Critica Sociale - Anno IV - n. 11 - 1 giugno 1894
168 CRITICA SOCIALE l'ardimento dei Mille, fu compiuta dalla borghesia magra e dalla plebe. che diede il vero nerbo della l'ibelliono con le squad,·e detvtcctottt entusiasmati dal nome di Garibaldi. Ma, com'era da prevedersi, quella rivoluzione, troncata e adulterala dalla frolla dell'annessione e dalla S0\ 1 rapposizione del piemontesismo, non potea fruttare che ad un'esigua classe di persone, le quali, vantando falsi titoli di patriottismo, si but– tarono, corno stuolo di arpie, su le pubbliche ca– riche, o, strette con loschi vincoli ai capi delle amministrazioni provinciali - pel' lo pili interes– sati nelle luc,·oso imprese - poterono, con patti vantaggiosissimi, ottenere l'appalto di tutte quelle opero pubbliche che erano necessarie ad una 1'6- gione ritardataria di tre secoli almeno sulla , 1 ia <lei p1'0g1•esso. Fu una vera ciwCe; un ballo di milioni ingoiati nella conduttura delle acque, nell'impianto dello illuminazioni a gas, nella cost1•uzione di porti, di strade e di ponti malfalli e pa!P'li a peso doro po,· duo o ll'e volte. Nella provincia di Girgenti è ri– masta celebre la costruzione - per modo di dire - d'un ponte, detto Passo F'onàulo, il quale, ri– ,·ostito di pietra, era internamente tutto pieno di ghiaia e, al primo ingrossarsi del torrente, rovinò. li cosh·uttoro del ponte era un veccllio vatl'iola il quale, influenti imo nelle alte sfere, non pagò per· danni il becco d'un quattrino e fu c1·eato com• mondatore. Questa è stol'ia che non teme confuk'\· ziono; come sono fatti reali quante alti-e enormità ver,-ò esponeddo nel corso d1 questo scritto. Cosi, da un giudizio pendente avanti questo Tri– bunale ci, 1 ile di Oirgenti, si 1·ileva come la nostm prm 1 incia, per avere una strada vent'anni dopo il temvo slaMUto, pagò il 50 per ceute più del do– vuto, il che sembi-a non abbia accontentato gli appallatori. Ad ottenere le nuove opel'e pubbliche - benché fatte a rilento, tantochò ognun sa quanto ancora difetti la Sicilia di strade e di ferrovie - occorreva imporre nuove tasse, che piovvero come g1--agnuola sui contribuenti; cosi, se da un lato si ebbe una falange di uomini nuoui, ar1·icchiti con appalti e che fo1·marono una borghesia g1·assa; dall'altro, il contadino e il lavora.toro urbano scesero di un altro scalino nella misoi·ia la pili squallida; miseria resa più insoffribil~ dallo svilupJ?Odei nuovi bisoini, acuiti fra ralti•o dalle coscrizioni milil'ari, prima sconosciute all'isola, e che davano modo di visitare le più belle e ricche città dell'Italia conliuent.,le. La ro,•mazione dì una g1·ossa proprietà terriera, libe1·a dai vincoli reudali 1 o il conseguente im1>ovc• 1 rimento, sempre c1·escente, delle popolazioni lavo– rati·ici ful'ono aiutati dalla quotazione del demanio dei Comuni e dello St.,to. No) 1802 ful'ono disb·ibuiti ai padri di famigli~ povol'i, e con preferenza ai danneggiati politici, lotti di te1'1·cno appal'tenenti ai Comuni, con l'ob– bligo della coltura o bonifica e col divieto dell'a– lienazione per un numero dete1·mioato di anni; pel Comune di Oirgenti fu di ,•eut'anni. Essendo i <1uotisti poi· lo più pove1·i, con atti simulati di arfitte - gabella - a lunga scadenzà vendettero le propriel'à a ricchi possidenti, i quali, pagando in una , 1 olta rintcro prezzo dei lotti, se li ebbea'Oper un piatto di lenti. Le legga del 21 agosto 1802 o del li) agosto 180i misero all'asta immobili che lo Stato ave,·a per ragioni proprie, o che gli erano pervenuti dalla Cassa ecclesiastica e dalla soppressione delle Cor– porazioni religiose. 