiusto ed infamo accentramento pro– fondeva, a spese del mezzogiorno, tutti i vantaggi e le risorse di un'avan1..ata civiltà - tutto ciò in nome di una retorica « rr•atellanza italiana», ratta sinonimo di privilegio, di disuguag1ian1.ae di ladro-– neccio. Ed intanto ai lamenti delle plebi angariate si rispondeva con lo stato d'assedio del 1862, con la legge Pica e con le leggi eccezionali applicate da ~ledici e da Nicotera. Non un p1'0vvedimento d'indole economica o mo– rale; non istituti scientifici o finanziari che vales– sero a far rruttare tante ricchezze, in modo eia creare industrie che se, noi presente regime, sfrut– tano gli operai, assicurano loro almeno, per buona parte dell'anno, il pane quotidiano e li rendono naturalmente Ol'gan1zzati,e quindi, o tosto o tardi, temuti; industrie che aprono la via del s~adagno a molte donne del popolo, le c1uali, se v1 trovano stimoli di corruzione, almeno vi trovano anche da vivei-ej e vivere è il primo problema dell'esistenza! La Sicilia, infelice quanto l'Irlanda, non poteva avere che plebi degenerate, imbestialite, dibattenti i tra la fame e il delitto, tm l'ignoranza e la pro– stituzione; di lei 1-ende imagine la sua donna del popolo, sudicia, lacera, che porla un -bambino su un braccio, e con l'altro il recipiente delf'acqua, attinta molto lungo dalla. puzzolente sua tana, ove trova, al rito,·no, i rabbum e le percosse del marito brutale. Tratto tratto la gran dolente metteva spavente– voli gemiti somiglianti a ruggiti; e si dibatteva nelle convulsioni spasmodiche e sanguinose che ebbero nome Calatabiano, Callatmlu,·o, Favara; ma ben presto ricadeva accasciata o vinta. Quale slupo1-e,adunque, che queste turbe avvilite, calpestate da tempo immemorabile; asseL,te di una parola di conrorto e d'amicizia; desiose d'un a\lve– nire più umano; alla par'Ola redentrice di alcuni volontari della causa p1-oleta1·ia,ricchi di pensie1·O e di sentimento, rispondessero con grida di gioia indicibile e con uno slancio misto di abnegazione e di venerazione 1 Per le plebi sicule i Pasci erano una nuova re- ligione; da essi si attendevano un'Cra non mai vista di pace e di soddisfazioni fisiche o mo1-ali. · A tanta fiducia corrispose1--ogli organizzatori dei Fasctl È quello che, nel numero prossimo della c,·tlica, dimostrerò. Olrge"ti, mqgglo /894. Avv. FnANCESCO DE LJJCA. PIWTEZIONISAIO E LIBERO SCAMBIO lii. Degli effetti del protezionismo soffre anche la. Fran– cia. Qui il protezionismo, domintlndo,•i da due secoli, è divenuto sangue della vita.della.nazione. Non di meno esso va diventando sem~ro 1>itì un imbara"ZZO. )luta– menti continui nei metodi di produzione sono {lll"or– dine del giorno, ma il protezionismo sbarra. la. via. Si Janno oggi velluti di sota. col rovescio di filo di cotone fino. Quosto filo si fabbrica in Inghilterra naai più a buon mercato che in Francia. Il ra.bbricante rranceso deve dunque, o pagare l'ele,•atissimo dritto d'entrata di que~to filo, oppure, se ,•uole ottenerne il l'imborso all'atto della esportazione del suo velluto, sottomettersi a cosi interminabili vessazioni burocratiche che asso– lutamente non ci ha più il tornaconto i e cosi il com– mercio del velluto migra da Lione a Crcreld, do,·o il prezzo di protezione per il 6l'b di cotone fino ò sensi– bilmente più basso. Come già dicemmo, resportaziono francese consiste specialmente in articoli di lusso, noi quali il buon gusto francese ha tuttora. il primato; ma i consumatori più importanti di questi articoli sono, in tutto il mondo, lo nostro moderne intrapreso ca.pila– liste, le quali non hanno nò educazione nò buon gusto, e cui soddisfanno altrettanto bene le grossolano imita• zioni tedesche o inglesi a buon mercato; anzi spesso questo ,·engono rornilo loro per articoli francesi ge– nuini I\ prezzi più che fantastici. Por quelle specialità. che non si possono fabbricare fuori di 1-,rancia il mer– cato si restringe ogni dl più, !"esportazione di mani– fatture francesi a mala pena si sostiene e presto do,•rà declinare; con quali nuo,•i articoli J>Otrà la 1-..rancia sur– rogare quelli la. cui esportazione va.cessando1 Se qual– che cosa pub venirle in aiuto è un'ardita introduzione del libero scambio che tolga. l'industriale francese alla. sua atmosfera di serra calda e lo risospinga nell'aria libera della concorrenza coi rivali stranieri. Corto il commercio francese, nél suo complesso, a"robbe già. da tempo incominciato ad intisichire se non era. il bre,•e e timido passo verso il libero scambio ratto dal trattato di'Cobtle1t''del 1860; ma qùe&f,o ha oramai esaurita la sua aziono e v"ò bisogno di una. doso più rorto dello stesso tonico. Metto appena conto di parla.re della. Russia. h•i la. tariffa. protettiva - poichè i dazi si devono pa.garo in oro e non nella deprozza.ta ,,aiuta cartacea. del paese - servo sopratutto a fornire a quel misero governo la. moneta offettiva indispensabile J>0r lo transazioni coi creditori stranieri; se un giorno quella tariffa adempisse Yeramente alla sua. missione protettiva coll"escludere affatto Je merci estero, quel medesimo giorno il go– verno russo fallirebbe. Eppure quello stesso go,•erno va diver-tendo i suoi sudditi col rar balenar loro la pro– spettiva. di rendere la Russia, con quella. tariffa, un paese del tutto indipendente, non tributario all'estero nò di generi alimentari, nò di materie primo, nè di manirat.– lure1nè di opero d"arto.Quei che han fede in questo mi-

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