'l'ali leggi, se, da un lato, non pei·mettevano l'ammissione all'incanto se non di persone che avessero , 1 e1'Sato il decimo del prezzo dei lotti; dall'altl'0, davano diritto all'acquirente di Bib ioteca Gino B1arro pagare l'ammontare dell'aggiudicazione in lunghis– sime rate, sino a diciott'anni; beninteso che chi pagava con anticipazione otteneva una diminuzione del debite. •rutto ciò naturalmente importava che, se i veri prolet.arii non potevano acquistare alcun lotto, i galanlucmtnt - i signori - disponenti di poche migliaia di lire, potevano con pochi baiocchi com– pra1·si vastissime estensioni di ler1-a. Ne ò detto tutto: le persone più influenti o pii, temute si mette1•anod'accordo e allontanavano gli altri concorrenti dall'asta, che o rimaneva con una sola olTer~, o andava deserta, e ciò onde ottenere diminuzione di'prezzi negli incanti successivi; cose queste che ho voluto constatare leggendo molti ve1•balid'incanto e richiedendone a persone sulla cui sincerità non può nascere dubbio. Si aggiunga che le terre furono messe all'in– canto sul prezzo 1•isultante dal ,recchio catasto borbonico, che tas ava tenuemente gli immobili; e si comprenderà di leg~iel'i quale immensa ricchezza fu arraffata con pochi denari. E la camorra non finisce qui, chè qualche volta dei campicelli erano rivenduti ai contadini al decuplo del prezzo d'in– canto, sicuro il venditore che, o tosto o tardi, i poderi dovevano to1•nargli in mano per pochi cen– tesimi. IV. , Spogliati e spogllatorl. - I beneflzli del go– verno liberale. Qui un po' di sost., e di l'inessione. Oli appalti delle opere pub~liche e la quotazione dei bem de– maniali avevano arricchito un pugno di furfanti e di farabutti e c1·eata una classe danarosa, che, oa• beltawto le sue ter,·e o tagliando le cedole della rendita pubblica, poteva e può vivere, oziando e godendosela, a Palermo, a Firenze od a Roma: poichè l'ignavia, pz'Opriadei meridionali co1·1-otlie snervati da lunga tirannide, non permette a questi beniamini della fortuna di darsi al lavoro indu– striale, che, diffuso nell'isola, avrebbe potuto ren– dere meno tristi i giorni dei nostr-i lavoratori; i quali, per la loro condizione, non chiedono, no, riduzione di ore di lavoro, ma pane, a costo anche di estenuanti fatiche. Di fronte a questi privilegiati sta la innumerevole massa dei proletari, che, costretta, negli scarsi giorni di lavoro, a un salario irrisorio, e r.uro ambite da essa, ha pagato e P•i,.t tutti i tributi che rendono più abitabile e deliziosa la Sicilia, i cui miglioramenti essa· non gode; spogliata anche di quegli usi ct·vtci - come il diritto di legnatico, di pascolo, ecc. - i quali, da secoli e secoli, erano stati ine1·enti ai benj domani,'\li, 01•agolosamente custedili dal più feroce individualismò liberale. Nella pro, 1 incia di Oirgenti, per esempio, c'è un bal'one Agnello che, pad1-onedi centinaia e centinaia d'ettari di te1·1-eno,ha una squad1--a di guardie campestri - dette da un capo ameno gua,·die a·o,w,·e - le quali non hanno alta-o mandato che d'al'l'estare i poveri contadini sorpresi a racco~liore rami caduti o spighe nei campi bal'Onali, e d1 tra– scinarli ammanettati, con la ,·ef1,1·tiva. pel paese di Siculiaua, perchè siano giudicati dai magistrati, avanti cui difende i diritti del barone un a, 1 ,•ocato a bella posta stipendiato. Qualche volta però il ba• rone è condannato ai danni ed alle spese. Dopo quanto si ò detto, non è da meravigliare se la nostra plebe preferisce all'attuale il tempo andato, quando almeno aveva la minestra o la pa– gnotta alla porta del convento, o qualche aiuto pecuniario dalle ricche mense vesco,•ili. Che se ne iuflschia, la nostra plebe, della illuminazione a gas,
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